Le proprietà curative del suono

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Negli Stati Uniti si stanno diffondendo studi per la musico-terapia legati a yoga, cristalli e gong tibetani. Gli effetti sembrano notevoli, ma cosa dice la scienza?

Ho sentito il mio primo gong 15 o 16 anni fa

dice Jamie Ford proprietaria di uno studio di musico-terapia a Los Angeles

ero in una classe yoga ed è stato il primo vero gong che ho sentito.

I clienti dello studio di Jamie sono per il 75% affetti da stress, ansia e depressione.

Jamie ha sentito la sua mente più leggera, il suo corpo librarsi nell’infinito e da allora ha deciso di aiutare altre persone aprendo la Sound Space, uno studio per il trattamento di vari disturbi attraverso la musica. I clienti dello studio di Jamie sono per il 75% affetti da stress, ansia e depressione. Secondo i teorici di questa pratica new age, la musica sarebbe in risonanza con le orbite dei pianeti oppure avrebbe la frequenza vibrazionale del corpo o ancora riarrangerebbe le energie del corpo tramite l’interazione con gli ioni nelle membrane cellulari.

 

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Da qualunque parte nascano queste teorie, non hanno alcun fondamento scientifico.

La musica ha sicuramente un effetto terapeutico, soprattutto su patologia come la depressione o lo stress, ma anche nell’aiutare con la riabilitazione o la stimolazione di persone affette da disabilità. I motivi però non sono da ricercare in complicati termini pseudoscientifici o in misteriose energie. La musica stimola il nostro cervello stimolando e attivando determinate aree. Non c’è bisogno si tratti di gong tibetani accordati sulla frequenza di Giove (qualunque cosa questo voglia dire).

 

Basta la canzone giusta ad aiutarci nei momenti difficili, e per quello non serve pagare Jamie.