Le ombre di Hiroshima

Era il 6 Agosto 1945 quando “Little Boy”, la prima bomba atomica ad essere realmente utilizzata, si abbatté su Hiroshima. Tra le poche cose rimaste troviamo queste definitissime ed inquietanti ombre.

Sono le 8:45 di un comunissimo giorno d’estate quando uno dei più drammatici avvenimenti della storia dell’uomo porta via con se la vita di oltre 140 mila persone.

Cosa ci rimane di quel devastante evento?

Sicuramente l’indignazione, ma la cosa che più colpisce sono quei piccoli ritratti di vita quotidiana rimasti impressi sulle strade, gli edifici e ponti, come piccole fotografie indelebili.

 

 

 

 

 

La formazione

Viene più che naturale chiedersi come sia possibile che in seguito all’esplosione di un ordigno atomico rimangano tali figure. Sembra assurdo pensare che una deflagrazione capace di incenerire in un istante una città intera possa lasciare quanto di più fittizio riusciamo ad immaginare, pensando ad un corpo: la sua ombra.

 

La spiegazione è che il corpo delle vittime ha protetto il muro antistante dalle radiazioni, facendo da scudo.

Se ci si impregna la mano di vernice e la si posa su un foglio bianco, rimarrà sul foglio la sagoma della mano.

All’opposto, se prendiamo un foglio bianco, ci appoggiamo al centro la mano e successivamente versiamo della vernice, sul foglio otterremo lo stesso effetto, ma a colori inversi. Se al posto della mano mettiamo una persona, al posto del foglio un muro e al posto della vernice un onda di luce colma di radiazioni, ecco che otteniamo l’effetto “Hiroshima’s Shadows“.

Allora, ad un tratto, il cielo fu squarciato da un lampo luminoso, giallo e brillante come diecimila soli.

 

 

 

 

Un po’ di dati

Hiroshima aveva una popolazione di circa 250 mila abitanti. La temperatura raggiunta a Ground Zero (termine utilizzato per definire l’area nella quale va sganciato un ordigno) varia tra i 3000 e i 4000 gradi celsius.

Per coloro che si trovarono a meno di un chilometro dall’esplosione la morte fu istantanea. Quasi 100 mila persone persero la vita senza nemmeno potersi rendere conto di ciò che stava accadendo.

 

La zona distrutta dal bombardamento atomico a Hiroshima.

 

Altrettanti rimasero feriti. Almeno un decimo di quelli rimasti in vita era in grado di muoversi, pertanto, un numero spaventoso di persone si precipitò verso l’ospedale principale della città.

Dei 150 medici di Hiroshima, 65 erano morti sul colpo, tutti gli altri erano feriti.

Inutile dire che il bilancio dei morti, a distanza di qualche giorno, raggiunse un numero spaventoso: 140 mila.

 

 

 

 

 

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