Mad Max, un montaggio da Oscar

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Mad Max, nel corso dell’appena trascorsa edizione degli Oscar, ha concorso in diverse categorie e in alcune di esse ha vinto, tra cui quella per il miglior montaggio. Scopriamo perché.

Cosa rende il montaggio di Mad Max: Fury Road degno di vincere un Oscar?

ha dato forma ad un lungometraggio di 120 minuti a partire da ben 480 ore di girato

La montatrice Margaret Sixel, nonché moglie del regista George Miller, ha dato forma ad un lungometraggio di 120 minuti a partire da ben 480 ore di girato, un compito apparentemente impossibile da gestire, ma fortunatamente è stata aiutata da due accorgimenti adottati in fase di ripresa che hanno permesso al montaggio di questo film di brillare:

 

Crosshair Framing (inquadratura a mirino)

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Tutte le riprese mantengono l’oggetto di interesse al centro dell’inquadratura, permettendo al montatore di velocizzare il ritmo dei tagli in quanto lo spettatore non ha bisogno di vagare alla ricerca degli elementi chiave, gli basta mantenere fisso lo sguardo e tutto ciò che è importante ai fini dell’azione gli sarà mostrato.

 

Eye Trace (traiettoria dell’occhio)

Tecnica più comune rispetto alla prima, lascia che il naturale movimento degli occhi dello spettatore sostituisca l’azione, permettendo anche in questo caso al montatore di mostrare il minimo indispensabile; ad esempio, se in una scena un personaggio all’estremità sinistra dell’immagine sta per scoccare una freccia, sarà sufficiente mostrare, nell’immagine successiva, una freccia conficcata da qualche parte all’estremità opposta, senza esplicitare il tragitto che questa freccia ha percorso, perché i nostri occhi si saranno spostati automaticamente da un’estremità all’altra dello schermo.

 

Questo è stato possibile anche grazie al fatto che il regista ha trascorso anni nel tentativo di visualizzare ogni ripresa nella propria mente, processo che è stato tradotto in un meticolosissimo storyboard da Mark Sexton.

 

 

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