La Legge della Notte: un fallimentare ritorno alla regia per Ben Affleck

In pausa di riflessione da Batman, Ben Affleck torna nuovamente alla regia con La Legge della Notte, gangster movie tratto dall’omonimo romanzo di Dennis Lehane del 2012 e che vede protagonista l’attore assieme alle bellissime Sienna Miller, Zoe Saldana ed Elle Fanning, oltre alla spalla Chris Messina.

Dopo cinque anni dall’uscita e successo di Argo, vincitore del Premio Oscar come Miglior Film nel 2013, Ben Affleck decide di tornare dietro la macchina da presa cimentandosi in un gangster movie tratto da un romanzo.

La Legge della Notte è una storia di vendetta, etica, ma soprattutto criminalità e verte sul giovane Joe Coughlin (Ben Affleck), criminalotto da quattro soldi che, dopo una serie di eventi che lo portano a credere che l’amore della sua vita sia morta a causa di un mafioso molto potente, decide di diventare un gangster e prendersi la sua rivincita.

Ambientato nel periodo del proibizionismo, La Legge della Notte può sicuramente fare affidamento su un impianto scenico molto curato, una scenografia e costumi d’effetto e una regia molto citazionista che prende direttamente spunto da capisaldi del cinema di genere come Quei Bravi Ragazzi e Gli Intoccabili.

Ma con un capolavoro come quello di Brian De Palma, La Legge della Notteha solo in comune la suggestione del periodo storico.

Ma con un capolavoro come quello di Brian De Palma, La Legge della Notte – in originale Live by Night , ha solo in comune la suggestione del periodo storico, le atmosfere del gangster movie, per tutto il resto Ben Affleck deve fare i conti con una sceneggiatura veramente debole e degli attori, lui per primo, mal sfruttati a causa di personaggi piatti e privi di personalità alcuna.

Distribuito in America lo scorso 13 Gennaio, La Legge della Notte ha dovuto fare i conti con uno scarno pubblico e una critica ferocemente accanita contro il regista Premio Oscar che non ha saputo tenere testa alle aspettative.

 

 

La Legge della Notte
Il problema principale de La Legge della Notte  risiede nella sua mancanza di anima, di passione, di voler davvero trasmettere qualcosa allo spettatore.

Seguiamo passo passo la vita di Joe, dal suo rapporto complicato con il padre, Thomas Coughlin (Brendan Gleeson), capitano della polizia di Boston, alla sua relazione clandestina con la femme fatale Emma Gould (Sienna Miller), fino alla sua rinuncia nei confronti di una vita, sicuramente fuori dallo spettro della legge, priva di coinvolgimenti con la mafia.

Joe da essere un criminalotto di Boston, costruisce un vero e proprio impero sul rum di contrabbando a Tampa, dove finge di essere alleato del mafioso italiano Maso Pescatore (Remo Girone), pur di prendersi la sua vendetta nei confronti del gangster Albert White (Robert Glenister), responsabile dell’omicidio di Emma.

Ed a Tampa, assieme all’amico e socio Dion Bartolo (Chris Messina), Joe costruirà il suo impero, dovendo però scendere a seri compressi con la propria etica.

La Legge della Notte – che per qualche inspiegabile motivo è ambientato per l’80% di giorno – è fondamentalmente diviso in due parti: la vita di Joe a Boston assieme a Emma e la sua nuova vita, a distanza di cinque anni, a Tampa.

 

La Legge della Notte

 

La prima parte dura circa una mezz’ora, eppure la continua distorsione del tempo determinato da una totale mancanza di avvenimenti, porta immediatamente lo spettatore a stancarsi della visione – per non dire annoiarsi – e a non capire dove il regista lo voglia portare.

La Legge della Notte è una pellicola, come molte, dalla durata standard di 128 minuti, ma rappresentata in modo tale da far apparire il tempo del film raddoppiato. In un gangster movie ci si aspetta colpi di scena, sequenze avvincenti, intrighi, sparatorie, scene suggestive e d’azione.

Tutto questo nel film di Affleck, che sembra essere più concentrato su una regia molto pulita con l’unico scopo di richiamare i grandi classici del passato, viene totalmente a mancare, se non per un paio di scene anche piuttosto prevedibili e prive di qualsiasi tipo di coinvolgimento.

Spesso la macchina da presa indugia sul volto del protagonista come se volesse renderci partecipi del suo dramma interiore.

Spesso la macchina da presa indugia sul volto del protagonista come se volesse renderci partecipi del suo dramma interiore, del suo conflitto con sé stesso, ma la totale mancanza di concretezza del personaggio di Affleck, nonché un’interpretazione veramente dimenticabile, non fanno altro che allontanare lo spettatore dal personaggio e rendere prive di significato quel tipo di scene e inquadrature.

 

La Legge della Notte
Affleck sembra essere veramente sottotono in questo film.

Sicuramente è un attore molto controverso e non particolarmente versatile, ma che se ben diretto e partecipe nel ruolo sa sfruttare benissimo i suoi difetti espressivi e interpretativi, basti pensare al recente Batman vs Superman o anche al thriller di David Fincher, Gone Girl, dove la faccia pulita e inespressiva da ragazzotto di campagna era perfetta per il personaggio.

Interessanti, sicuramente, all’intero del film sono le figure femminili. Ne abbiamo ben tre, una diversa dall’altra. Tre attrici molto particolari, sia per la loro bellezza che per le loro doti interpretative, che rappresentano tre personaggi molto complessi e sui quali Affleck cerca di far girare la storia.

Questo è lo spunto più interessante all’interno del film. Non è facile vedere una presenza femminile così predominante in un gangster movie. Sembra quasi che i personaggi di Emma, Graciela (Zoe Saldana) e Loretta (Elle Fanning) guidano e influenzano i personaggi principali della pellicola, primo fra tutti proprio quello di Affleck.

 

 

La Legge della Notte

 

Il passare, purtroppo, da una situazione all’altra, rende confusionaria tutta la struttura narrativa e quindi fa perdere l’impatto complessivo con i tre personaggi, dei quali rimangono solo le ottime interpretazioni delle attrici, prima fra tutte Elle Fanning che negli ultimi due anni sta dimostrando sempre di più la sua crescita come professionista.

Ironica e simpatica l’interpretazione di Chris Messina. Un personaggio, purtroppo, molto stereotipato ma che, nonostante tutto, riesce a fare molta simpatia e a strappare, di tanto in tanto, un sorriso nello spettatore. La gestione dei dialoghi tra il personaggio di Messina e quello di Affleck è convincente, l’unica veramente ben fatta e più ponderata delle altre, che da anche l’impressione di una certa naturalezza.

La Legge della Notte non riesce a rendere giustizia ai suoi interpreti e, nemmeno, al suo regista. Non sembra neanche di vedere la stessa persona che ha diretto un film come Argo, pellicola che vanta di una grandissima sospensione della realtà, portando lo spettatore quasi in uno stato di apnea, e un buon impianto drammaturgico.

 

La Legge della Notte
Lento, privo di attrattiva e di coinvolgimento.

Poco convincente, troppo debole ed estremamente finto, La Legge della Notte è un omaggio vuoto e freddo nei confronti del gangster movie privo di anima.

Non un ottimo ritorno alla regia per Affleck che, da una parte passa inevitabilmente in sordina, ma dall’altra deve fare i conti con la critica e il pubblico e con un incasso che mette di fronte il regista a un considerevole disastro.

 

La Legge della Notte sarà nei cinema italiani dal 2 Marzo.

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