Friend Request: il lato oscuro dei social network

Friend Rquest

Se nel 1998 Hideo Nakata sconvolse gli spettatori portando al cinema una bambina capace di ucciderti in sette giorni solo guardando una cassetta, nel 2016 il tedesco Simon Verhoeven fa la medesima operazione, utilizzando però uno dei social network più amato di tutti, Facebook. Il film in questione è Friend Request, horror movie in uscita oggi con Alycia Debnam-Carey, William Moseley, Connor Paolo, Brit Morgan, Sean Marquette, Brooke Markham e Liesl Ahlers.

Solo l’anno scorso il terrore correva online su Skype con il mockumentary Unfriended, film del russo Levan Gabriadze prodotto da Timur Bekmambetov e Jason Blum.

Verhoeven punta a una narrazione più semplice, ma non rinuncia neanche lui al gusto di impastarsi le mani in questo sotto genere del cinema thriller e horror che sta prendendo piede negli ultimi anni.

Proprio ieri abbiamo visto alcuni dei film e serie che hanno dato inizio a questo fenomeno:

 

Entrambi i film usano i social network come arma a doppio taglio delle giovani vittime e carnefici cercando di indagare, in modo più estremo, l’importante tematica del cyberbullismo.

La sostanziale differenza tra Unfriended e Friend Request sta nel modo in cui i registi decidono di approcciarsi a queste tematiche.

La sostanziale differenza tra Unfriended e Friend Request, tecnica a parte – Unfriended è interamente girato in found footage dal punto di vista della web cam Skype della protagonista – sta nel modo in cui i registi decidono di approcciarsi a queste tematiche.

In Unfriended si punta all’umiliazione pubblica tramite i social network, alla presa in giro e alla diffamazione, mentre Friend Request gioca sulla solitudine e su quanto la vita possa essere oscura sia fuori che dentro la rete.

Facebook, Twitter, Instagram, Snapchat, sono diventanti tutti elementi fondamentali per la nostra vita. Tutti, in modo diverso, siamo dipendenti dalla rete e dai social network.

Più contenuti uguale più contatti, più contanti uguale più likes e, proprio come un circolo vizioso, più likes uguale più popolarità.

Friend Request parte proprio dalla popolarità. Un circuito macchinoso che può portare a un mera grandezza sociale in rete, ma anche a una totale distruzione dell’essere, con conseguenze irreversibili.

 

 

Non accettare quella richiesta

Laura (Alycia Debnam-Carey) è una ragazza molto popolare, bella e intelligente. Studia psicologia, ha un fidanzato specializzando in medicina e amici che l’adorano. È molto attiva su tutti i social e conta su Facebook oltre ottocento amici.

 

Friend Request
Un difetto ce lo avrà Laura? Si, essere ingenua.

Viene infatti attratta da una misteriosa ragazza, Marina (Liesl Ahlers). Attorno a Marina c’è il vuoto più assoluto, perennemente sola, ha un profilo Facebook inquietante. La sua lista di amici è vuota e la sua timeline colma di disegni, video e immagini degni di un sito creepypasta.

Laura accetta la richiesta d’amicizia della ragazza e inizia a intraprendere una relazione amichevole sia offline che online.

Marina è come una bambina. Non ha mai ricevuto nulla, e quelle attenzioni da parte di Laura sono per lei un’enorme sorpresa, ecco perché non riesce a misurare quel rapporto, finendo col diventare morbosa e assillante.

Laura, allarmata da questo atteggiamento, decide di allontanare la ragazza, fino a toglierla definitivamente dagli amici. Ciò che ancora Laura non sa è che questo gesto, apparentemente innocuo, le costerà un carissimo prezzo.

 

 

 

Tra stalker e possessioni

Friend Request inizia con la notizia del suicidio di Marina la notte stessa in cui la ragazza scopre che Laura l’ha tolta dagli amici.

 

Friend Request

 

Molti sono gli elementi inquietanti che girano attorno a questa morte.

Molti sono gli elementi inquietanti che girano attorno a questa morte. Primo fra tutti è il video che Marina stessa ha girato mentre si suicidava. Nell’era delle mamme Chewbacca, figuriamoci quanto poco tempo ci possa mettere un video di un suicidio a diventare virale.

Ma ciò che inquieta ancora di più Laura è la condivisione del video: infatti pare proprio che sia stata lei a pubblicare per prima il video. Quando però prova a cancellarlo o, meglio ancora, a eliminare il proprio profilo Facebook, qualcosa rende impossibile l’operazione.

Qualcuno controlla il profilo di Laura e le rende impossibile prendere qualsiasi tipo di provvedimento, sminuendo la sua figura agli occhi di tutti i suoi contatti.

Anche il profilo di Marina continua a restare attivo, e improvvisamente non solo Laura, ma anche i suoi amici si ritrovano Marina tra gli amici, pochissimi istanti prima di fare una terribile fine.

Tu e Ma Rina avete stretto amicizia

Se nel 1998 lo squillo del telefono, dopo la visione di The Ring, poteva terrorizzarci, adesso il terrore risiede in una “semplice” friend request.

 

 

 

La solitudine ai tempi di Facebook

La struttura del film è piuttosto semplice. Una narrazione che scorre molto bene, giocando moltissimo con l’effetto sorpresa, quasi a voler ricalcare i video su internet dove, all’improvviso, esce la faccia mostruosa a tutto schermo.

 

Friend Request

 

Molto chiara è l’intenzione di Simon Verhoeven di non fare semplicemente un film horror, ma un film che indaga profondamente tematiche a noi sempre più vicine. La solitudine, l’isolamento, il non venire accettati dagli altri.

La sua vita è stata lastricata di continui abusi e silenzi.

Marina è una ragazza molto solitaria, sola fin dalla nascita. La sua vita è stata lastricata di continui abusi e silenzi, e quando per la prima volta vede un briciolo di umanità da parte di qualcuno, qualcosa in lei si accende. Non c’è nulla di peggio nell’accendere la speranza in qualcuno e poi portarglielo via così brutalmente.

La vendetta di Marina è spietata, ed è puntata a far provare a Laura le stesse pene che ha dovuto provare lei stessa, negli anni, sulla sua stessa pelle. Marina non vuole uccidere Laura, ma la vuole vedere soffrire, provare quella profonda solitudine e isolamento dal quale è impossibile scappare.

 

Friend Request

 

Le sue vittime sono proprio gli amici e i parenti stretti della ragazza. Un fantasma che si insinua nella mente, seminando il germe della follia, formando terra bruciata attorno alla protagonista.

Verhoeven usa spettri e streghe per poter rappresentare la follia della depressione e della solitudine, ma l’urlo disperato di Marina è quello che possiamo scorgere negli occhi di molti ragazzi di oggi, e non solo.

Le vittime della società di adesso, la quale ha adottato, ormai, come metro di misura per tutto, il mondo della rete. Questa critica passa in modo sottile nel film, quindi senza scadere nella retorica, ma riesce comunque a imporsi in modo efficace.

 

Friend Request

 

A modo suo, il regista tedesco con Friend Request sembra voler aprire una breccia nella coscienza dei giovani di adesso, distruggendo dal profondo le realtà virtuali, i social network, etichettandoli come male assoluto e letale.

 

 

 

Pro e contro

Il tutto sembra funzionare piuttosto bene in questo film. Una pellicola che, in fondo, si lascia guardare e non manca di spaventare più di qualche volta. Si gioca moltissimo con i silenzi e gli ambienti cupi, ricreando le atmosfere dell’animo e della mente di Marina.

Una pellicola si lascia guardare e non manca di spaventare più di qualche volta.

L’escamotage di fondo però è piuttosto semplice, quasi banale. Internet viene rappresentato come il “black mirror” della stregoneria medievale, un portale attraverso il quale entrare in una differente dimensione. Uno strumento di divinazione con cui seminare panico e sofferenza, sangue e urla.

Non si punta a uno svolgimento razionale, ma si cerca di seguire la via del paranormale, contestualizzando il tutto ai nostri giorni.

Cosa nasconde veramente il profilo di Marina? Chi è veramente Marina?

Friend Request non spicca per la sua grande originalità, posizionandosi qualche passo indietro rispetto a Unfriended, ma riesce comunque a intrattenere, colpendo soprattutto per l’attenzione all’immagine da parte del regista.

 

Friend Request

 

Uno studio piuttosto accurato della composizione visiva, che non può fare a meno di strizzare l’occhio alla cultura giapponese. Non solo Ringu, ma anche film come The Call (2003) di Takashi Miike e Kairo (2001) di Kiyoshi Kurosawa, vengono omaggiati in Friend Request che non si arena unicamente sul “film social network” ma cerca di dare una parvenza thriller a tutta la storia.

Il punto debole del film arriva sul finale

Il punto debole del film arriva sul finale. Durante la risoluzione del terzo atto, troppa è la carne che viene messa a cuocere. Verhoeven ha ben chiaro in mente dove andare a colpire, ma non sa come farlo.

Fa scendere in campo molteplici elementi che mandano, perdonate il termine poco tecnico, il film in “caciara”, per poi riprendersi con una chiusura, piuttosto telefonata, circolare.

 

Friend Request

 

Friend Request è figlio della generazione più moderna del sotto genere horror.

Friend Request è figlio della generazione più moderna del sotto genere horror, ma non vuole neanche dimenticare le radici più tradizionali. Un film godibile che naviga tranquillamente sulla sufficienza, senza infamia e senza lode.

Friend Request vi aspetta dall’8 Giugno nelle sale italiane.

 

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