Detroit: Become Human

Nell’area Sony PlayStation dello showfloor all’E3 2017 abbiamo potuto finalmente provare con mano Detroit: Become Human. In questo articolo le nostre impressioni sul gioco Quantic Dream.

Detroit: Become Human è un videogioco con cornice sci-fi in sviluppo presso lo studio Quantic Dream (Heavy Rain, Beyond: Two Souls) e pubblicato da Sony Interactive Entertainment in esclusiva per PlayStation 4. La storia, come da titolo, è incentrata sulla controversa ribellione che, in una società in cui esistono androidi dalle fattezze umane, questi potrebbero avere nei confronti del proprio creatore.

Presentato a varie riprese nel corso degli ultimi due anni, il gioco ci ha presentato già tre diversi protagonisti.

Presentato a varie riprese nel corso degli ultimi due anni, il gioco ci ha presentato già tre diversi protagonisti: la prima è Kara, un’androide fuggita dopo la sua costruzione, dotata di coscienza artificiale e in grado di provare emozioni umane, che si trova in questa versione futuristica di Detroit dove gli androidi vivono a stretto contatto con gli esseri umani, ma in cui sono comunque sempre considerati come oggetti utilizzati per migliorare il comfort, e non come esseri senzienti.

Ieri, durante la conferenza Sony dell’E3 presso lo Shrine Auditorium di Los Angeles, è stato presentato un altro protagonista del titolo: Markus, un androide che ha deciso di provare a liberare tutti i suoi simili trattati come schiavi, ma la demo che abbiamo potuto provare qui sullo showfloor è invece quella che era stata presentata hands-off alla scorsa Paris Games Week e che vedeva in azione il terzo protagonista, Connor.

 

 

Connor è un modello molto avanzato di androide detective, specializzato nel captare i cambiamenti di intenzioni nel comportamento degli altri androidi e prevenire “il guasto”, laddove possibile, altrimenti intervenire per sanarlo.

La demo che lo vede protagonista si intitola Hostage e ci metterà nei panni di Connor ad indagare su una scena del crimine, dove dovremo ricostruire l’accaduto dettaglio per dettaglio prima di arrivare alla scena del terrazzo, che sicuramente ricorderete (in caso contrario qui sotto riporterò anche il video integrale di tale demo) e in cui sono riuscito ad avere un risultato completamente diverso.

Mai prima d’ora le scelte che il giocatore compie all’interno di un titolo Quantic Dream si riverberano in modo incisivo sullo svolgimento della trama di gioco.

Mai prima d’ora le scelte che il giocatore compie all’interno di un titolo Quantic Dream si riverberano in modo incisivo sullo svolgimento della trama e delle vicende di gioco, così da declinare un’enorme quantità di soluzioni possibili e, probabilmente, anche di finali per il titolo.

All’interno dell’appartamento potremo muoverci liberamente di stanza in stanza, con il tasto R2 verrà evidenziato il nostro obiettivo attuale e la sua posizione, l’interazione con gli oggetti è ancora una volta lasciata principalmente a combinazioni con gli analogici (e per alcuni oggetti anche al touchpad del DualShock 4) mentre le fasi d’interazione vera e propria a dei quick time event, in piena continuità con lo stile a cui ormai David Cage e soci ci hanno abituato nelle loro più recenti produzioni.

 

 

Anche da un punto di vista tecnico, per quanto non si tratti ancora della versione completa del gioco, il colpo d’occhio è notevole e soprattutto i personaggi, in tutti i dettagli, anche le più impercettibili smorfie facciali, risultano estremamente curati. In generale comunque il livello di dettaglio è alto e probabilmente il titolo potrà dare il meglio di se su PlayStation 4 Pro.

Purtroppo, nonostante la nuova presentazione e la presenza sullo showfloor di Sony all’E3 2017, il titolo non ha ancora una data d’uscita precisa ma solo la finestra della prima parte del 2018. Se avete già giocato gli altri titoli di Quantic Dream, sicuramente questo Detroit: Become Human vi piacerà e viste le premesse potrà anche scalzare dal trono i suoi predecessori.

Se non avete invece mai giocato a dei loro titoli, potrebbe anche esere uno (se non il) miglior candidato con cui iniziare, sia per le tematiche trattate che per il modo in cui la storia questa volta può davvero essere plasmata dalle scelte del giocatore.

 

 

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