Cell: l’apocalisse al tempo dello smartphone

Cell

E se improvvisamente i cellulari trasformassero l’intera umanità in ferocissimi animali guidati da misteriosi segnali elettromagnetici spazzando via tutto? E se fossimo gli unici superstiti, impossibilitati a comunicare con qualsiasi mezzo telefonico, come riusciremmo a sopravvivere a questa atipica apocalisse zombie? Queste sono le premesse di Cell, pellicola di Tod Williams, tratta dall’omonimo romanzo di Stephen King, in uscita il 13 Luglio.

Dopo ben nove anni, John Cusack e Samuel L. Jackson tornano nuovamente in un adattamento cinematografico tratto da un romanzo del re del terrore, Stephen King. Questa volta però non ci sono stanze di hotel misteriose con presenze demoniache all’interno.

Questa volta la storia prende una piega decisamente diversa e molto più vicina alla realtà.

Questa volta la storia prende una piega decisamente diversa e molto più vicina alla realtà. Quante volte, tra le critiche mosse alla società attuale, abbiamo sentito la parola “zombie” rivolta a tutte quelle persone che non sanno staccarsi un minuto dal proprio cellulare, per attraversare la strada o per cenare in compagnia.

Probabilmente sarà capitato anche a noi di apostrofare qualcuno o venire apostrofati in questo modo. Il caro Stephen si avvicina moltissimo a questo concetto, anticipando di dieci anni quella che potrebbe realmente essere un’apocalisse non troppo lontana dalla realtà.

Cell è un thriller/horror apocalittico che sa come giocare con le paure e le paranoie dell’essere umano, proponendo una visione dello zombie molto diversa rispetto a quella a cui siamo abituati oggi.

Il fumettista Clay (John Cusack) è in procinto di prendere un aereo, dopo un anno di assenza, per tornare dalla moglie e il figlio, quando uno strano segnale fa impazzire chiunque abbia un cellulare o telefono in mano. Prima sono scariche epilettiche, successivamente è una rabbia feroce quella che anima le vittime dei segnali, le quali si scagliano contro chi è riuscito a scamparla per un pelo.

In fuga dall’aeroporto, Clay incontra sulla sua strada Tom (Samuel L. Jackson) e lo convince ad aiutarlo ad andare dalla sua famiglia per vedere se sia riuscita a salvarsi. Ad affiancare i due superstiti in questa lotta tra vita e morte si unisce Alice (Isabelle Fuhrman), giovanissima vicina di casa di Clay.

 

Cell

 

I tre non sanno ancora con cosa hanno realmente a che fare.

I tre non sanno ancora con cosa hanno realmente a che fare, ma più vanno avanti nel loro percorso più si rendono conto che i “cellulati” si evolvono in modo sempre più articolato, dal muoversi in singolo al branco, dal totale comportamento privo di senso a una logica più sottile nelle azioni. Una corsa contro il tempo prima che tutto vada perduto. Ma ci potrà mai davvero essere un lieto fine?

Non facile è stato il percorso della trasposizione cinematografica di Cell, ordinata già nel 2006 stesso dalla Dimension Films, affidando il progetto ad Eli Roth dopo le riprese di Hostel: Part II.

Per chi un minimo conosce Roth, sa bene che come regista non ama andarci leggero con il suo pubblico. Gli scenari sanguinolenti progettati da Roth non sposano però l’idea di storia e realizzazione già definita dalla produzione e dagli sceneggiatori Scott Alexander e Larry Karaszewski, per tanto Roth si ritrova a lasciare il progetto affermando:

Era nato un conflitto di opinioni su come doveva essere fatto il film e come doveva risultare la storia, c’è una direzione diversa e lo studio vuole prendere quella strada (…) sono interessato a dirigere solo storie originali scritte da me.

Intanto, nel novembre 2009, Stephen King dichiara, assieme agli altri due sceneggiatori, di aver finito di scrivere l’adattamento.

Eppure i lavori per Cell dovranno aspettare ancora qualche anno, prima di affidare il progetto a Tod Williams (Paranormal Activity 2) e scegliere, come attori protagonisti, John Cusack e Samuel L. Jackson, affiancati dalla giovane Isabelle Fuhrman, l’inquietante e spietata Esther di Orphan.

 

 

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Sono stati molti gli sforzi fatti per creare Cell, ma purtroppo non sono stati del tutto ripagati.

Sono stati molti gli sforzi fatti per creare Cell, ma purtroppo non sono stati del tutto ripagati. Quando le pellicole hanno delle storie di produzione così traumatiche, non è una caso se la realizzazione non è sempre delle migliori.

Cell parte con delle ottime premesse e aspettative, mostrando anche la positiva intenzione della pellicola di essere quanto più fedele alle atmosfere del romanzo originale; purtroppo, tutta la fatica fatta, viene sprecata a causa di una gestione non propria ottimale delle tempistiche e di un voler giocare troppo sulle classiche atmosfere televisive alla The Walking Dead.

La prima impressione che suscita una pellicola come Cell è quella di vedere un prodotto di intrattenimento ben fatto ma che rimane in superficie, senza spiccare per originalità o unicità. Qualcosa di già visto e rivisto.

Fino a una sua prima parte, la pellicola è intrigante. Il fattore thriller gioca una parte fondamentale, palleggiando lo spettatore dalla suspense al cercare di comprendere cosa abbia dato inizio a quella apocalisse.

 

Cell

 

Viene fatta una semina molto precisa attraverso i personaggi, la cui caratterizzazione, però, rimane solo una bozza fino alla fine del film. Gli elementi che rimangono in sospeso non sono pochi e tradiscono, per forza di cose, il mood originale del libro e l’approfondimento svolto da King sull’evoluzione delle vittime del segnale.

Un thriller che si maschera da horror ma che alla fine dei conti lascia ben poco

Un thriller che si maschera da horror ma che alla fine dei conti lascia ben poco, se non novanta minuti di un film che, in fondo, scorre neanche troppo male. Il lavoro di Williams dietro la macchina da presa è lodevole.

La realizzazione del film è ben fatta e non si trovano degli evidenti errori di regia. Le atmosfere molto cupe si sposano perfettamente con il taglio post-apocalittico, mescolando scene di action con momenti di intimità e solitudine. Certo, non deve essere facile per nessuno rendersi conto di essere tra i pochi sopravvissuti ad un disastro mondiale.

Non possiamo parlare di un brutto film con Cell o di un film non riuscito, ma di un film che avrebbe avuto bisogno di un respiro più ampio, di più tempo per poter emergere e soddisfare i troppi interrogativi che rimangono in sospeso.

 

Cell

 

Lo spettatore viene portato a investigare su un mistero di fondo che non trova risposta.

Lo spettatore viene portato a investigare su un mistero di fondo che non trova risposta, concludendo la pellicola con un finale fatalista davvero deludente e poco soddisfacente, facendo storcere non poco il naso. La risoluzione è sbrigativa e anche piuttosto superficiale. Si tenta di creare una sorta di “inception” ma senza riuscire a portare avanti lo stratagemma fino alla fine.

Se per buona parte del film si viene portati a credere in qualcosa, quasi a sospettare della veridicità di tutto quanto, il finale smorza qualsiasi tipo di entusiasmo, buttando un velo di becera banalità lungo tutta la pellicola.

La coppia Cusack-Jackson riesce piuttosto bene sullo schermo, sebbene entrambi gli attori non spicchino moltissimo in tutta la pellicola. Samuel L. Jackson piuttosto legato in una parte che avrebbe necessitato di una limatura maggiore, mentre John Cusack relegato in una di quelle parti di cui, dopo Love&Merci, si pensava si fosse liberato per sempre.

 

Cell

 

In conclusione Cell è un film che merita una chance o, per lo meno, un tentativo di visione. Una pellicola che naviga sulla sufficienza, venendo però confinata nel mero intrattenimento, volto a far passare un’oretta e mezzo del nostro tempo senza realmente regalare forti emozioni.

 

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Cell arriva in tutte le sale italiane dal 13 Luglio.

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