Mirai

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Solo per tre giorni, il 15-16-17 ottobre, per un evento speciale arriva nei cinema Mirai, nuovo toccante e commovente film scritto e diretto da Mamoru Hosoda regista che si è fatto conoscere ed apprezzare per il suo stile etereo e pieno di magia ed elementi sovrannaturali.

Mamoru Hosoda è un regista che si è fatto apprezzare per il suo tratto leggero ma deciso e per le sue storie piene di magia.

Mamoru Hosoda è un regista di anime che nel corso degli anni si è fatto conoscere ed apprezzare per il suo stile, caratterizzato da un tratto leggero ma deciso e dall’immancabile presenza di elementi magici e sovrannaturali nei suoi film. Dopo aver iniziato la sua carriera come regista di serie animate e di OAV come Slum Dunk e One Piece, il regista si fa conoscere dal grande pubblico con La ragazza che saltava nel tempo nel 2006.

Dopo aver diretto Summer Wars nel 2009, è con Wolf Children (2012) prima e con The Boy and The Beast (2015) che arriva il successo internazionale. Grazie alle sue storie affascinanti, commoventi e piene di sentimento. A tre anni di distanza dal suo ultimo lavoro Hosoda torna con una nuova avvincente avventura.

Dopo essere stato presentato in anteprima al Festival di Cannes, finalmente Mirai arriva al cinema.

Dopo essere stato presentato in anteprima mondiale al Festival di Cannes 2018 nella sezione parallela Quinzaine des Réalisateurs, Mirai arriva finalmente al cinema con un evento speciale di 3 giorni il 15-16-17 ottobre.

 

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Protagonista del film è Kun, bambino di 4 anni che sente che la sua sorellina le ha rubato l’amore dei genitori.

Protagonista della vicenda è Kun-chan, bambino di 4 anni la cui vita cambia con l’arrivo della sorella minore Mirai. Il bambino infatti è convinto che la nuova arrivata gli abbia “rubato” l’amore dei genitori, che ormai non hanno che occhi per lei. Sopraffatto dall’invidia e dalla gelosia, Kun sarà investito dalle tante emozioni ed esperienze che affronta per la prima volta. In suo aiuto arriverà però Mirai, o meglio la sua versione adolescente proveniente dal futuro.

Con il suo nuovo lavoro Mamoru Hosoda aggiunge un ulteriore tassello alla sua filmografia che ha le fondamenta nei rapporti interpersonali. Così dopo aver aver trattato i temi della gioventù (La ragazza che saltava nel tempo), della famiglia (Summer Wars), della maternità e paternità (rispettivamente Wolf Children e The Boy and The Beast), con Mirai il regista affronta il delicato rapporto che vi è tra fratello e sorella.

Mirai colpisce per la naturalezza delle scene di vita quotidiana.

Una vicenda per la quale si è ispirato alla sua esperienza di padre di due bambini, riuscendo così a rendere la storia raccontata vera. È impossibile non notare nelle scene di vita quotidiana una naturalezza incredibile, tanto che non sembra di vedere un prodotto animato. Momenti che ognuno di noi ha vissuto in prima persona e in cui è facile riconoscersi.

 

 

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Il film ci mostra le difficoltà dell’essere genitore.

Proprio il riuscire a rendere reali e veri i vari momenti raccontati è il maggior pregio del film. Sin dai titoli di testa il regista mostra scene di vita di tutti i giorni di una coppia tra litigi, la costruzione di casa e l’arrivo del primo figlio. Facendo vedere successivamente le difficoltà dell’essere genitori, a partire dal fare più cose contemporaneamente con risultati tra l’esilarante e il disastroso e mettendo in evidenza la grande stanchezza che comporta.

Difficoltà che hanno come conseguenza principale il concentrare le energie sulla neonata Mirai, una colpa imperdonabile per Kun-chan che si sente trascurato ed abbandonato dai genitori e che cercherà in tutti i modi di attirare la loro attenzione, facendo anche dispetti alla sorella minore, tra tirate di guance e trenini tirati in testa.

Kun è un bambino incapace di riuscire a trovare il bandolo della matassa di ciò che sta provando. È investito e sopraffatto da una miriade di emozioni.

Hosoda ci presenta quindi un bambino incapace di riuscire a trovare il bandolo della matassa di ciò che sta provando. Investito da una miriade di emozioni che non riesce ad arginare, Kun riuscirà a domarle nel corso della storia grazie alle persone della sua famiglia, provenienti dal presente, passato e futuro, che gli indicheranno la strada da seguire per riuscire ad intraprendere quel cammino di crescita che lo porterà ad essere un adulto in grado di affrontare la vita.

 

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Vi è la commistione tra il mondo reale e quello fantastico, separati da una linea molto sottile.

Un incontro quello del protagonista con il proprio passato ed il proprio futuro che rappresenta la commistione tra il mondo reale e quello fantastico, divisi da una linea così sottile da essere invisibile, facendoli divenire uno solo. Un mondo fantastico che dopo un primo “assaggio” che lo fa sembrare quasi un sogno, diviene parte integrante della vicenda. Un continuo andare e tornare da un mondo magico che risulta reale come non mai.

Quella di Mirai è una storia semplice e lineare ma capace di catturare l’attenzione dello spettatore sin da subito, il quale non riuscirà a staccare gli occhi dallo schermo. Una vicenda divertente capace di strappare più di un sorriso, commovente e affascinante, portando sullo schermo in modo tutt’altro che banale il rapporto tra fratello e sorella.

Mirai racconta una storia semplice e lineare ma capace di catturare lo spettatore. Un road movie avvincente, commovente ed affascinante.

Un road movie avvincente che ci porta nella storia della famiglia di Kun, perché è solo conoscendo il proprio passato che si può capire chi siamo. Il protagonista imparerà a proprie spese che per riuscire a superare gli ostacoli che gli si porranno davanti dovrà andare dritto per la sua strada a testa alta guardando l’orizzonte e che perdersi è molto facile e che per ritrovarsi dovrà affidarsi tanto alle sua forza di volontà quanto a chi gli è vicino.

 

 

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Come la tradizione dell’animazione giapponese vuole i genitori sono assenti o distratti.

Un film in cui come la tradizione dell’animazione giapponese vuole presenta genitori assenti o distratti. Perché si sa che è solo grazie alla loro assenza che i figli imparano a crescere perché costretti ad affrontare i problemi da soli, seguendo i consigli dei mentori che incontreranno sul loro cammino.

Ecco quindi che in Mirai abbiamo una madre assente perché rinchiusa in ufficio ed un padre che per quanto fisicamente presente in casa ha la tesa fra le nuvole così tanto da non accorgersi di nulla ciò che accade intorno a lui, a partire dalla presenza della versione proveniente dal futuro della figlia e della versione umanizzata del loro cane.

Da vedere assolutamente.

Un racconto in cui non mancano i ribaltamenti di ruolo, in particolare tra fratello maggiore e sorella minore, e che ha nell’amore e nelle sue sfaccettature la sua spina dorsale. 90 minuti di emozionante viaggio tra le epoche in cui Mamoru Hosoda immerge appieno lo spettatore grazie alla sua regia in cui l’attenzione per i particolari è totale. Da vedere assolutamente

 

 

Mirai sarà al cinema solo il 15-16-17 ottobre per un evento speciale grazie a Nexo Digital.

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