Il ritorno delle bufale settimanali

BK

Da Butac – Bufale un tanto al chilo cerchiamo di tornare con regolarità per riassumere le perle che ci vengono segnalate e trattiamo quotidianamente sul sito.

Sono cambiate molte cose negli ultimi mesi: Butac ha nuovi collaboratori, un grandissimo numero di lettori e di segnalazioni giornaliere, diverse battaglie per la corretta informazione in corso che scavalcano i confini della rete e ci vedono in prima linea, ad esempio, con #TeamVaxItalia a favore della corretta informazione sui vaccini.

 

Le bufale mediche hanno girato molto negli ultimi tempi, anche a causa di un certo “animalismo” che crede di portarrepubblicae vantaggi alla propria causa diffondendo disinformazione, anche a scapito di persone malate. Noi, anche e soprattutto grazie al nostro Dott. PA, cerchiamo di fare del nostro meglio per diffondere informazione e approfondire le tematiche più attuali: ad esempio sono di questi giorni un accurato articolo sulla pertosse e un articolo riassuntivo riguardo ai vaccini (trattato ampiamente anche dagli utenti di Lega Nerd), mentre è sempre online e, si spera, in pubblicazione a breve addirittura in un libro vero, la nostra serie di approfondimenti riguardo alle più comuni bufale che girano sia sul web che IRL “Attualmente vaccini“.

 

Clickbaiting: titoli accattivanti, fuffa, disinformazione o mera pubblicità

Purtroppo un trend che stiamo vedendo sempre più in aumento in rete è quello del clickbaiting: titoli accattivanti (purtroppo questo spesso significa anche che marciano su situazioni sgradevoli, che parlano ai più bassi istinti di una popolazione sempre meno in grado di capire e risalire alle fonti di quello che legge) che vogliono portare click a “contenuti”, spesso fuffa, disinformazione o mera pubblicità, in modo che si alzino le visite al sito e che vi siano maggiori introiti dagli sponsor.

 

Qualche tempo fa abbiamo raccolto la testimonianza di uno dei maggiori gestori di pagine di Facebook che ci ha spiegato come funziona il meccanismo dei “like” sul social network, dandoci alcune dritte per non andare ad alimentare questo traffico di click che non porta altro che soldi nelle tasche di chi gestisce le pagine:

Ci volevano almeno 200mila fan perchè la pagina desse un guadagno in base ai click, e bisognava tenere la pagina in attività (condividendo foto che generassero molte condivisioni, cosa che successivamente fece scaturire il fenomeno delle foto bufala, che sicuramente conoscerete). L’attività iniziò a crescere, nacquero siti (…) o gruppi Fb (…) dove avvenivano le compravendite sia di spam che di pagine; io ad esempio avevo un tariffario che andava dai 15 ai 900 euro a seconda del numero di passaggi di notizie (ad esempio 20 passaggi di notizie a 300 euro, con libertà di orario). (…) Dato che pubblicare foto con relativo link alle notizie portava ad un maggiore numero di click, ad ogni articolo collegava una foto. Il problema era che la foto con l’articolo non c’entrava nulla o quasi. (…) La gente prima cliccava e poi si lamentava, io sinceramente finché si è trattato di questi” tranelli” ho lasciato sempre fare (visti anche i guadagni) bastava che non mi proponessero news sessuali. Da quel momento però ha avuto la degenerazione del social marketing: iniziarono a nascere siti di notizie amatoriali, inventate e sensazionalistiche, tutti incentrati sulla bufala.

 

Capirete che per noi questo si è tradotto in un aumento praticamente incontrollato di segnalazioni riguardo a notizie inventate di sana pianta, che come ci spiega la Teoria della montagna di merda si traduce spesso in lavori immani di debunking… ma non demordiamo, anzi! Tristemente in Italia le bufale che girano di più (e che attirano più click a chi le mette in circolo) sono quelle a sfondo razzista e xenofobo e, ultimamente grazie alla diffusione delle fantomatiche Teorie del gender anche quelle omofobe, quindi potrete trovare sul sito diverse precisazioni e spiegazioni che abbiamo scritto sui gender studies e le riforme che riguardano scuola e politica e che hanno tanto allarmato il mondo cattolico.

 

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Ma non preoccupatevi, la nostra battaglia contro le bufale più diffuse non ci impedisce di interessarci a moltissimi argomenti che abbiamo approfondito negli ultimi tempi. Il nostro Neil Perri gestisce una rubrica chiamata “Piccole perle di Facebook” in cui spiega genesi e debunking delle leggende metropolitane che circolano sul più famoso e abusato social network, e ci delizia con approfondimenti di argomento internazional-popolare come una raccolta di falsi miti riguardanti Benito Mussolini o la vera ricetta della famigerata pizza ai pepperoni.

 

Abbiamo inoltre un nuovo collaboratore appassionato di astronomia e astrofisica che cerca di spiegarci alcune delle più comuni bufale sulle missioni Apollo. La prima riguarda l’Apollo 20 e la teoria che vuole una spedizione del 1976 partita in gran segreto per raggiungere un’astronave aliena sulla faccia nascosta della Luna…

1976: una missione congiunta USA-URSS decide di partire in gran segreto per raggiungere una astronave aliena sulla faccia nascosta della Luna. Ovviamente, come sempre quando si ha a che fare con alieni, non meglio specificate “forze governative” vogliono tenerci nascosti i fatti. Salvo poi che qualche “eroe” riesce a portare qualcosa che egli chiama “prove del complotto”. Nel nostro caso un presunto astronauta di nome W. Rutledge avrebbe comandato questa missione assieme alla collega L. Snyde e al russo A. Leonov veterano dell’astronautica sovietica.

 

Vi aspettiamo quindi su Bufale un tanto al chilo per le nostre sbufalate quotidiane e rinnoviamo l’appuntamento #bonsaikitten qui su Lega Nerd per un riassunto (più o meno) settimale delle migliori bufale in circolazione. Abbiamo tanto da recuperare! ;)

 

 

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