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The Hatpin Panic

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Immaginatevi di essere a casa vostra, sbracati dopo una dura giornata di lavoro. Prendete il giornale (non Il Giornale). “Gli uomini sono spaventati dall’aggressività delle donne!” titola il quotidiano (ok messa così potrebbe essere Il Giornale).

Vi allungate sulla poltrona e riflettete su come il mondo stia cambiando, su come le donne stiano finalmente ottenendo più spazio senza dover sottostare a una logica maschile e di come alcuni uomini possano esserne spaventati e anche di come qualche innocente finisca colpito da questi cambiamenti.

Ma il mondo è così, va avanti, e non si può fermare il cambiamento.

Quante volte avete vissuto una scena così? Io di continuo, ho seguito con attenzione le istanze femministe, come si confà ad ogni gentiluomo di un certo lignaggio (acero, nel mio caso).

Ma cambiamo un attimo il contesto. Casa vostra è una villa vittoriana, la vostra poltrona ha i piedini come zampe di leone, Il Giornale non esiste ancora (i vantaggi dell’epoca vittoriana) eppure tutto il resto sarebbe uguale: donne che vogliono diritti, uomini spaventati e la stampa che non capisce nulla.

È il 1910 è siamo nel bel mezzo dell’Hatpin Panic!

 

 

 

La violenta moda vittoriana

Come sappiamo i cappelli da uomo vittoriani hanno alle spalle una storia di morte, follia e degenerazione umana, un po’ come ogni cosa bella del lungo secolo.

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Ma i cappelli da donna?

Beh sono vittoriani, quindi vi aspetterete qualcosa di simile, ma rimarreste delusi, i cappellini per signorina bene hanno dietro soltanto una storia di violenza (e di morte, ma raramente).

I cappelli per signorine bene dei primi del ‘900 sembravano delle torte nuziali, sopra c’era di tutto, seta, taffeta, ricami, retine, fiori e anche frutta.

Per tenere questa mirabile opera di ingegneria tutta assieme la si puntellava con degli spilli.

Va da sé che più il cappello cresceva più i puntelli crescevano e gli hatpin, ossia gli spilloni da cappello, raggiunsero la lunghezza di 30 cm e oltre.

 

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Women Defending the Long Hat Pin.” Grand Forks Daily Herald, March 1, 1910.

 

Quindi le signorine bene vittoriane andavano in giro con spilloni di 30 cm di acciaio ben temperato a portata di mano.

In pratica con l’equivalente per signorine di un coltellaccio da combattimento. E visto quello che dovevano sostenere gli hatpin erano belli robusti, e belli acuminati.

 

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San Francisco Sunday Call, 1904

 

 

 

Streets of America

“The Hatpin As a Weapon.”
Harrisburg Patriot, April 16, 1908;

Ma le armi sono sempre esistite (stiamo parlando dell’America, dove se non avevi una pistola non eri nessuno) e le signorine bene pure, quindi perché questo panico?

Perché nei primi anni del ‘900 ci sono altre due grandi forze che agitano la società, la prima è il movimento delle suffragette che reclama maggiori diritti per le donne e si fa portavoce delle prime istanze femministe, il secondo sono i cambiamenti della società stessa.

Le donne non devono più sottostare agli uomini, escono da sole la sera, vanno a ballare, molte di loro iniziano ad avere un lavoro e quindi entrate economiche, in poche parole le donne stanno diventando indipendenti.

“Stuck Hatpin Into a Masher.”
New York World, May 27, 1903;

Cambiano le regole del corteggiamento e i comportamenti sessuali. Niente più fidanzamenti sotto l’occhio vigile dei genitori, niente più uscite con lo chaperone (figura che andrebbe pesantemente rivalutata) le donne sono sole, in un mondo di uomini, un mondo non sempre benevolo.

Così come la società si trasforma per le donne si trasforma anche per gli uomini, appaiono i mashers ossia giovani uomini ben vestiti che cercano di fare colpo, ma che spesso si rivelano dei viscidoni.

Così l’hatpin si trasforma da semplice corredo di moda ad arma di difesa. Le ragazze che vengono molestate in strada o sui mezzi pubblici (perché si, le molestie sugli autobus non ce le siamo inventate noi) reagiscono con i loro spilloni, una bella pugnalata e passa la paura.

Sui giornali apparvero veri e propri tutorial di autodifesa con l’hatpin: come estrarre e dove colpire, ossia le cose che ogni signorina bene dovrebbe conoscere.

 

 

 

The Hatpin Panic

“Women’s Handy Weapon Against Thieves.”
New York Tribune, February 7, 1904;

Le storie di donne che si difendevano da attenzioni non richieste iniziarono ad apparire sui giornali con grande frequenza, ma cambiarono anche i toni.

Per la prima volta le donne sono descritte come delle eroine, che difendono il loro diritto a sentirsi sicure.

Prima le notizie di donne che picchiavano o ferivano un uomo erano di solito relegate a notizie comiche, di costume, adesso invece i titoli e gli articoli di giornale descrivono le loro azioni e le attenzioni indesiderate che le donne subivano in svariati contesti pubblici.

Gli uomini colpevoli sono descritti come mashers ossia come dei viscidi che allungano le mani, le donne come ragazze coraggiose che li rimettono al loro posto.

“Woman Routs Robbers,”
Cleveland Plain Dealer, August 29, 1909;

Ma come ogni cambiamento c’è sempre qualcuno che si oppone che chiede un ritorno alle cose come erano prima.

Già ai tempi la Chicago Vice Commission suggeriva che le donne non accompagnate da uno chaperone non andassero in giro vestite in maniera vistosa, che non si truccassero troppo e già ai tempi le suffragette rispondevano che i comportamenti sconvenienti di alcuni uomini non dipendevano dalle nuove mode quanto dal fatto che certi uomini dovevano imparare a comportarsi.

Nan Davis, una signorina bene che rappresentava diversi club femminili di Chicago ebbe a dire:

If the men of Chicago want to take the hatpins away from us, let them make the streets safe. No man has a right to tell me how I shall dress and what I shall wear.

Vi ricorda qualcosa?

 

 

 

Conclusioni

“Are Long Hatpins a Public Menace?”
Anaconda (MT) Standard, March 1, 1910;

Così i detrattori degli hatpin tentarono un’altra strategia, raccogliendo casi e testimonianze in cui uomini innocenti erano finiti vittime degli hatpin, fidanzati uccisi per sbaglio con una stilettata al cuore, uomini su mezzi pubblici che ricevono 30 cm di acciaio dietro l’orecchio e muoiono in ospedale, operaie che aggrediscono dei poliziotti con i loro hatpin per proteggere colleghe che vengono arrestate.

“Hatpin Brings Death.”
Daily Record-Miner (Juneau, AK), August 26, 1908;

La montante protesta contro gli hatpin portò a una serie di provvedimenti. In diverse città americane passarono leggi che impedirono hatpin oltre una certa lunghezza e multavano le donne che avessero con se hatpin più lunghi.

“Would Regulate Size of Hat Pins.”
Duluth News-Tribune, March 1, 1910;

Ma non furono ne le proteste, ne le morti, ne le leggi che sconfissero l’hatpin panic, fu qualcosa di molto più semplice: cambiò la moda.

I cappelli scomparvero o divennero decisamente più sobri, le donne iniziarono ad andare in giro con i capelli sciolti e l’hatpin panic scomparve mentre all’orizzonte sorgeva il sole della Grande Guerra.

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Oggi l’hatpin rimane solo nei ricordi scoloriti dei vecchi gentiluomini, che quando leggono le campagne per i diritti delle donne e le reazioni a tali campagne sorridono sotto i baffi, certe cose, tenderanno a ripetersi, finchè non avremo una società meno patriarcale.
E che quando escono a corteggiare qualche signorina bene si comportano sempre come se la ragazza avesse a portata di mano 30 cm di acciaio acuminato e ben temperato e abbia seguito i consigli della nonna.

“Never Go Walking Out Without Your Hat Pin”:

My Granny was a very shrewd old lady,
The smartest woman that I ever met.
She used to say, “Now listen to me, Sadie,
There’s one thing that you never must forget.”

Never go walking out without your hat pin.
The law won’t let you carry more than that.
For if you go walking out without your hat pin, You may lose your head as well as lose your hat.”

My Granny said men never could be trusted.
No matter how refined they might appear.
She said that many maidens’ hearts got busted
Because men never had but one idea.

I’ve heard that Grandpa really was a mess,
So Grandma knew whereof she spoke, I guess.

Never go walking out without your hat pin.
Not even to some very classy joints.
For when a fellow sees you’ve got a hat pin
He’s very much more apt to get the point.

My Mama, too, set quite a bad example.
She never heeded Grandmama’s advice.
She found that if you give a man a sample,
The sample somehow never does suffice.

In fact, it’s rumored I might not have been
If Mum had not gone out without her pin.

Never go walking out without your hat pin.
It’s about the best protection you have got.
For if you go walking out without your hat pin,
You may come home without your you-know-what!

 

 

 

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