La vita attraverso gli occhi di Vivian Maier, tata e fotografa

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La struggente bellezza delle fotografie di Vivian Maier deve contendersi l’interesse dell’osservatore con la storia che le riguarda, che è di per sé un piccolo miracolo. Vivian Maier, per chi ancora non la conoscesse, nella vita ha fatto la bambinaia, ma la sua vera passione è sempre stata la fotografia, che ha coltivato per tutta la vita.

Di lei si sa molto poco

Di lei si sa molto poco, più che altro sono i bambini che accudiva, ora adulti, a raccontare di una persona molto schiva, delle avventure segrete nei luoghi più malfamati e fatiscenti della città per scattare i suoi soggetti preferiti. Al contrario molti degli adulti, non sapevano nemmeno che facesse foto.

 

Probabilmente, a parte alla persona che le sviluppava i negativi, Maier non ha mai mostrato le sue fotografie ad anima viva,

Probabilmente, a parte alla persona che le sviluppava i negativi, Maier non ha mai mostrato le sue fotografie ad anima viva, la maggior parte di esse sono rimaste negativi, molti solamente rullini mai sviluppati, proprio a segnare un’amore maniacale per la fotografia in sé, senza che essa debba portare a nient’altro. E probabilmente sarebbero andate perse per sempre se il caso o il destino non avesse voluto che due anni prima della scomparsa di Vivian Maier, avvenuta nel 2009, il magazzino dove erano state confinate finisse all’asta per insolvenza. John Maloof, uno dei tre acquirenti iniziali dei 100.000 negativi, 700 rullini mai sviluppati e pellicole da 8 e 16 millimetri, è inciampato per caso nei negativi cercando materiale storico su Portage Park, una zona di Chicago, per un libro a cui stava lavorando.

Il resto ormai è storia.

 

Le fotografie di Vivian Maier hanno acquistato sempre più popolarità, hanno estimatori in tutto il mondo, acquirenti famosi, sono diventate un bellissimo documentario che l’anno scorso è stato in lizza per l’Oscar (e che ovviamente vi consigliamo!).

 

 

Viene spontaneo chiedersi cose ne avrebbe pensato di tutta questa popolarità la riservata Vivian Maier.

Chi è stato fortunato ha potuto vedere le foto nell’estate 2015 in mostra al MAN, il museo d’arte di Nuoro e alla Fondazione Forma di Milano fino a gennaio 2016. Entrambe le mostre hanno registrato un enorme successo, con file chilometriche all’ingresso. Viene spontaneo chiedersi cose ne avrebbe pensato di tutta questa popolarità la riservata Vivian Maier.

 

 

Street Photographer

Le fotografie di Vivian Maier colpiscono per l’attenzione innata alla composizione, alle geometrie e alle forme, la prontezza e il colpo d’occhio nel catturare un istante irripetibile, un espressione spontanea; anche i soggetti in posa appaiono naturali. La bellezza della sua biottica e della pellicola fanno il resto, stregando l’occhio di chi guarda.

 

In un mondo ossessionato dai selfie, conquistano la serie di autoritratti, vere destrezze artistiche.

In un mondo ossessionato dai selfie, conquistano la serie di autoritratti, vere destrezze artistiche. La maggior parte di essi sono scattati attraverso una superficie riflettente: uno specchio, una vetrina, o un oggetto ancora più insolito come il cerchione di un’auto: sono degni di una stampa di Escher.

 

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