Predator 30° Anniversario

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Finalmente arriva nelle nostre fumetterie Predator 30° Anniversario, il volume che raccoglie le prime 3 storie a fumetti dedicate ai letali Yautja, i cacciatori spaziali più letali del cinema. Preparatevi ad affrontare la giungla di cemento e il gelo siberiano prima di tornare nella torrida giungla del sud America.

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Predator ha un posto speciale nel cuore di tanti di noi. La pellicola del 1987 di John McTiernan, oltre a non essere invecchiata male, racchiude tutti gli elementi di genere che rendono perfetto un action movie: un protagonista militarmente credibile (e grossissimo) assieme ad una squadra altrettanto carismatica, l’ambientazione esotica oppressiva, simile ad una trappola, il mistero che si svela a piccoli passi, la creatura aliena imbattibile che solo nel finale si rivela in tutta la sua forza e brutalità e che affronta in duello il protagonista, oltre a svariate scelte registiche decisamente azzeccate.

Il successo del film generò un’ondata di entusiasmo che permise all’allora trentaduenne Mark Verheiden di ricevere il mandato dalla neonata Dark Horse Comics per scrivere un fumetto dedicato alle temibili creature note come Yautja.

Predator 2 non era ancora nei pensieri dei produttori e quindi il buon Mark immaginò che sarebbe stata un’ottima idea raccontare un ideale sequel del film originale, mantenendo tutte le caratteristiche che avevano reso grande il film con Schwarzenegger (e che in buona sostanza caratterizzavano gli anni ottanta) e aggiungendo una determinante novità: dalla giungla sudamericana, la caccia si spostò alla giungla di cemento di New York City.

Mark si era già distinto come autore nel sequel di Aliens a fumetti (che noi abbiamo letto su Aliens 30° Anniversario pubblicato l’anno scorso sempre da Saldapress) e quindi ricevette carta bianca dalla Dark Horse con un’unica condizione: il Maggiore Alan “Dutch” Schaefer non poteva essere utilizzato come protagonista. Poco male.

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Nacque così il Detective Schaefer (non ha mai ricevuto un nome di battesimo), fratello maggiore di Dutch, altrettanto robusto ma decisamente più rozzo, cinico e fumantino rispetto il veterano di guerra del primo film.

In Giungla di Cemento il detective della omicidi di New York, con il suo collega Rasche, perfetta spalla quasi a formare la coppia di Arma Letale, sarà chiamato ad indagare su una guerra tra bande di spacciatori e narcotrafficanti che sta mettendo a ferro e fuoco la città; ma gli sfortunati criminali si troveranno faccia a faccia con un cacciatore Yautja che massacrerà i malcapitati, sventrandoli e successivamente appendendoli come trofei a testa in giù.

 

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Sarà proprio Schaef a confrontarsi con la creatura, perdendo malamente il primo scontro, ma rimanendo ossessionato dall’idea che il terrificante alieno sia in qualche modo collegato alla scomparsa del fratello in Sud America.

Nascerà una doppia caccia quindi, con i ruoli di preda e cacciatore non sempre così definiti, che vedrà coinvolti anche l’esercito e i servizi segreti, avvalorando ancora di più la teoria di Schaef.

Gli scontri e i combattimenti (che si divideranno tra New York e la giungla sudamericana) saranno solo un preludio all’orrore che sta per arrivare: lo Yautja non è più solo.

La sconfitta del primo cacciatore ha portato un certo interesse nella razza spaziale al punto da tentare un’invasione massiccia della Grande Mela; evidentemente gli Yautja non hanno ancora finito con la famiglia Schaefer e il super massiccio fratello di Dutch sarà pronto a giocarsi il tutto per tutto nella guerra che sta per scatenarsi.

A queste due storie ne seguirono altre, tutte direttamente collegate e tutte con il medesimo protagonista.

In Guerra Fredda (1990) il combattimento si sposterà in Siberia, ambiente ostile tanto per gli umani quanto per gli Yautja. L’atterraggio di una navicella aliena coinvolgerà l’esercito sovietico e i servizi segreti americani in una furiosa caccia per potersi impadronire della tecnologia extraterrestre.

Schaef, duro come il granito (sia fisicamente che di comprendonio), verrà suo malgrado gettato nella mischia in quanto unico uomo assieme a suo fratello ad aver ucciso una creatura. L’ufficiale Ligachev, tostissima e glaciale, sarà la nuova companion del protagonista fornendo tutto il volume di fuoco necessario a sterminare la pattuglia di Yautja e ad impedire a URSS e USA di poter sfruttare a scopi bellici i manufatti alieni.

 

 

Infine arriviamo al 1996 e a Fiume Oscuro, conclusione della trilogia di Verheiden su Schaef e i Predator, che riporterà i protagonisti nella giungla sudamericana, dove lo Yautja che credevamo morto per mano del poliziotto newyorkese è in realtà ancora vivo, ha fatto proseliti tra i nativi del posto e brama di chiudere i conti con l’avversario che lo ha quasi ucciso.

Sarà in questo episodio che saranno svelati alcuni nuovi particolari sugli alieni, sul destino di Dutch e il coinvolgimento del generale Phillips e soprattutto si arriverà al confronto finale, sempre in compagnia di una bella e letale donna, in questo caso la seňorita Lopez.

 

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Ogni tanto penso al buon Mark Verheiden e al suo lavoro di fumettista.

Ha scritto il seguito di Aliens di Cameron, ampliando la storia, presentandoci gli Space Jokey, svelando i misteri degli xenomorfi e creando una solidissima base di partenza per la sceneggiatura di quello che sarebbe potuto essere Alien 3. Sappiamo tutti come è andata poi cinematograficamente.

Ha poi scritto – di fatto – Predator 2, indovinando tutto: ambientazione urbana, protagonista collegato all’originale Dutch, coinvolgimento dell’esercito e quindi sottotrama spy, mantenendo tutto il fascino e l’aggressività delle creature aliene, ampliando l’universo Yautja quel tanto che bastava per tenersi spalancate le porte di chissà quante sceneggiature. Di tutte queste idee nel film Predator 2 rimasero solo l’ambientazione, il mestiere del protagonista e le gang rivali.

Un gran peccato. Perché i suoi fumetti funzionano bene anche oggi dopo 30 anni. Certo poi la carriera di Verheiden come sceneggiatura è stata comunque lunga e fruttuosa (ha lavorato anche su Battlestar Galactica), ma un po’ di amarezza di fondo rimane.

Pensate al Detective Schaef ed immaginate di trovarvi nel 1990: chi meglio di Dolph Lundgren avrebbe potuto interpretare il coriaceo detective fratello di Schwarzy?

 

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Se Giungla di Cemento fosse stato opzionato per la sceneggiatura di Predator 2 oggi non ricorderemo quella pellicola come un fallimento.

Chris Warner (che sarà ospite della prossima edizione di Romics) ha realizzato dei disegni davvero convincenti, perfetti per l’epoca ma che tuttora riescono a comunicare dinamicità e un ottimo ritmo d’azione. Le muscolature ipertrofiche (che ricordano i comics supereroistici) e le espressioni risultano sempre buone e il design degli Yautja è dir poco perfetto, così come gli squartamenti e le sparatorie.

 

 

Nelle successive due storie il ruolo poi fu preso da Ron Randall, meno rigido nella gabbia delle vignette, più vicino quindi all’epoca Image e alle tendenze del momento e, anche se decisamente meno dettagliato rispetto a Warner, capace di buonissime inquadrature e ottime scene d’azione.

Predator 30° Anniversario, uscito l’anno scorso per Dark Horse Comics, proprio in occasione dell’importante ricorrenza e oggi elegantemente rilegato da Saldapress in un ottimo volume da collezione, racchiude l’essenza delle storie action degli anni ottanta.

Gli elementi caratterizzanti ci sono tutti, dal protagonista muscolosissimo e con la battutaccia sempre pronta (pure troppo), la ragazza bellissima e letale che da antagonista si trasforma in alleato, l’esercito cattivo con il solo scopo di arricchirsi e insabbiare le verità scomode.

Sono cliché, certamente, ma sono anche precise regole di sceneggiatura che hanno costruito il modo di fare cinema e fumetto in quel periodo. Utilizzare sapientemente queste regole significa confezionare un prodotto divertente e dinamico e, a dispetto di quello che si potrebbe pensare visto il divario temporale, duraturo negli anni.

 

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L’iniziativa di Saldapress di riproporre in Italia la trilogia originale di Predator, dopo il successo dell’Alien Universe, non può che ottenere un riscontro favorevole.

Molti fan aspettavano il momento per poter inserire queste storie nelle proprie librerie in un formato di pregio, peraltro dal prezzo decisamente conveniente.

Se da un lato è un piacere riscoprire il fascino di alcuni importanti fumetti del passato, dall’altro c’è la possibilità di leggere anche le nuove serie che stanno per arrivare, ovvero Life and Death e il mensile Hunters, tutto in vista dell’uscita dell’uscita del nuovo film di  Shane Black, quel Predator che stiamo aspettando con grande apprensione.

 

80
ME GUSTA
  • Giungla di cemento è esattamente quello che sarebbe dovuto essere Predator 2 al cinema
  • Verheiden costruisce una trilogia solida e coerente rispettando i clichè narrativi e regalando tanta azione
  • Chris Warner disegna molto bene, sbagliando poco o niente; Randall gli è di poco inferiore mantenendo comunque una buona continuità
  • Respirerete tutto il fascino di Predator e degli action movie anni 80
  • Cura editoriale eccellente, il volume è uno spettacolo, come già accaduto con i volumi di Aliens, ad un ottimo prezzo
FAIL
  • Giungla di Cemento risulta migliore sotto vari punti di vista rispetto le successive due storie Guerra Fredda e Fiume Oscuro
  • Anche in termini di scrittura e caratterizzazione il detective Schaef sembra più serio e credibile nella prima storia, rispetto le sucessive, dove si fa più sbruffone e stereotipato
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