La logica del ventunesimo secolo

2_2=4

Oggi abbiamo un problema più grave dell’inquinamento o della criminalità. La mancanza di un pensiero razionale.

Prendiamo come esempio l’addizione 2+2: una cosa semplice, banale, a cui chiunque può rispondere. Siamo in grado di rispondere a quel 2+2 per una serie di motivi. Il primo è l’aver imparato da bambini il concetto di addizione, cioè il processo con cui risolvere la domanda.

Ma il secondo è quello ancora più importante e che in pochi oggi considerano e cioè il significato di “2”. Il simbolo 2 in se non dovrebbe avere alcun tipo di significato. Lo ha perché universalmente sappiamo che quel simbolo scritto in quel modo corrisponde a “due unità”. Questo ci permette quindi di poter risolvere il 2+2.

Senza quelle informazioni, cioè che il simbolo “2” sta per “due unità”, non sarebbe affatto semplice. Un bambino infatti ha difficoltà proprio perché non ha ancora le informazioni necessarie a dare il significato corretto al simbolo “2”.

Ma perché sto spiegando una cosa cosi banale? Perché non lo è affatto.

Stamattina stavo leggendo un’articolo che spiegava che ancora oggi ci sono moltissime persone che sono convinte che la terra sia piatta. Intervistandole la risposta più comune è che non si fidano della scienza ma solo delle proprie sensazioni che ovviamente non possono che restituire l’immagine di un mondo piatto.

Questo è un’esempio perfetto del 2+2 che spiegavo prima. Sembra una banalità, ma la verità è che se non si hanno le informazioni necessarie il cervello cerca comunque di dare una risposta a qualcosa a cui non può ovviamente arrivare da solo.

Si sforza di mettere insieme i puntini con le informazioni che ha e tira fuori (il cervello funziona cosi) una risposta ovviamente basata sulle limitate informazioni che si possiedono.

Si sforza di mettere insieme i puntini con le informazioni che ha e tira fuori una risposta basata sulle limitate informazioni che si possiedono.

Ovviamente dove non ci sono le informazioni necessarie, come nel caso della terra piatta (dove la maggior parte degli intervistati non possiede informazioni sul concetto di gravità) la risposta che il cervello mette insieme non è quella reale, ma solo quella basata sulle limitate informazioni che si posseggono su quell’argomento.

Ed qui che il mondo si divide in due grandi gruppi.

Entrambi i gruppi non hanno le informazioni per dare il significato corretto al numero “2” ma si comportano in modo diverso.

Nel primo si avranno risposte abbastanza omogenee, cioè un secco “non lo so”. Non possono sapere quanto vale il simbolo “2” di conseguenza è impossibile risolvere l’addizione 2+2. In realtà ognuno dei componenti ha una sua risposta “possibile” ma è perfettamente conscio che è solo il frutto delle limitate informazioni che ha e che non può assolutamente essere quella esatta.

 

Nel secondo gruppo si avranno centinaia di risposte diverse. Chi dice che il risultato è 5, chi 6, chi 1, chi 12 ecc. Questo perché nessuno dei componenti del secondo gruppo (esattamente come nel primo) sa quanto vale il 2, ma ognuno mette insieme le informazioni che ha e tira fuori un risultato basato sulle proprie esperienze, cosa inutile in matematica,e il risultato è ovviamente errato.

 

Questo procedimento non è diverso da quello che tutti abbiamo affrontato davanti un test a crocette dove non eravamo molto preparati.

Se non sappiamo la risposta cerchiamo di mettere insieme tutte le informazioni che abbiamo e di selezionare quella che ci “sembra” ci si avvicini di più. Ma,esattamente come le persone del primo gruppo, lo facciamo perfettamente consci che è solo un azzardo e che non conosciamo davvero la risposta.

Ma allora perché quelli del secondo gruppo non applicano lo stesso ragionamento anche a tutto il resto? Non saprei se definirla mancanza di logica o semplicemente “non consapevolezza”.

Io credo di appartenere al primo gruppo, ma trovo estremamente banale che davanti un quesito di una complessità immensa (come una questione di portata globale in ambito politico/economico o un concetto scientifico molto complesso) quello che penso non può assolutamente essere la risposta esatta. Una persona con tutte le informazioni a riguardo (un’esperto di quel settore, un’equipe di famosi ricercatori ecc) può averla, ma di sicuro non io.

Non perché “mi fido” più di loro (come qualcuno del secondo gruppo spesso risponde) ma perché è una realtà oggettiva che non puoi sapere quanto fa 2+2 se non hai le informazioni necessarie sul simbolo “2”.

Sembra che questo approccio sia più unico che raro.

Eppure sembra che questo approccio sia più unico che raro. Potete vedere intorno a voi che la maggior parte delle persone vanta competenze mediche grazie a un paio di ricerche su google, parla di alimentazione come nutrizionista plurilaureato, votano politici praticamente per qualsiasi motivo tranne che dopo un’attenta ricerca dell’applicazione pratica delle sue proposte, ecc.

Persone convinte che non siamo mai andati sulla luna, fanatici del complottismo, ma anche cose più banali che riguardano la vita di tutti i giorni.

Tutto questo perché quelle persone si convincono che la loro opinione su quell’argomento possa essere esatta.

E se si prova a spiegare che semplicemente c’è bisogno (per esempio) di una serie di conoscenze di fisica per poter capire quella risposta,spesso ci si sente dire “è una tua opinione”, una risposta ancora più illogica. Non è un’offesa che per avere una risposta c’è bisogno delle informazioni necessarie per risolverla e che se non le hai non puoi farlo.

La verità è che la nostra intera società si fonda sull’autoconvinzione di avere il potere di capire quello che ci accade intorno. Perché se tutti fossero come nel primo gruppo probabilmente la società si fermerebbe. Eppure sembra che sia impossibile accettare che ci sono cose che semplicemente una persona può comprendere e tu no.

Il bello è che in realtà anche quelli del secondo gruppo di base ragionano correttamente. Se si rompe un tubo in casa e non hanno conoscenze di idraulica chiamano un idraulico. Quindi accettano di non avere abbastanza informazioni per avere una risposta in quel caso. Questo è ,secondo me, ancora più grave perché significa che l’autoconvinzione c’è solo dove si vuole che sia.

Eppure non posso fare a meno di chiedermi cosa spinga una persona ad autoconvincersi che sono gli altri ad avere opinioni diverse dalla sua che, dopo aver letto le storie più assurde nel tal sito, pensa di aver capito chi sono i potenti della terra.

Voi cosa ne pensate?

 

Per approfondire, ecco la serie di articoli “Come Ragionare Bene”, pubblicati qui su Lega Nerd:

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