La tavoletta Ouija: dalle origini al mito, passando per la cronaca

Ouija

Perché siamo così attratti dal soprannaturale? Cosa ci spinge a ridestare il sonno dei morti entrando in contatto con loro utilizzando una tavoletta Ouija? Sicuramente l’ambito cinematografico ha ricamato moltissimo su questo oggetto, sfornando pellicole e serie televisive che spesso l’hanno usato o, come nel recente caso del nuovo film di Mike Flanagan, Ouija – Le origini del male, costruendovi sopra fitte storie di mistero.

Il mondo dell’esoterismo e dello spiritismo sono mistici e misteriosi. Si potrebbe credere o meno a ciò che essi rappresentano, ma senz’altro è molto difficile ignorarli. Dalla letteratura alla cinematografica, dalla leggende ai reali eventi di cronaca nera, l’esoterismo è una tematica troppo presente all’interno della nostra esistenza per poterlo ignorare del tutto.

Sedute spiritiche e tavolette Ouija sono tra i passatemi più adoperati dagli adolescenti, soprattutto negli americani, a tal punto che la mitica tavoletta è stata registrata come il gioco più venduto nel periodo natalizio subito dopo il merchandising dedicata a Peppa Pig (a mio parere personaggio partorito direttamente dalla mente del demonio) e i Lego.

Che sia per gioco, per curiosità o per il vero intento di poter comunicare con una persona cara scomparsa, la tavoletta Ouija è uno strumento che negli anni ha attirato su di sé diversi miti e leggende, passando dal gioco della Hasbro a uno strumento esoterico temuto.

 

Ouija

 

Se nel film del 2014 di Stiles White, Ouija, veniva sottolineato il lato ricreativo della tavoletta, finendo poi con il rivelarsi uno strumento maledetto, il regista Flanagan in Ouija – Le origini del male, punta immediatamente a sottolineare la pericolosità di quest’oggetto, rappresentandolo come una porta verso il mondo del maligno.

Che sia solo superstizione o fantasia sicuramente dipende da chi ha deciso di ricorrere all’uso della Ouija e dalla motivazione che lo ha spinto a farlo.

Se siamo degli amanti del razionale, delle scienza e di tutto ciò che si può spiegare nel concreto, la Ouija resta una semplice tavoletta di legno, o negli “esperimenti” più rudimentali un foglio di carta stampato, priva di significato e, addirittura, attrattiva.

Se, invece, siamo delle persone particolarmente impressionabili, superstiziose o religiose, la nostra suggestione unita al mistero aleggiante attorno alla Ouija, potrebbe giocarci dei bruttissimi scherzi o, nel peggiore dei casi, aprire le porte a un mondo che sarebbe stato preferibile tenere ben chiuse.

Realtà o fantasia, la Ouija ha indubbiamente un potenziale magnetico e capace di esercitare un’influenza tale da farsi trascinare in un mondo realmente pericoloso, spesso alterato dall’uso di sostanze o dalla pericolosa potenza delle immagini proiettate dalla nostra stessa mente.

 

Ouija

 

 

 

 

Ma dove nasce il mito della Ouija?
E cos’è veramente la tavoletta Ouija?

 

La parola Ouija nasce dall’unione di due parole aventi lo stesso significato, ovvero  “oui” in francese e “ja” in tedesco, quindi “si”

La parola Ouija nasce dall’unione di due parole aventi lo stesso significato, ovvero  “oui” in francese e “ja” in tedesco, quindi “si”. Non è ben chiaro del perché dell’unione di questa parole. In America la tavoletta viene chiamata weegee.

La tavoletta Ouija, così come la conosciamo noi, ha origine nel 1891, brevettata dall’inventore e avvocato Elijah J. Bond e successivamente prodotto dalla Kennerd Novelty Company.

In quel periodo sedute spiritiche, spiritualismo e figura come medium, erano di grande interesse per la gente dell’epoca. Affascinati e impauriti dal mondo dell’occulto, la borghesia era disposta a spendere le cifre più esagerate per poter entrare in contatto con i propri avi. Il più delle volte si aveva a che fare con dei veri e propri truffatori. La Ouija, non a caso, nasce a ridosso di questo clima, come strumento per incrementare quel mercato.

Un secolo dopo, i diritti del marchio vennero comprati dalla famosa marca di giocattoli dei Parker Brother, la Hasbro, facendo diventare la tavoletta Ouija uno strumento di facile accesso per chiunque, soprattutto le fasce più giovani, spesso incuranti degli effetti della tavoletta.

 

Ouija

 

Lo strumento è costituito da una superficie liscia il più delle volte di legno, ma a volte riprodotta anche con la plastica o un semplice foglio di carta, sulla quale è iscritto su due archi le lettere dell’alfabeto e sotto di esse numeri da 0 a 9; agli angoli sono poste le parole “si” e “no”, mentre a concludere il quadrante c’è la parola “addio”.

A completare la tavoletta c’è lo strumento che serve per poter comunicare, ovvero la plachette.

A completare la tavoletta c’è lo strumento che serve per poter comunicare, ovvero la plachette. La plachette è una specie di cursore a forma di goccia all’interno del quale c’è un quadrante trasparente per agevolare la visione delle lettere o numeri.

In assenza della plachette, può anche essere usato un bicchiere capovolto. Generalmente, in quel caso, le lettere vengono messe in posizione circolare.

Lo scopo della Ouija è quello di creare una comunicazione tra il mondo dei vivi e il mondo dei morti, quindi fungere da medium con le anime dei defunti.

La pericolosità dello strumento è che, il più delle volte, se usata con incoscienza, non è possibile realmente definire la natura dello spirito, finendo per invocare una presenza malefica e non riuscire più a chiudere il collegamento.

I partecipanti alla seduta, preferibilmente più di due, si siedono attorno alla tavoletta e devono tenersi mano nella mano per creare una legame spirituale protettivo. Successivamente l’indice della mano destra e quello della sinistra vanno posti sull’indicatore, per poi iniziare a girare in tondo per invocare la presenza.

 

 

Ouija

 

 

Allo spirito viene chiesto, generalmente, di presentarsi e successivamente vengono poste delle domande.

Allo spirito viene chiesto, generalmente, di presentarsi e successivamente vengono poste delle domande.

La maggioranza delle testimonianze che hanno avuto a che fare con la tavoletta Ouija affermano di aver avuto risposte sul passato, presente e futuro sempre precisissime e attendibili. E molti hanno dichiarato, i più in buona fede, di non aver mai mosso volontariamente il cursore.

 

Come usare la tavola Ouija

  1. Posizionare la tavola Ouija su un tavolo, preferibilmente circolare, e di fronte a chi sarà l’interlocutore.
  2. Una sola persona deve parlare con lo spirito onde evitare di creare confusione
  3. Ogni partecipante deve concentrare la sua mente unicamente su ciò che sta per fare, con il massimo della serietà e delle buone intenzioni.
  4. Purificare l’ambiente e il tavolo sul quale si andrà a usare la Ouija, attraverso l’uso di incensi e bagnando le gambe del tavolo.
  5. Fare attenzione che il tavolo sia perfettamente liscio e in equilibrio.

 

 

Regole fondamentali della tavola Ouija

  1. Non usarla mai da soli.
  2. Non far cadere mai la plachette dalla Ouija.
  3. Salutare e chiudere sempre la seduta.
  4. Non usare mai la tavola Ouija quando si è malati, stanchi o fisicamente e mentalmente deboli.
  5. Non usare la Ouija in luoghi come cimiteri, ospedali o dove c’è la presenza della morte.
  6. Se la plachette è dotata di vetro, purificarla sempre con una candela accesa.
  7. Non lasciare mai la plachette sulla Ouija quando la tavoletta non viene utilizzata.

 

 

Cosa non chiedere mai con la Ouija

  1. L’esistenza di Dio
  2. La data della propria morte
  3. Richieste di ricchezza

 

Ouija

 

Negli anni la tavola Ouija e le sedute spiritiche sono diventati sempre più un qualcosa legati alla noia, al divertimento, qualcosa da fare con gli amici.

Negli anni la tavola Ouija e le sedute spiritiche sono diventati sempre più un qualcosa legati alla noia, al divertimento, qualcosa da fare con gli amici. La Ouija è diventata un vero oggetto di culto, da trovare assolutamente sotto l’albero di Natale.

Con l’avvento di internet ci sono stati fenomeni molto simili a quello della tavola Ouija, come per esempio la Charlie Charlie Challenge che spopolò nel 2015. Bastava semplicemente porre su un foglio di carta due matite a croce, scrivendo nei due riquadrati “si” e “no”, per poi iniziare a fare diverse domande a tale “Charlie”.

Il gioco, praticato da ragazzi e bambini, suscitò un enorme boato in rete, in quanto simulava una vera e propria seduta spiritica. Se non fosse che la posizione delle matite fosse talmente precaria, che anche un semplice respiro sarebbe bastato per far prendere la matita verso un “si” o un “no”.

Anche in questo caso tutto sta nella suggestione di chi gioca.

 

Ouija

 

Nella cinematografia, e anche nelle serie televisive, attorno alla Ouija sono state costruite storie di demoni e fantasmi, spinti che hanno finto di essere falsi amici per poi impossessarsi del mal capitato.

Tra i più famosi? La piccola Regan MacNeil (Linda Blair) ne L’esorcista di William Friedkin era convinta di aver trovato un amico grazie alla tavola Ouija ritrovata nella soffitta della sua casa, ma ben presto Capitan Gaio si rivela essere tutt’altro che un amico. Regan, infatti, si mette in contatto con il demone Pazuzu, figura mitologica babilonese, re degli spiriti e dell’aria, che si impossessa del corpo della ragazzina. La storia sapete bene come poi va a finire.

La storia sapete bene come poi va a finire.

Anche Micah e Katie nel Paranormal Activity di Oren Peli, grande evento cinematografico del 2007, provano a mettersi in contatto con lo spirito che tormenta Katie attraverso una tavoletta Ouija. Peccato che Micah non segua le istruzioni alla lettera, non solo usando la tavoletta da solo ma lasciando anche la conversazione aperta. Un gesto poco furbo che gli è poi costato la vita (in tutte e tre le versioni del film).

E anche nel film di Mike Flangan, Ouija – Le origini del male, in uscita nella sale il 27 Ottobre, la falsa consulente mistica Alice Zander (Elizabeth Reaser) compra una tavoletta Ouija convinta di aver trovato un nuovo trucchetto per poter abbindolare i suoi clienti, ma anche lei ignorerà tutte le istruzioni dell’oggetto, iniziando una conversazione da sola che spalanca le porte a un inquietante spirito che prenderà possesso del corpo della piccola Doris, convinta, in un primo momento, di essere entrata in contatto con il defunto padre e non di essere la vittima del sadico gioco di uno spirito maligno.

 

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Si sa, quando si parla di mito e leggenda, nel mezzo un po’ di realtà, avvolta da una buona dose di mistero, c’è sempre.

Si sa, quando si parla di mito e leggenda, nel mezzo un po’ di realtà, avvolta da una buona dose di mistero, c’è sempre. E la storia raccoglie alcuni angoscianti episodi di cronaca nera in cui la tavoletta Ouija fa la sua comparsa.

Non a caso, lo stesso film L’Esorcista, ispirato all’omonimo romanzo di William Peter Blatty, è basato su fatti realmente accaduti nel 1949 nel Missouri.

Nella contea di Prince George, nel Maryland, viveva un tredicenne con la sua famiglia tedesca di stampo luterano.

Il ragazzo in questione, conosciuto con lo pseudonimo di Roland, è cresciuto in una famiglia di soli adulti, stringendo un rapporto particolarmente stretto con sua zia, la quale era un’esperta di spiritualismo.

Roland si appassionò moltissimo al mondo della zia, a tal punto da iniziare a praticare costanti sedute spiritiche e sessioni con la tavoletta Ouija. Per i primi tempi, però, saltò subito all’occhio che qualcosa non stava andando per il verso giusto. Rumori inquietanti nel cuore della notte, mobili spostati, segni e graffi sul muro, allarmarono i genitori di Roland.

Ciò peggiorò quando la zia del ragazzo morì.

Ciò peggiorò quando la zia del ragazzo morì, lasciandolo scosso e turbato dalla perdita. Roland provò, infatti, a mettersi più volte in contatto con la zia, ma a rispondere alla sua chiamata fu tutt’altro che uno spirito benigno.

Preoccupati, i genitori decisero di ricoverarlo ma il ragazzo venne dimesso poco dopo. Non soddisfatti della diagnosi, i coniugi si misero in contatto con un prete cattolico, Albert Hughes, il quale cercò di ottenere un permesso dall’arcivescovo di Washington DC per poter avviare un rito di esorcismo.

 

 

Ouija

 

 

Roland si trasferì, assieme alla famiglia, nel Missouri, dove nel corso di molte settimane venne sottoposto ad esorcismo da ben nove sacerdoti gesuiti, tra cui padre Raymond Bishop che tenne un diario dove appuntò tutte le dinamiche della possibile possessione del ragazzo.

Nel corso delle seduto, Roland ebbe i classici sintomi attribuiti alla possessione così come viene conosciuta nel mondo dell’esoterismo e dell’esorcismo. Quando il ragazzo venne liberato dalla presunta possessione, a quanto pare a opera dello stesso Satana, sul Washington Post uscì un articolo che poi attirò l’attenzione di Blatty, il quale ci ricamò anni dopo il famoso romanzo divenuto la base del film culto di Friedkin.

Sul caso di Roland tutt’oggi si sa poco, se non che il soggetto in questione ha poi vissuto una vita normale e tranquilla. Analizzando lo stesso diario di Bishop, molti specialisti, hanno ritenuto che Roland, in quel periodo, non fosse posseduto ma bensì soffrisse o di schizofrenia o di Tourette, all’epoca poco conosciuta.

Il caso Roland è stato sicuramente romanzato nel tempo e il ruolo della Ouija funge, più che altro, da tramite verso un mondo sconosciuto, a tal punto da non poter avere la certezza per definirlo esistente o meno. Esistono però casi, molto più recenti, che sono stati protagonisti della pagine dei giornali di cronaca nera.

 

Ouija

 

Tra questi c’è quello della diciassettenne statunitense Jennifer Lynn Springman, brutalmente strangolata nel 1976, due settimane prima del suo diciottesimo compleanno. Sul caso di Jennifer non è mai stata fatta chiarezza. Ancora oggi il colpevole e movente sono un mistero per tutti, ma un elemento inquietante collega questa tragica morte alla tavoletta.

Jennifer è sempre stata una ragazzina appassionata di occulto, ma anche piuttosto impressionabile. All’età di quattordici anni, prova per gioco la fantomatica tavoletta Ouija assieme a una sua amica.

L’ingenuità e l’innocenza di quell’età, portano le ragazze a fare le prime sciocche domande alle quali, per realtà o scherzo di una delle due, trovano risposta. Classiche domande da adolescenti che vanno dal matrimonio alla carriera. Per rendere il gioco un po’ più piccante e inquietante, l’amica di Jennifer domanda alla tavoletta quando quest’ultima morirà. L’età rivelata dalla tavoletta stranisce entrambe le ragazze. Secondo la tavoletta Jennifer morirà a 18 anni.

Tra l’ilarità e terrore, Jennifer tenta ancora e domanda, non contenta, quale sarà la causa della sua morte. La risposta però toglie la voglia di ridere, e soprattutto giocare, ad entrambe le ragazze. L’omicidio sarà la causa della morte di Jennifer.

 

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Quattro anni dopo, due settimane prima del compimento della maggiore età, Jennifer viene aggredita e strangolata nel parco, di rientro a casa. Se tutto questo sia stato solo una tragica coincidenza o il frutto di una reale premonizione nessuno lo ha mai saputo, ma il mistero sulla morte di Jennifer è ancora uno dei casi che più ha tenuto svegli la notte gli adolescenti americani.

Ad affiancare il caso di Jennifer c’è quello molto più terrificante della diciottenne spagnola Estefania Gutierrez, uno dei pochissimi casi di entità malefica, forse tra quelli più conosciuti, con una discreta documentazione.

Nel 1990 a Vallecas, Estefania è una ragazza di diciotto anni con una grave forma di depressione a causa dell’improvvisa morte del fidanzato per un incidente stradale. Non riuscendo a superare la morte del fidanzato, Estefania tenta una seduta di Ouija assieme ad un’amica per poter entrare in contatto con lui.

Le ragazze, però, vengono interrotte nel bel mezzo della sessione da un insegnante, il quale oltre a cacciarle via senza farle chiudere con il consueto “Goodbye”, rompe la tavoletta.

 

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La reale deposizione della polizia dopo la notte in casa Gutierrez

 

Le conseguenze di quel gesto ricadono tutte sue Estefania, vittima di continui incubi, visioni e convulsioni. Presto anche la famiglia si accorgerà di strani rumori nella notte, segni sui muri, sentendosi costantemente osservati da qualcosa all’interno della loro abitazione. La situazione precipita quando Estefania, il 14 Agosto del 1991, muore in ospedale. Logorata mentalmente e fisicamente, la ragazza era già entrata da tempo in uno stato comatoso, senza uscirne più.

Per la famiglia Gutierrez il vero incubo inizia con la morte della figlia.

La casa viene totalmente invasa da fenomeni inspiegabili come croci capovolte, mobili spostati di metri, sbalzi di temperatura, ombre strisciare sotto le porte. La famiglia è talmente disperata da chiamare la polizia.

Il verbale redatto dai poliziotti lascerebbe impressionato chiunque, pur constatando che forse, qualcosa, in quella descrizione è stato omesso. Eppure i poliziotti sono testimoni di fenomeni inspiegabili, confermando il terrore della famiglia disperata la quale, dopo quella notte in compagnia della polizia, ritrova la foto della figlia bruciata.

Ouija

Nel mondo del web, si possono trovare molti di questi casi, collegati alla Ouija o meno. Alcuni frutto della fantasia, altri casi con tanto di documentazione allegata da far accapponare la pelle. Nel 2014, con il ritorno del “gioco” della Ouija, molti adolescenti vennero ricoverati in ospedale, in seguito a strani sintomi riscontrati dopo una seduta con la tavoletta.

Dove inizi la realtà e dove continui la fantasia, non si saprà mai realmente, ma a mio avviso non bisognerebbe mai prendere sotto gamba il potere della suggestione. E comunque, che tutto ciò sia vero e non, credenti o meno, nel dubbio sarebbe meglio lasciar perdere.

 

 

Ouija – Le origini del male sarà in tutte le sale cinematografiche italiane dal 27 Ottobre. Scopri tutto sul film nel nostro hub dedicato: Leganerd.com/ouija2
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