Metal Gear Survive

Metal Gear Survive

Il primo capitolo della serie Metal Gear dopo la rottura tra Konami e hideo Kojima è infine arrivato sugli scaffali dei negozi. Scoprite come ci è sembrato con la nostra recensione.

Accolto con forte scetticismo da parte degli appassionati della saga fin dal suo annuncio, il titolo di cui andiamo a parlarvi si scontra non solo col dover risultare oggettivamente un buon gioco, ma con l’importante eredità del proprio nome. Nome che, era chiaro da subito a tutti, sarebbe stato praticamente l’unico collegamento con la saga firmata da Kojima.

Metal Gear Survive infatti si contraddistingue per uno stile di gioco molto meno stealth, più improntato all’azione e con svariati elementi da survival horror (anche questo, d’altronde, lo dice il nome). Abbiamo affrontato insieme la prima ora del titolo in diretta e discusso già in una live di GameCast dedicata la questione “sfruttamento di un’IP famosa snaturandola” e non ci dilungheremo oltre sulla questione anche perché, come rilevato in entrambi i video (che trovate di seguito, qualora ve li foste persi) il titolo in questione ha una sua dignità ed è divertente da giocare, al netto di tutto.

Se siete curiosi di saperne di più non vi resta che proseguire nella lettura. Vi ricordiamo che il gioco è disponibile dal 22 febbraio per PC, PS4 e Xbox One.

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gamecast

 

Lasciamo Big Boss al suo destino che proseguirà in The Phantom Pain mentre qui si apre un varco spazio temporale che crea una timeline parallela.

La storia di Metal Gear Survive ci riporta subito dopo gli eventi di MGSV: Ground Zeroes, dopo l’attacco a Mother Base, sfruttando questo setting per dar vita a una vicenda che si discosta completamente anche dai canoni narrativi tipici di Metal Gear Solid. Lasciamo le vicende di Big Boss al suo destino che proseguirà in The Phantom Pain mentre qui si apre un varco spazio temporale che crea un’altra timeline in una dimensione parallela. Questa è infestata dai Vaganti, una volta umani, ora vittime di un morbo che ne deforma il corpo e li rende feroci e aggressivi.

Il nostro protagonista, che creeremo attraverso un editor ricco ma non barocco alla Monster Hunter, è uno dei soldati caduti nella battaglia di Mother Base che riesce però a sopravvivere per via del virus da cui è infetto. Questo fa di lui il soggetto ideale per andare nella dimensione parallela di cui dicevamo, chiamata Dite, che l’unità speciale dei Corpi di Caronte stava già sondando allo scopo di carpirne i segreti, salvo essere stata decimata in circostanze non esattamente chiare. Qui entriamo in gioco noi, inviati a Dite per capire che razza di stranezze vi accadano, dallo scienziato responsabile del progetto, nome in codice “Goodluck”.

Non si tratta di un capolavoro narrativo, ma il titolo fa il suo e riesce a tenere alto l’interesse fino ai titoli di coda.

Giunti a destinazione ci imbatteremo in Reeve, superstite della precedente spedizione, con cui collaboreremo stabilendo un basecamp nei pressi delle macerie della fu Mother Base,  risucchiata anch’essa dal wormhole. In una trama che intervalla il gameplay scandendo la narrazione con classiche sequenze filmate e dialoghi statici che strizzano l’occhio al caro vecchio Codec, Metal Gear Survive riesce a intavolare, al netto di presupposti che lasciavano intendere tutt’altro, una trama accattivante e ben scritta. Non si tratta certo di un capolavoro narrativo, ma il titolo fa il suo e riesce a tenere alto l’interesse dall’inizio fino ai titoli di coda, rivelandosi nelle tematiche anche piuttosto vicino agli stilemi della serie.

 

 

Dal punto di vista del gameplay abbiamo invece un cambio di formula davvero incisivo, che mantiene lo scheletro di movimenti e azione visto nei due atti di Metal Gear Solid V ma che si declina in un’azione da survival. Bisognerà dunque tenere sempre d’occhio due indicatori che ci allertano su fame e sete del nostro protagonista, cui è strettamente legata la sua resa fisica e psicologica e, in definitiva, la sua sopravvivenza. Procurarci viveri sarà dunque parte integrante del gioco, dapprima accontentandoci di quel che capita per far sì che la vista del personaggio non si annebbi, in un secondo momento cacciando gli animali per poi cuocerli in un falò.

Ci sono poi apposite stazioni al centro del basecamp in cui utilizzare le altre risorse per costruire armi e altri gadget. Questa struttura fortemente improntata sul survival pone il giocatore davanti a diversi approcci, il più efficace consiste senz’altro nel dedicarsi in un primo momento ad accumulare risorse e implementare le capacità del protagonista con l’efficace metodo di progressione messo a nostra disposizione, per poi affrontare con più sicurezza le missioni principali in cui dovremo recuperare energia Kuban, che si estrae dai cadaveri dei Vaganti, e schede di memoria.

 

 

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Il gameplay si declina anche in alcune fasi gestionali, oltre che survival e d’azione

Oltre all’azione vera e propria il gameplay si declina poi anche in alcune fasi gestionali: potrete infatti costruire strutture difensive come grate o barricate, oltre a diverse altre strutture per ampliare il vostro base camp, da strutture per la depurazione delle acque ai centri di condivisione alimenti. Grazie a una decisa mole di contenuti la campagna del titolo può tenere impegnati tranquillamente dalle 20 alle 25 ore di gioco prima di vedere i titoli di coda, dopo i quali si sviluppa tra l’altro un validissimo endgame.

É innegabile che dopo un po’ l’azione di gioco risulti ripetitiva visto che le missioni si articolano fondamentalmente in due tipologie: tower defense e missioni di recupero. Ma se siete degli amanti dei survival potrete ovviare tranquillamente al fattore monotonia grazie al numero davvero spropositato di oggetti e materiali reperibili a Dite. Infine tutti i progressi del single player saranno disponibili anche nel comparto multiplayer, che al momento conta di una sola modalità, una sezione tower defense da portare avanti in quattro, con però diverse ambientazioni e tre livelli di difficoltà che aumentano sensibilmente la quantità di nemici. Nei prossimi giorni comunque arriverà anche una nuova modalità cooperativa insieme al nuovo livello di difficoltà (Hard) per le missioni giornaliere e settimanali.

Dal punto di vista grafico e tecnico, infine, il gioco è decisamente valido sebbene si tratti di meriti derivativi dalla struttura già bella che pronta di Metal Gear Solid V, ma bisogna pur riconoscere a Konami di aver lavorato bene al prodotto anche dal lato tecnico. Insomma, è difficile concludere in modo univoco la valutazione di questo titolo: se avete già deciso che si tratta di un oltraggio all’affetto quasi religioso che provate nei confronti della saga e del suo creatore, non c’è nulla che vi spingerà ad acquistare questo titolo. Se però apprezzate ancora l’atmosfera della serie e siete curiosi di provare un survival con delle meccaniche basilari ma che funzionano alla grande, date una possibilità a Metal Gear Survive perché se la merita, e se avesse avuto un altro nome non fatichereste così tanto ad ammetterlo.

 

76
ME GUSTA
  • Trama intrigante e ben strutturata
  • Gameplay survival ben fatto
  • Ricco di contenuti
FAIL
  • Alla lunga fisiologicamente ripetitivo
  • Comparto multiplayer molto basic
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