Lady Bird: quell’odissea chiamata adolescenza

Lady Bird

Nella scalata in sala ai film candidati agli Oscar arriva il più fresco e sbarazzino Lady Bird, opera prima della regista e attrice Greta Gerwig. La pellicola, con protagonista la brava e giovanissima Saoirse Ronan, è candidata a ben cinque Oscar, dopo aver vinto due Golden Globe come miglior commedia o musical e miglior attrice . Ma quanto è davvero meritata questa candidatura?

In un periodo di grandi uscite cinematografiche, dove sulla vetta degli Oscar vediamo già trionfare pellicole mastodontiche come Dunkirk o Tre Manifesti a Ebbing, Missouri, dove registi incredibili come Spielberg, Anderson e Del Toro, arrivano in sala con film già destinati a restare nella storia del cinema, l’opera prima di Greta Gerwig infila “un piede” nella porta, portando con sè un po’ di ingenuità e freschezza tra le tante uscite più impegnative.

Lady Bird, come un po’ di pellicole e serie tv molto in voga negli ultimi anni, è uno spensierato coming of age dove mamme troppo apprensive, città dalla mentalità ristretta, scuole cattoliche e primi amori, diventano gli ostacoli insormontabili di quell’odissea che qualcuno si ostina ancora a chiamare adolescenza.

 

Lady Bird

 

Cosa sono? Cosa non sono? Cosa voglio fare? Cosa non voglio che mi si imponga di fare?

Cosa sono? Cosa non sono? Cosa voglio fare? Cosa non voglio che mi si imponga di fare? Solo alcune delle domande che si uniscono ai continui contrasti interiori che, spesso e volentieri, si esauriscono in conflitti e incomprensioni con chi ci circonda. Piacere agli altri prima che a se stessi, mentire sulla propria condizione economica, sognare un futuro più entusiasmante che può realizzarsi solo molto lontano da casa. Sono esattamente questi i pensieri che assillano la giovanissima Christine, adolescente di Sacramento chiamata da tutti quanti Lady Bird.

Lady Bird è una classica ragazza di sedici anni, costretta ad andare in una scuola cattolica per ragazze, che per la testa avrebbe moltissime ambizioni, ma concretamente ben poco materiale per metterle in pratica. Inoltre, Lady Bird deve confrontarsi ogni giorno con una madre dalle pretese – secondo lei – troppo grandi, per la quale non sarà mai all’altezza. Uno scontro generazionale continuo che porta, in più di un’occasione, Lady Bird a pensare che per tutti quanti non sarà mai abbastanza, non sarà mai capace di spiccare il volo e realizzarsi, fare qualcosa di grande.

 

Lady Bird

 

Per questo motivo Lady Bird non vuole accontentarsi di un college a pochi chilometri di distanza da casa sua ma vuole sognare in grande, vivere un’altra vita, magari nella Grande Mela e raggiungere, finalmente, quell’indipendenza tanto agognata.

Ma saranno davvero le tante miglia, le grandi città, a fare la differenza sulla maturità e indipendenza di una persona? È proprio la grande distanza da casa, dal proprio nucleo famigliare, a portare un ragazzo o una ragazza a sbocciare? Per Lady Bird si, e tenterà il tutto e per tutto per riuscirci.

Greta Gerwig con una regia molto pulita e in perfetto stile Sundace, quindi con uno stile di cinema indie molto amato dagli adolescenti -e non solo- di adesso che iniziano ad approcciarsi al cinema, firma un’avventura brillante, simpatica e deliziosa che si forma attraverso gli ostacoli, le gioie, le farfalle nello stomaco e le “grandi” sofferenze della vita.

Assieme a Lady Bird compiamo un viaggio, anche a ritroso nei nostri anni di adolescenza, quando con il primo bacio sembrava di aver toccato la luna, la prima volta ci ha lasciato un velo di disagio e insicurezza, la casa di quello più figo della scuola è sempre più bella della nostra, nessun insegnante o genitore sembra comprendere le nostre aspirazioni per il futuro.

 

Lady Bird

 

Saoirse Ronan, protagonista di questa commedia agrodolce brillante, andando non troppo indietro nel suo passato da adolescente, mette in scena un bellissimo personaggio nel quale è facilissimo riconoscersi. Le ambizioni, le paura, quel senso di rabbia costante e incomprensibile che ci faceva sentire perennemente sotto attacco. Un quadro davvero complesso e completo di contrastanti emozioni tipiche di quel periodo della vita dove, il più delle volte, la città diventa la valvola di sfogo, il centro nevralgico degli immensi problemi di un adolescente.

Lady Bird è un film dalla molteplice anima. Un coming of age, sicuramente, ma anche un inno di “odi et amo” nei confronti delle proprie città da natale dove, inevitabile, pensare che la giovane regista abbia messo qualcosa della sua stessa adolescenza.

La pellicola affronta anche la difficoltà dell’essere genitore e quella dell’essere figli. I dolorosi silenzi, i sentimenti feroci urlati in faccia senza pensarci due volte. L’aspettativa, il non sentirsi mai abbastanza, il mettersi perennemente a confronto, come se fosse una sfida costante a chi si spingerà più oltre. Un carosello infinito di cui protagoniste sono Lady Bird e sua madre, interpretata dalla bravissima Laurie Metcalf.

 

Lady Bird

 

Il vero problema di Lady Bird è che in tutta questa freschezza dai toni pastello non c’è mai un elemento che venga davvero messo a risalto

Il vero problema di Lady Bird è che in tutta questa freschezza dai toni pastello non c’è mai un elemento che venga davvero messo a risalto. Qualcosa che renda particolarmente speciale e memorabile la pellicola della Gerwig che, alla fine della giostra, rimane una pellicola molto piacevole ma che, col tempo, sbiadisce troppo velocemente.

Una candidatura assolutamente meritata quella della Ronan, che con gli anni si mostra essere un’attrice assai piacevole e interessante in ruoli sempre particolari e molto sensibili, ma un po’ meno giustificata quella a Miglior Film e, soprattutto, Miglior Regia a tal punto da far pensare che, forse forse, quella della Gerwig sia più un pretesto per tenere buoni gli animi troppo infiammati per la pericolante situazione hollywoodiana degli ultimi mesi. 

 

Lady Bird

 

Lady Bird è un’ottima opera prima, un buon trampolino di lancio per una promettente carriera nel cinema indie, e non solo, per quanto riguarda Greta Gerwig.

 

Un film che farà sorridere, portandoci a viaggiare un po’ nel passato, magari a pensare a quante volte un semplice “grazie” avrebbe compensato ai tanti “ti odio” detti stupidamente e con superficialità. Ma anche una pellicola che gratta la superficie e che, in fondo, non va troppo oltre la sua naturale lunghezza di narrazione.

 

 

Lady Bird è nelle nostre sale a partire dal 1 Marzo 

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