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Wilhelm Gustloff: l’affondamento dimenticato

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Quando si parla di affondamenti navali il primo caso che viene in mente ai più è probabilmente quello del transatlantico Titanic. Complice l’ormai arcinota trasposizione cinematografica di James Cameron, la vicenda della nave più grande del mondo (dell’epoca, ovviamente) colata a picco nel suo viaggio inaugurale è diventata sinonimo stesso di immane tragedia, nonché di destino avverso. A contribuire al mito vi è anche il numero di vittime: 1518 persone rimaste uccise, una quantità certamente impressionante, ma che non supera minimamente quella del più grande naufragio della storia della navigazione: l’affondamento della Wilhelm Gustloff.

 

La Wilhelm Gustloff viene varata nel lontano 1937 nell’allora Germania nazista. Fiore all’occhiello della Kraft durch Freude (KdF) tedesca, la nave presentava una lunghezza superiore ai 200 metri, per una stazza di ben oltre le 25.000 tonnellate.

La Gustloff era stata concepita come una nave da crociera destinata alla classe lavoratrice tedesca, in linea con le attività della propaganda di regime.
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La Gustloff prima del varo.

 

Poco prima dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale la sua destinazione d’uso cambiò, venendole affidato il compito di trasportare la Legione Condor dalla Spagna alla Germania in seguito al successo nella guerra civile spagnola.

 

Originariamente il nome del transatlantico doveva essere Adolf Hitler, poi però prese il nome di Wilhelm Gustloff, il leader del partito nazista svizzero che era stato assassinato nel febbraio del 1936 da uno studente ebreo che sperava con questo gesto di incitare alla ribellione contro il regime il popolo ebraico.

 

 

 

 

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La trasformazione in nave ospedale e in nave caserma

Nel settembre del 1939, le forze armate tedesche trasformano ufficialmente la Gustloff in nave ospedale al servizio della Kriegsmarine. L’uso di questa nave era tenuto rigidamente sott’occhio e seguiva il protocollo di procedure internazionali.

Essa era stata completamente riverniciata di bianco, con una banda verde lungo tutta la carena su entrambi i lati con numerose croci rosse sul ponte, sul fumaiolo e sui lati. Sulle navi appartenente a questa categoria “estetica” era proibito trasportare alcun tipo di materiale da guerra.

 

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La Wilhelm Gustloff in versione nave ospedale.

 

Alla fine dell’estate del 1940, la Gustloff  terminò il servizio di nave ospedale. Venne ridipinta nel colore grigio delle navi da guerra e tramutata in una nave caserma, sempre al servizio della Kriegsmarine, nel porto di Gdynia, in Polonia.

La Gustloff rimase all’ancora a Gdynia per oltre quattro anni. Poi nel gennaio del 1945 fu rimessa in servizio, per prendere parte all’Operazione Annibale: l’operazione consisteva nel recupero e nel trasporto di milioni di rifugiati, soldati e feriti che dalla Prussia Orientale fuggivano verso il cuore della Germania.

 

 

La più imponente evacuazione della storia, con oltre due milioni di persone messe al sicuro dall’avanzata sovietica.

Tutte le più grandi navi della KdF vennero utilizzate per questa operazione che risultò essere la più imponente evacuazione della storia, con oltre due milioni di persone trasferite, messe al sicuro dall’avanzata sovietica.

 

 

 

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L’affondamento

Quando la Gustloff lasciò la protezione del porto di Gdynia il 30 gennaio 1945 le condizioni climatiche erano pessime: vento molto forte, neve e una temperatura di dieci gradi sotto lo zero.

Molti blocchi di ghiaccio galleggiavano nel mar Baltico. Le possibilità di sopravvivere per un naufrago, in un mare così freddo e con un tempo come quello, erano prossime allo zero. La Gustloff iniziò il proprio viaggio senza alcuna scorta, armata solo di qualche armamento antiaereo. Nessuna difesa antisommergibile era installata.

La lista dei passeggeri comprendeva 918 ufficiali, 173 membri dell’equipaggio, 373 membri delle Unità Navali Ausiliarie formate esclusivamente da donne, 162 feriti e 4.424 rifugiati, per un totale di 6.050 persone.

Tuttavia, la lista ufficiale di carico non teneva conto delle centinaia di persone che avevano preso posto sul ponte della Gustloff. Infatti, nuove ricerche dimostrano che il numero totale di persone al momento dell’affondamento era superiore a 10.000.

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Alle 21:08 del 30 gennaio 1945 (21:08 orario a Gotenhafen, 23:08 orario di Mosca), il sommergibile russo S-13  colpì la Gustloff con tre siluri.

Il primo siluro colpì la nave a prua, direttamente sotto la linea di galleggiamento. Immediatamente la Gustloff piegò a dritta. Vennero lanciati subito i razzi di segnalazione e l’SOS. Il secondo siluro colpì la Gustloff nell’area della piscina facendo esplodere completamente quella zona, ed infine il terzo siluro colpì la sala motori devastando l’intero scafo.

Presto il castello di prua venne sommerso quasi completamente, mentre la poppa si alzava sopra il livello del mare.

Parte delle scialuppe rimasero inutilizzate a causa dei sostegni congelati per il gran freddo . In circa cinquanta minuti, la Gustloff affondò nelle fredde acque del mar Baltico, portando con sé oltre 9.000 persone, mentre i sopravvissuti furono solo 1.320.

 

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La fine della Gustloff in un dipinto di Irvin J. Kappes

L’affondamento della Wilhelm Gustloff fu il più grave affondamento nella storia della navigazione.

Nessuna tragedia ebbe perdite di vite umane così pesanti. Nonostante ciò l’evento è sconosciuto ai più, forse perché considerato come una semplice azione bellica nel panorama di una guerra così devastante da stupirci ormai ben poco. Purtroppo.

 

 

 

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