Pets – Vita da Animali: intervista ai doppiatori Francesco Mandelli e Laura Chiatti

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E se i nostri animali domestici non fossero come realmente ci appaiono? Pets: Vita da Animali, ci mostra la vita segreta dei nostri amici pelosi d’appartamento, svelandoci i loro caratteri più strani. In occasione dell’uscita del film abbiamo intervistato il doppiatori del coniglietto ninja Nevosetto, Francesco Mandelli, e del volpino di pomeriana, Laura Chiatti.

Chi lo ha detto che un coniglietto bianco debba per forza essere un angioletto carino e coccoloso o che una graziosa volpina di Pomerania, snob e altezzosa, non abbia un animo da vera eroina?

Pets – Vita da Animali, nuovo lungometraggio della Illumination Entertainment, diretto da Chris Renaud, ci svela tutti i segreti del mondo degli animali domestici (e non solo), portandoci nel “dietro le quinte” della vita di Max, Duke, Gidget, Nevosetto e tutti gli adorabili protagonisti del film.

Protagonista di questo film è Max, un viziato terrier che per liberarsi del nuovo arrivato, Duke, finirà in un mondo di guai, trovandosi a fare i conti con il diabolico Nevosetto, un bianco coniglietto dall’indole da serial killer.

Per fortuna che il genere femminile, come sempre, è pronto a intervenire. Ed ecco scendere in campo l’adorabile Gidget che, a differenza di quanto possa sembrare, è molto di più che una semplice volpina d’appartamento.

Se sei curioso di scoprire qualcosa di più su Pets: Vita da Animali, qui la nostra recensione in occasione del 73° Festival di Venezia.

In occasione dell’uscita del film Pets: Vita da Animali, abbiamo incontrato i doppiatori italiani di Nevosetto e Gidget, rispettivamente Francesco Mandelli e Laura Chiatti.

 

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Francesco e Laura, com’è stata quest’esperienza al doppiaggio? Come vi sentite in questo ruolo?

F.M.: Bellissima. Diciamo che mi era già capitato di doppiare cartoni animati in precedenza con Monsters and Co., Paddington e il Più Grande Uomo Scimmia, uscito in televisione, e tutte queste quattro esperienze le ho fatte con Francesco Vairano, un direttore del doppiaggio bravissimo che ci/mi ha guidato in questo mestiere totalmente nuovo. Molto diverso dal ruolo dell’attore. È un lavoro divertente, perché parti da una base che è quella dell’animazione che è la recitazione perfetta. Non c’è nessuno che recita meglio di un personaggio dei cartoni animati che sfoggia un ventaglio vastissimo di espressioni facciali. Quindi per una volta nella vita riesco a recitare bene e ciò fa molto piacere!

L.C.:  Bene, mi trovo molto bene. Quando devo doppiare i cartoni animati sono sempre molto contenta. Dopo Rapunzel, sono entrata nel cuore dei bimbi, mi riconoscono e mi fanno cantare le canzoncine. I primi a farlo sono i miei nipoti. Vanno a vedere i film al cinema e sono incuriositi dal fatto che la voce sia la mia. I miei bimbi ovviamente sono ancora troppo piccoli, quindi non posso apprezzare, però è un mondo divertente. Non mi piace il mestiere del doppiatore perché credo sia durissimo, però quando doppio i cartoni è divertente. Doppiare un film è molto più difficile, soprattutto se devi doppiare te stessa. E anche nel doppiaggio di un cartone ci sono delle difficoltà, soprattutto quando ti metti a confronto con gli altri doppiatori, magari professionisti, che hanno un personaggio simile al tuo. In questo caso, con Francesco e Alessandro siamo riusciti a creare una certa sintonia e armonia.

Francesco, tu ti confronti con una voce importante nel panorama della stand-up comedy americana. Hai guardato prima il film nella sua lingua originale?

No, perché ci sono delle strettissime regole di sicurezza sulla pirateria. Di base, quando vai in doppiaggio, guardi solamente le tue parti. E spesso quelle parti o mancano di scenografia o sono piene di scritte antipirateria. La complessità è stato riuscire a riportare la voce di questo coniglietto dall’apparenza ingannevole. In America è stato doppiato da Kevin Hart, comico che ha delle tempistiche di comicità tipiche della stand-up comedy americana. Il mio compito era dover si, riportare quel tipo di parlata, senza però farla diventare una parodia. Abbiamo dovuto calcolare bene i tempi e il tono. È un personaggio che urla moltissimo, quindi dovevo dosare molto bene il tono di voce per non renderlo troppo urlato. Era bello, ma era anche difficile avere diversi toni. Ma mi sono divertito moltissimo! Le prime volte che vedevo le sue scene scoppiavo sempre a ridere.

 

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Com’è stato doppiare il vostro personaggio? Vi sentite rappresentati?

F.M.:  Premetto che su di me i cattivi esercitano un fascino molto particolare. Il ruolo del cattivo è sempre affascinante, probabilmente perché si può tirare fuori quella parte di sé che nella vita reale, per forza di cose, è più repressa. Da un certo punto di vista anche Ruggero De Ceglie era un paradosso. I signori anziani sono sempre più carini, più cheti, mentre lui era davvero il male. Quindi sono tornato un po’ indietro su quelle corde, cercare di rendere divertente un personaggio  dall’aspetto carino e tenero, mettendoci però dentro dei sentimenti di cattiveria. Nel film, poi, sono comunque sentimenti di cattiveria finti perché generati dal senso d’abbandono e da quello della vendetta nei confronti del genere umano, ma sul finale arriva il momento della pace anche per lui. Perciò, ti ripeto, fare il cattivo è molto divertente, a maggior ragione quando ti ritrovi il corpo di un batuffolo così.

L.C.: Mi ha fatto molto sorridere dover dare la voce a questa cagnetta un po’ snob e a volte un po’ peperina. Mi piaceva proprio perché era un personaggio molto divertente e buffo. Gidget è un personaggio molto dolce che non riesce a esprimere totalmente quest’amore. Però è anche molto coraggiosa perché prende la situazione in mano e va a salvarlo. Sotto questo punto di vista mi assomiglia, anche se sono molto più diretta. Dovevo avvicinarmi molto all’attrice americana, Ellie Kemper, che aveva una voce rotta che io non ho. Ho cercato di renderla il più vicino possibile, anche se non nascondo che con tutte quelle, avendo doppiato il film nel periodo in cui ero incinta, ho avuto paura di avere le contrazioni!

A parte il vostro personaggio, all’interno di Pets: Vita da Animali, c’è qualche altro personaggio al quale vi siete affezionati, che vi rappresenta o che avreste voluto doppiare?

F.M.:  Mi sarebbe piaciuto doppiare Chloe, il gatto, soprattutto per la sfida di trovare un modo per doppiare quel personaggio. Ma sono molto contento di aver doppiato Nevosetto perché mi ha fatto molto ridere e mi ha dato modo di liberarmi e fare cose divertenti. Invece, quello che probabilmente mi rappresenta di più è il cagnolino con gli occhi giganti, quando si sente “chi è che mi aiuta”, lui indifferente esce di campo e si sente la porticina chiudersi.

L.C.: Assolutamente Nevosetto! Mi ha fatto molto ridere e poi Francesco è stato bravissimo. Quando doppi te stesso è un disastro, rovini tutto il poco di buono che hai fatto nel film. Riprodurre la realtà dentro una camera buia è sempre difficile, ed è molto diverso rispetto al set. Invece, quando doppi un cartone animato puoi lavorare di fantasia ed essere più libero. Francesco è stato bravissimo proprio perché ha dato la voce a un volto particolarissimo e con tante sfumature.

 

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Curiosi di sentir parlare i protagonisti di Pets: Vita da Animali? Date un’occhiata alla nostra intervista a Alessandro Cattelan, voce italiana di Max e Lillo, voce italiana di Duke.

 

Francesco tu hai doppiato diversi cartoni animati, mentre tu Laura hai doppiato, prima di questo, Rapunzel. Tra i ruoli da voi doppiati, a quale vi sentiti più legati?

F.M.: Questo! Sinceramente su questo mi sono veramente divertito ed ero anche più abituato a questo tipo di lavoro, avevo più esperienza e maggiore confidenza con Francesco Vairano, c’era più margine di interpretazione.

L.C.: Conservo un bellissimo ricordo di entrambi. Rapunzel è stata proprio un’esperienza pazzesca, perché poi era un cartone animato romantico, lei era la protagonista, poi ho cantato anche le canzoni, che mi hanno richiesto parecchio tempo. Inoltre è stato il mio primo cartone animato doppiato, quindi ho anche un amore particolare per questo personaggio. Pets: Vita da Animali mi ha stupito! Avendo dovuto modificare la mia voce, ero molto preoccupata per il risultato finale, soprattutto perché avevo optato per una via di mezzo. Quando ho finalmente visto il lavoro finale mi sono sorpresa moltissimo perché mi sono piaciuta.

Laura, tu cosa ne pensi del far doppiare i cartoni animati da talent e non da doppiatori professionisti? 

Credo che sia un’operazione esclusivamente commerciale che, in tutta sincerità, non capisco. Ovviamente un personaggio famoso che presta la sua voce per un cartone animato, richiama molta più attenzione. Certo, ai bambini questo interessa poco e nulla, ma parliamo di cartoni animati che interessano molto il mondo degli adulti. È un modo per portare un lavoro aggiunto al nostro mestiere. Ci si vede sempre nei film e la voce passa anche in secondo piano perché ti concentri più sulla figura dell’attore nel suo complesso, mentre nel doppiaggio vedi la voce dell’attore prendere una certa concretezza.

 

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All’interno di tutto il mondo animato, c’è un titolo al quale siete particolarmente legati?

F.M.: Io sono molto affezionato a La Spada nella Roccia Robin Hood. Sono le videocassette che ho più consumato.Poi vedevo tutti i cartoni animati seriali da Holly & Benji a Mila e Shiro, I Puffi, ma se dovessi sceglierne uno si, probabilmente sceglierei La Spada nella Roccia.

L.C.: C’è un cartone animato che ho visto almeno cento volte, cioè Spirit: Cavallo Selvaggio. In quel periodo mia nipote era piccola e io vivevo a casa con i miei, quindi passavamo molto tempo insieme e vedevamo quel film. Alla fine, mi ci sono affezionata per forza di cose.

Avete animali domestici o pensate di prenderne in futuro?

F.M.: Ho sempre avuto cani e gatti con i miei genitori. Spesso trovavamo anche dei ricci in casa. Non abbiamo mai avuto il recinto o il cancello, quindi i nostri cani sono sempre stati molto liberi e indipendenti. I tempi adesso sono cambiati e non si fa più, ma io ricordo che spesso facevamo dei giri in bicicletta attorno al mio paese e il mio cane ci veniva tranquillamente dietro. Quando mi sono trasferito a Milano non ho mai avuto modo di averne, e poi personalmente in città faccio sempre fatica a immaginare un cane. Ma avendo una figlia di un anno e mezzo penso che tra un paio d’anni arriverà la richiesta.

L.C.: Io ho un cagnolino, un pinscher nano che si chiama Zacaria, ma vive dai miei in Umbria. Spostandoci molto, non avrei potuto dargli le attenzioni che merita. Io sono a favore degli animali, a condizione che vengano trattati veramente bene. Magari più avanti si. Ho voglia di prendere un cagnolino, ma prima ho bisogno di trovare un po’ di stabilità. Spostandoci molto tra Roma e Perugia, poi girando per lavoro, mi dispiacerebbe dover delegare.

 

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Restando in tema Pets, Laura ti sei mai chiesta cosa potrebbe pensare il tuo Zacaria quando non ci sei?

La particolarità di questo cartone animato risiede proprio in questo. Tutti noi ci poniamo questa domanda, e si vede assolutamente questa differenza tra i diversi cani, come Max che è disperato quando va via la padrona, oppure il barboncino, Leonardo, che finalmente può ascoltare la musica che preferisce.

 

Pets: Vita dal Animali è al cinema dal 6 Ottobre!

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