Dragon Quest Builders – Nintendo Switch Edition

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Dragon Quest Builders, l’originale sandbox firmato Square Enix, torna a distanza di un anno riproponendo l’esperienza prima esclusiva PlayStation anche su Nintendo Switch.

Dragon Quest Builders è un sandbox che unisce le coloratissime atmosfere e lo stile che da decenni caratterizza la serie Dragon Quest a meccaniche resi celebri da Minecraft e ormai declinate in tantissime produzioni, diventando paradigma stesso del concetto di sandbox.

Più di un anno fa il titolo arrivava sul mercato in esclusiva PlayStation 4, ma dello stesso era già presente anche una versione PlayStation Vita (che per chi non lo sapesse va ancora forte nella Terra del Sol Levante) ed era prevedibile che, presto o tardi, sarebbe approdato anche sugli opulenti lidi di Nintendo Switch, che si presta particolarmente allo stile del titolo. Qui sulle pagine di Lega Nerd si era già occupata della recensione del titolo Roberta (trovate il link di seguito se voleste approfondire maggiormente le meccaniche del gioco) per cui in questa nostra analisi ci soffermeremo maggiormente sulla versione per Switch.

 

Dragon Quest Builders

 

L’offerta del titolo sarà ancora valida a distanza di un anno sulla console ibrida della casa di Kyoto? E quali sono le principali differenze con le versioni PlayStation? Se siete curiosi di scoprirlo non vi resta che proseguire con la lettura della nostra recensione! Vi ricordiamo che Dragon Quest Builders è disponibile da ottobre 2016 per PlayStation 4 e PlayStation Vita e dal 9 febbraio 2018 anche per Nintendo Switch.

 

https://www.youtube.com/watch?v=L-BNho6bA8g

 

Dragon Quest Builders si basa su un curioso what if della grande battaglia finale del primo capitolo della storica saga, dove il giocatore nei panni dell’eroe riusciva a sottrarre il Regno di Alefgard dalle perfide grinfie del Dragonlord, ristabilendo nel mondo pace e prosperità. Ecco, qui le cose sono andate diversamente. Il male ha infine trionfato e le maestose città, che un tempo si ergevano imponenti, sono state rase al suolo. Ormai gli abitanti vagano tra boschi e vallate in cerca di una dimora, ma soprattutto di una speranza per andare avanti.

La loro unica possibilità di salvezza risiede nelle parole di un’antica profezia che annuncia la venuta di un “leggendario costruttore”.

La loro unica possibilità di salvezza risiede nelle parole di un’antica profezia che annuncia la venuta di un leggendario costruttore che sarà in grado di utilizzare le risorse del territorio al fine di creare oggetti e materiali di varia natura. Compito del giocatore è dunque riportare al suo antico splendore il Regno, rimettendo le città in sesto e insegnando la nobile arte della costruzione anche a tutti gli altri abitanti. Una trama che fa il suo dovere senza mai andare a toccare i toni epici che caratterizzano invece la saga canonica e che si suddivide in quattro atti principali, oltre a una modalità che ci permetterà di condividere le nostre creazioni con gli altri giocatori (vi rimandiamo alla prima recensione per approfondire questo aspetto).

 

 

Un sandbox atipico, che predilige la linearità al caos.

Dopo aver creato il nostro personaggio metteremo subito piede nella prima città: Cantlin. Il nostro obiettivo primario sarà quello di ingrandirla, abbellirla, e renderla funzionale, creando delle stanze di varie entità e per diversi scopi. Presentandosi come un sandbox atipico, che predilige una sorta di linearità, Dragon Quest Builders offre un gameplay ricco e per niente caotico (adatto un po’ a tutti i palati, insomma), declinato in delle missioni ben strutturate, con delle richieste da soddisfare e delle città da ripopolare. Quest dopo quest impareremo a costruire davvero di tutto, dagli oggetti più semplici a quelli più elaborati.

A differenza del noto Minecraft poi, qui abbiamo un limite di blocchi in altezza a 32 e in profondità a soli 4. Una scelta che da un lato pone paletti alle possibilità sfruttabili dal giocatore e dall’altro si sposa perfettamente con la natura un po’ ristretta e decisamente peculiare del titolo, di cui si diceva sopra. Tant’è vero che lo stesso mondo di gioco non è esplorabile completamente e per visitare le nuove zone o raggiungere le isole sparse per il regno saremo costretti a usare i portali magici che riceveremo completando determinate missioni principali. Questi si riveleranno anche zone colme di nuovi nemici da affrontare, via via sempre più aggressivi, contro i quali si esplica l’altra faccia della medaglia per quanto concerne il gameplay del titolo: i combattimenti che si affiancano alle ben più corpose fasi di costruzione stile sandbox.

 

 

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Lo stile artistico coloratissimo e peculiare della serie Dragon Quest, caratterizzata dal tratto inconfondibile del maestro Akira Toriyama, declinato in un mondo a blocchi in stile Minecraft, funziona decisamente bene anche su Switch. La mappa del regno di Alefgard presenta una buona estensione e una cospicua varietà di ambienti: si passa dalle zone collinari, a quelle sabbiose, tropicali e lacunose.

La vera differenza tra la versione originale che avevamo recensito per PlayStation 4 e questa per Nintendo Switch è ovviamente tutta nel comparto tecnico.

Se sulla console di casa Sony il titolo girava a 1080p, sull’ibrida Nintendo abbiamo tanto in modalità portatile quanto collegandola al dock una risoluzione bloccata a 720p. Giocando in portatilità anche il framerate ne risente restando ancorato ai 30fps, mentre sul dock si va a 60fps granitici come su PlayStation 4. Mantenere la risoluzione a 720p è stato necessario proprio per garantire una maggior fluidità, e onestamente il risultato finale è notevole e non si nota chissà quale differenza grafica in questo scarto di risoluzione.

La visuale accompagna meglio il giocatore su Switch e i Joy-Con si prestano bene, seppur non presentando stravolgimenti di sorta, al gameplay del titolo. Come accade sempre in questi casi bisogna considerare l’indubbio valore aggiunto del poter giocare il titolo anche in modalità portatile, unicità che solo la console ibrida della casa di Kyoto al momento vi può offrire e che giustifica ampiamente porting di questo genere anche a distanza di uno o due anni dall’uscita originale del gioco. In definitiva, Dragon Quest Builders resta lo stesso titolo arrivato nel 2016 su PlayStation 4 e se l’avete giocato lì ha poco senso acquistarlo nuovamente ora su Switch. Se invece vi attira il genere e possedete la console Nintendo è probabilmente la miglior versione del gioco, in termini ludici, presente sul mercato.

 

73
ME GUSTA
  • Sandbox adatto a tutti i palati
  • Lo stile artistico di Dragon Quest
  • Valore aggiunto in modalità portable
FAIL
  • Nessun contenuto extra rispetto alla versione PlayStation 4
  • Risoluzione a 720p
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