Cellulari e moduli: possono scrivere il futuro?

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Al Mobile World Congress di Barcellona LG ha presentato il suo nuovo modello top di gamma, LG G5. Particolarità del modello è la presenza di una struttura modulare, ovvero di essere progettato in modo che alcune parti possano essere tolte e sostituite con componenti diverse, come se si trattasse di un computer.

In particolare, LG ha presentato durante la sua conferenza due moduli: il modulo CAM Plus, in grado di aggiungere una maggiorazione all’amperaggio della batteria ed aggiungere dei tasti fisici per l’utilizzo della fotocamera; l’altro modulo è frutto della collaborazione con Bang & Olufsen ed inserisce un chip audio ed un sistema audio ad alta qualità.

 

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Da qua nasce la mia domanda:

Può un sistema modulare diventare il futuro per l’industria dei dispositivi mobili?

 

 

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Ipotetico futuro del modulare

Pensiamo per esempio ad un dispositivo (come quello annunciato al MWC dell’anno precedente) completamente o quasi modulare, un ipotetico “ModuPhone”.

Un telefono del genere, sebbene non è un’idea nuova e anzi proposta già 30 anni or sono, potrebbe essere davvero interessante. Osservando la corrente attuale dei telefoni è ovvio che ci siamo indirizzati verso un’uniformazione, sia dal lato del SO che dalla componente hardware (il che ha diversi vantaggi, imho).

Dal lato opposto però, l’utenza continua a richiedere una sempre maggior personalizzazione.

Ma come dovrebbe essere un cellulare modulare?

Il nostro ModuPhone potrebbe essere il punto d’incontro tra questi due grandi pensieri. Un cellulare modulare infatti  è composto da un “esoscheletro”, ovvero di una componente fissa, e di una serie di “unità accessorie” (i moduli, appunto) da inserire sull’esoscheletro.

La componente modulare comprende la maggior parte del telefono, basti pensare a processore, ram, chip grafici, per l’audio, fotocamere o espansioni di memoria.
Un sistema modulare però sarebbe in grado di spingersi oltre, offrendo veri e propri accessori non ideati in fase di progettazione del dispositivo ma vere e proprie espansioni del terminale, andando a potenziare una caratteristica oppure un altra.

Le possibilità del terminale in se potrebbero crescere esponenzialmente.

Le possibilità del terminale in se potrebbero crescere esponenzialmente. Permetterebbe al primo posto un grado di personalizzazione superiore a quello raggiunto.
In baso al tipo di utenza diventa possibile infatti proseguire verso una strada piuttosto che un’altra: espandere una determinata caratteristica del proprio terminale, aggiungendo magari una fotocamera più potente oppure maggiore memoria su cui salvare i propri contenuti. Il risultato sarebbe un po’ quello di avere una Power Bank personalizzabile attaccata al cellulare.

Per esempio nel mio caso non installerei una fotocamera particolarmente potente, assicurandomi che le poche foto che farei occuperebbero un piccolo volume di archiviazione.

 

 

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Marketing: le questioni spinose

Progetto interessante, ma come potrebbe essere il suo impatto sul mercato?
Il lato marketing ne risulterebbe giovato, perché si potrebbero attuare strategie diverse: innanzitutto un dispositivo modulare avrebbe un ciclo vitale completamente diverso ad un telefono tradizionale, facendo in modo che l’utente mantenga il proprio “case” dispositivo, aggiornando solamente i moduli divenuti obsoleti.

Aggiornare solo i moduli obsoleti potrebbe rivelarsi un’arma a doppio taglio.

Pensandoci bene, questa potrebbe rivelarsi un’arma a doppio taglio, perché da un lato porterebbe ad allungare la vita del terminale generando meno profitti, ma d’altra parte si potrebbero aprire nuove opportunità di profitto generate proprio dalla soluzione modulare.

Certo qui ora potremmo addentrarci in tematiche come sistemi chiusi-sistemi aperti oppure componenti proprietarie (cioè provenienti ed esclusive dell’azienda) oppure componenti universali, ma per questa volta eviteremo un pesantissimo (ma prima o poi doveroso) approfondimento.

Ad ogni modo, il ModuPhone potrebbe essere idealmente proposto in 3 fasce di prezzo a seconda della dotazione presente. La diversa fascia di prezzo giustificherebbe la diversa dotazione che andrebbe ad influire sulla diversa vita del dispositivo.

L’impatto sul mercato quindi potrebbe essere positivo, oppure negativo, oppure caotico neutrale. In fondo ormai è più determinante il fattore pubblicitario che le specifiche tecniche in sè (quantomeno per l’utenza media). Sul lato marketing quindi rimango sul 50:50.

 

 

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Concludendo, i dispositivi modulari possono essere il futuro?

La risposta è… nì.

Indubbiamente un sistema modulare mi appassiona e mi interessa, ma se da un lato un sistema modulare potrebbe aprire a nuove realtà produttive, è anche vero che potrebbe essere un’enorme limitazione.

Obiettivamente, un ModuPhone si insinuerebbe come un dispositivo di nicchia e solo se il pubblico lo accetta e lo porta ad essere popolare può poi diventare “mainstream”.

Se ci pensiamo, lo schermo capacitivo è iniziato proprio come accessorio di nicchia. Il problema di fondo è che un sistema del genere ha un altissimo potenziale di “autocannibalizzarsi” rendendo disponibili pochi accessori che non permetterebbero di fatto la tanta agognata personalizzazione.

ModuPhone può aprirsi ad infinite personalità, ma anche essere un dispositivo troppo complicato. Ora tocca alle aziende cercare di scrivere il futuro della tecnologia da tasca.

E voi che ne pensate?

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