Manuscripta: dal day 3 il festival raccontato da chi lo ha fatto

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Arriva il terzo, e purtroppo anche ultimo, giorno per il Manuscripta – Festival della Letteratura a Fumetti. Tra gli ultimi incontri, proiezioni ed eventi, abbiamo fatto due chiacchiere con gli organizzatori del Festival per farci raccontare il Manuscripta da chi lo ha sognato e realizzato.

Le ultime giornate di Festival sono sempre quelle più emotivamente cariche, dove aleggia già quella nota di nostalgia ma anche di rilassatezza; Manuscripta non fa di certo eccezione.

Una realtà sempre più di maggiore espansione come il fumetto, che prende vita in un piccolo centro pugliese, accogliendo autori e artisti di ogni sorta. La letteratura a fumetti è sicuramente stata protagonista di questi tre giorni che hanno visto coinvolte scuole, bambini, appassionati, adulti e anche qualcuno curioso che, passeggiando tra le vie caratteristiche del centro storico di Martina Franca, si è fermato ad ascoltare le presentazioni di qualche autore o ha osservato, tra una stanza e l’altra, le bellissime mostre portante dal Manuscripta.

La mattina si apre seguendo quello che è stato il filone di ieri, ovvero il cinema e il fumetto. All’interno della Fondazione Paolo Grassi è stato proiettato, per il ciclo “Fumetti al Cinema”, il meraviglioso film di Hayao MiyazakiNausicaä della Valle del vento, tratto dall’omonimo manga dello stesso regista.

 

 

Manuscripta

 

 

Il titolo non ha certo bisogno di presentazioni, ma sicuramente anticipa la volontà del Manuscripta di estendere la conoscenza del fumetto, andando a toccare le sponde dell’oriente e della cultura giapponese.

Potremmo quasi definirla una prima infarinatura generale che, come esprimo le stesse speranze degli organizzatori del Manuscripta, possa espandersi in una prossima edizione, cercando di rendere ancora più minuzioso, dettagliato e ricco la scoperta con questo mondo fatto di inchiostro.

Dall’altra parte, nella zona Ospedaletto dove ci si dedica sempre agli incontri e presentazioni con gli autori, ritroviamo un vecchia amica con la quale ho già avuto modo di parlare qualche tempo fa, Ilaria Ferramosca.

Ilaria Ferramosca è una bravissima sceneggiatrice di fumetti pugliese, la quale ha recentemente pubblicato con Tunué la graphic novel Sulla Collina, racconto di formazione che omaggia il cinema anni ’80 e la letteratura di Stephen King.

 

In occasione di Manuscripta, Ilaria arriva a Martina Franca per presentare, assieme a Gian Marco De Francisco, Ragazzi Di Scorta edito da Becco Giallo, romanzo di formazione che vede protagonisti due ragazzini che non si conoscono, ma che sono accomunati dalla triste notizia dell’attentato a Giovanni Falcone.

Entrambi, infatti, hanno un membro della famiglia appartenente alla scorta di Falcone, e nelle lunghe ore d’attesa, tra volo e ospedale, i due giovanissimi ripercorrono gli attimi felici della propria infanzia con i due cari.

Molti gli ospiti della giornata che si sono susseguiti su rotazione, dalla lunga chiacchierata con Pierluigi Rota e il percorso che si è formato negli anni tra le serialità nel fumetto, quello da edicola, e il fumetto romanzato, ovvero il boom delle graphic novel degli ultimi anni che hanno lanciato moltissimi degli autori più amati di oggi.

Proiezione d’eccezione della giornata è il documentario Magnus – Il segno del viandante, vincitore del VAM International Art Movie Festival 2008, diretto da Giovanni Eccher, prodotto da TSW Films e distribuito da 4Dark.

Il documentario ripercorre la carriera del fumettista Magnus, pseudonimo di Roberto Raviola, attraverso le testimonianze di chi ha lavorato con lui, tra cui Giovanni Romanini e Sergio Tisselli, Sergio Bonelli e Luigi Bernardi, i critici e studiosi, autori ed editori.

Un documentario che scivola nella storia dei grandi autori del fumetto, cercando sempre di intervallare spazi tra i giovani autori, protagonisti delle giornate passate, e chi ha lanciato le basi del fumetto di oggi.

E nel mentre la serata si appresta ad arrivare alla sua conclusione, tra la presentazione del fumetto Le indagini di Andrè Dupin di Gianfranco Vitti, Fabrizio Liuzzi e Gabriele Benefico e l’esibizione cabarettistica di Silvana Topin, ho voluto ragionare meglio sull’evento esattamente con i suoi organizzatori.

 

 

Manuscripta

 

 

Per capire meglio Manuscripta, la sua storia e chi sono i volti dietro a questo piccolo grande Festival, ho parlato con le menti dietro a questo progetto, ovvero Anna Maria Montinaro, Presidente del Presidio del Libro di Martina Franca, Marilena Lafornara Coordinatrice di Produzione della Fondazione Paolo Grassi e i direttori artistici Serene Dovì e Gian Piero Angelini.

 

 

Che cos’è Manuscripta e come nasce?

A.M.:  Manuscripta, come la dicitura pubblicitaria e commerciale riporta, è un Festival delle Letteratura a Fumetti che nasce dalla passione di alcune persone, in particolar modo quella di Marilena, Roberto e Michele dell’Associazione ManuFacta, i primi a propormi di creare un evento che potesse portare questo genere letterario a Martina Franca.

Un Festival che racchiude una serie di eventi che vanno da masterclass a presentazioni, da proiezioni a seminari, ma che possiede anche tre mostre realizzate grazie alle tavole offerte, in qualche modo, da autori indipendenti e autori molto conosciuti nel mondo del fumetto.

Abbiamo deciso di unire le forze e tirare in ballo altre due persone particolarmente preparate nel campo, e cioè Serena Dovì e Gian Piero Angelini, i due direttori artistici di Manuscripta.

S.D.: In realtà io avevo proposto alla Fondazione Paolo Grassi il mio documentario Fumetti dal Futuro  con interviste a Ratigher, Alessandro Baronciani, Dr. Pira e Maicol&Mirco.

Quando l’ho proposto a Marilena Lafornara lei ha deciso di crearci intorno un Festival, e successivamente sono stata coinvolta diventando, insieme a Gian Piero Angelini il direttore artistico. Insieme abbiamo curato la mostra Fumetti dal Presente perché credevamo che questo tipo di realtà, dove non eravamo sicuri che ci fossero abbastanza lettori e dove non sapevamo su chi dovevamo realmente puntare, che tipo di autore invitare o che tipo di mostre allestire, dovesse dare al pubblico uno sguardo più vasto e panoramico su tutto ciò che accade oggi nel mondo dell’editoria e dei fumetti.

 

Come avete coordinato e diviso il lavoro tra tutti?

A.M.: In realtà nato per amicizia perché comunque collaboriamo tra di noi a prescindere.

M.L.: È stato tutto un esperimento,  un work in progress dove i compiti ce li siamo divisi strada facendo, essendo un festival nato in un mese e 10 giorni. Non abbiamo avuto il tempo di progettare, preparare. Sperando che ci sia una seconda edizione sicuramente lo programmeremo in un modo più organizzato. Per esempio, anche l’idea di dividere il tutto in tre luoghi differenti è nata strada facendo.

G. A.:  Generalmente la maggior parte dei Festival e fiere, tendono a concentrare tutto in un unico nucleo; noi abbiamo preferito usare luoghi dislocati del centro storico come a voler creare nel piccolo una Lucca miniatura. È sicuramente una cosa più interessante.

 

Come avete gestito la collaborazione con gli autori?

S.D.:Me ne sono occupato io, recuperando un po’ di tavole ovunque; per esempio, a Roma ho preso quelle di Giacomo Bevilacqua, a Lucca quelle di Leo Ortolani. Sono andata io personalmente, da Festival in città, per recuperare le tavole. Piero, per esempio, si è girato tutta la Puglia per prendere quelle degli autori pugliesi. Ovviamente gli autori sono stati tutti contattati via mail e con la maggior parte di loro abbiamo stretto anche un buon rapporto.

Certo, a volte è stato più facile andare a prendere le tavole piuttosto che convincere il fumettista a spedirle, essendoci mossi in un periodo molto denso di lavoro, ma per fortuna siamo riusciti a convincere la maggior parte a spedircele.

 

Martina Franca non è un centro grandissimo ma ci sono comunque molti ragazzi, però come spesso accade nei centri non particolarmente metropolitani, manca la cultura del fumetto. Come mai allora fare un festival del fumetto proprio a Martina Franca?

A.M.: Ma la scommessa è proprio lì! Certo, abbiamo avuto un po’ di difficoltà per organizzare tutti gli eventi e per poter portare abbastanza materiale e avere dei contatti con le librerie del posto,  perché almeno a Martina Franca il fumetto non è un genere letterario conosciutissimo, ma proprio per questo abbiamo cercato di far conoscere quanto più possibile la cultura dei fumetti, cercando di strutturare il tutto per diverse fasce d’età. 

G.A.: La maggior parte delle persone sono ancora convinte che il fumetto sia quello che esce una volta alla settimana o al mese in edicola, quelli che una volta venivano chiamati i giornaletti. Noi, invece, abbiamo voluto spiegare alla gente che c’è un mondo molto più vasto al di fuori Dylan Dog e Tex, soprattutto cercando di dare un occhio di riguardo al fumetto indipendente e all’autoproduzione.

S.D.: Siamo contenti di aver unito autoproduzioni con delle case editrici più gradi; per esempio, il lavoro di Ratigher e Dr. Pira con quello della casa editrice Becco Giallo. Volevamo rappresentare un po’ tutto.

 

Serena, tu oltre a essere il direttore artistico, sei stata protagonista della prima giornata in veste di regista con il tuo documentario sul fumetto autoprodotto. Come mai questa scelta?

Io ho lavorato per molto tempo come dipendente per una grande casa di produzione romana. Ad un certo punto, avevo bisogno di intraprendere una ricerca personale sull’autoproduzione, intesa come un qualcosa di tuo e che ti rappresenta senza alcun vincolo. In quel periodo, quindi, portavo avanti questa mia ricerca, ma sono sempre stata una grande lettrice di fumenti e fan degli artisti che ho poi intervistato.

La scintilla è nata quando Alessandro Baronciani ha messo in vendita online il suo fumetto scomponibile Come Svanire Completamente. Decisi di scrivergli, sapendo della sua immensa disponibilità. Dalle prime risposte, l’idea di coinvolgere qualche autore in più e creare un percorso sul mondo dell’autoproduzione.

 

Gli obiettivi e le speranze future per Manuscripta?

A.M.:Sicuramente che ci sia una seconda edizione molto più estesa e che possa interessare molti più soggetti, in modo tale da avere un prodotto sempre migliore e variegato.

S.D.: L’obiettivo primario era quello, almeno per me, di creare un ambiente accogliente, una situazione piacevole e stimolante da poter coinvolger, come poi è stato, un target differente. Abbiam, infatti avuto le scuole così come persone più adulte.
Era un esperimento, è stata una scommessa!

E questa scommessa Manuscripta è riuscita a vincerla totalmente. Nel suo piccolo, Manuscripta ha porta una realtà variegata in un piccola realtà, dove la gente veniva attratta dalle esperienze, le tavole, le proiezioni più differenti.

Un percorso in un mondo fatto sia in bianco e nero che a colori. Un mondo fatto di piccole e grande produzioni. Autori differenti, modi di lavorare diversi tra loro. Il tutto però accomunato da una fortissima passione che si è potuto leggere negli occhi degli organizzatori, trasmettendo il tutto in quello degli autori ma, soprattutto, dei visitatori e dei partecipanti. E questo, sicuramente, è l’obiettivo più bello che Manuscripta potesse mai raggiungere!

 

 

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