22 July

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Tra gli ultimi film presentati alla75a Mostra D’Arte Internazionale del Cinema di Venezia troviamo il drammatico 22 July di Paul Greengrass, basato sui terribili attentati del 22 Luglio 2011 avvenuti in Norvegia.

Netflix quest’anno non è solo la memoria e le donne di Cuarón, la commedia nera dei Coen o il film “ritrovato” di Orson Wells. Netflix quest’anno a Venezia è anche realtà, cronaca, tragedia.

Lo abbiamo visto ad inizio Festival con Sulla Mia Pelle, la pellicola di Alessio Cremonini basata sugli ultimi sette giorni di vita di Stefano Cucchi, film presentato nella sezione Orizzonti.

Adesso, in dirittura d’arrivo, Netflix sferra un altro pugno in pancia terribile, terrificante, portando in Concorso uno degli attacchi terroristici che ha sconvolto il mondo negli ultimi venti anni.

 

22 July
Sto parlando di 22 July, pellicola del regista Paul Greengrass che parla dei tragici eventi avvenuti il 22 Luglio del 2011 in Norvegia per mano di un estremista di destra, Anders Breivik.

In un periodo storico come questo, dove il terrorismo è diventato il vero mostro sotto al letto, dopo eventi sempre a noi più vicini che ci fanno sospettare di un treno in ritardo, la porta di un ascensore che non si apre o una piazza troppo affollata, togliendoci il gusto di un concerto, di una passeggiata estiva o della vacanza in colonia, Paul Greengrass porta sullo schermo una storia che da un lato – forse – aumenta la paranoia del vivere d’oggi, ma dall’altro sprona a combattere, al scegliere la vita e al cercare di fronteggiare, sempre per tempo, minacce come queste.

 

22 July

 

A differenza di eventi come il l’attentato del Bataclan a Parigi del 13 Novembre 2015 o alle Torri Gemelle l’11 Settembre 2001, gli attentanti in Norvegia non hanno una matrice islamica.

Si parla sempre di estremismo, ma questa volta ben radicato in Europa. Anders Breivik è un estremista di destra, un neofascista, che come troppe persone ancora oggi, crede nella perfezione di una razza non contaminata, fatta dall’uomo bianco caucasico.

Frustrato dai confini aperti a nuova etnie, rivendicato il suo compito in quanto “Cavaliere dei Templari“,

Breivik mette in atto uno degli attentati più sanguinosi e dolorosi dei nostri anni.

Prima facendo esplodere un furgone in pieno centro ad Oslo, proprio nel quartiere del governo, con obiettivo il Primo Ministro – rimasto incolume – e poi, approfittando del caos in città, sparando a vista a una colonia estiva internazionale presente sull’isola di Utøya (a 40km da Oslo).

Utøya, nel 1950, venne donata al Partito Laburista Norvegese ed ora è di proprietà della Lega dei Giovani Lavoratori, dove appunto organizzano campi estivi per ragazzi di diverse nazionalità. Proprio per questo motivo il secondo obiettivo, quello più importante, di Anders Breivik, è Utøya: luogo di concentrazione dei figli dell’elite, i nuovi sporchi leader del domani.

 

22 July

 

Breivik, quel tragico giorno di otto anni fa, arrivò sull’isola vestito da poliziotto, massacrando a colpi di pistola e fucile 69 ragazzi, compresi tra i 14 e i 20 anni, che si andarono a sommare agli 8 rimasti uccisi durante l’esplosione di Oslo.

Durante l’attentato, sia ad Oslo che a Utøya, restarono comunque ferite – alcune riportando danni permanenti – ben 319 persone.

Paul Greengrass non ci risparmia una dettagliata ricostruzione che mette lo spettatore di fronte ad una realtà crudele, spietata.

Come e quando abbiamo dimenticato ad essere degli esseri umani?

22 July è un film diviso in due. Nella prima parte la preparazione dell’attentato e l’attentato stesso, visto sia dagli occhi di Anders Breivik – interpretato dal bravissimo attore Anders Danielsen Lie – dall’altra parte con quelli del giovane Viljar (Jonas Strand Gravli) sull’isola di Utøya assieme al fratello più piccolo.

 

22 July
La freddezza di Breivik – che resterà quasi sempre impassibile per tutto il tempo del processo – è ciò che forse angoscia di più lo spettatore.

Il sangue freddo nel falciare letteralmente delle giovani vite, compiendo una spietata carneficina. Greengrass ci mostra tutto: gli spari, la follia, la paura ma anche il dolore, la rabbia e la speranza.

Se nella prima parte siamo del tutto dentro lo schermo, rapiti dalla crudeltà delle scene autentiche che non possono non far male, senza però giocare troppo con il famoso ricatto dell’emotività nei confronti dello spettatore, nella seconda parte del film è il processo il vero protagonista.

La scoperta del passato di Breivik, la disperata costruzione della difesa costretta a difendere l’uomo, ma anche la discesa negli inferi – prima di risalire – di Viljar, superstite dell’isola ma con gravi problemi fisici che condizioneranno per sempre la sua vita.

 

22 July

 

Un po’ come Vox Lux, anche 22 July è una discesa e ascesa, ovviamente strutturate in modo differente. In questo caso non c’è la fantasia a venir messa a disposizione della realtà; qui la realtà, ancora tangibile e scottante sulla nostra pelle, supera di gran lunga qualsiasi tipo di immaginazione.

Il regista riesce a rendere autentica la costruzione del film, senza però renderlo artificioso, falso.

Si resta in apnea all’inizio e alla fine della pellicola, osservando i comportamenti del colpevole, la sua folle convinzione di ghiaccio, anche una volta emessa la sentenza, anche dopo essere rimasto solo.

Una follia dilagante che si riversa, costantemente, nella nostra società. La paura per il diverso, la paura dell’inclusione e di diffusione e unione delle culture, razze ed etnia.

“Cacciare lo straniero” senza provare un briciolo di umanità, istigando ancora di più all’odio, violenza e alla chiusura totale.

 

22 July
Greengrass riesce a far riflettere molto bene su questo punto e lo fa attraverso gli occhi di chi è sopravvissuto, il dolore di chi ha perso tutto e la speranza di chi vuole ricominciare, ricostruire e migliorare affinché uomini come Breivik non possano fare più del male.

Un film dall’ampio respiro internazionale, che riesce a coinvolgere una larga fetta di pubblico.

Nonostante qualche problema in fase centrale, dove il regista si dilunga leggermente di più, divenendo per certi versi didascalico e troppo canonico nella struttura, successivamente in piena fase del processo si riprende del tutto, lasciando sospeso lo spettatore in una bolla tra incredulità e desiderio di giustizia.

22 July è un film che non perdona, un film che fa maledettamente male, ma è anche un film che ci insegna a restare uniti, soprattutto in questi momenti; di non perdere mai la speranza per il futuro e di combattere per chi non c’è più, per chi ha sacrificato tanto e per chi verrà.

 

 

La Mostra del Cinema di Venezia si terrà al Lido dal 29 Agosto all’8 Settembre. Noi di Lega Nerd, come ogni anno, seguiremo la mostra per tenervi costantemente aggiornati con news, recensioni, interviste e recap live dal Lido. Segui il nostro hub dedicato: leganerd.com/venezia75
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