Jennifer Lopez: dai padrini nerd alla svolta MILF

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Bella è sempre stata bella, ti piaccia o meno la categoria “latinas” sui siti che di solito frequenti. È passata da icona sexy a produttrice, da bonazza da filmetti di serie B a star di pellicole impegnate, da ragazza del quartiere a tamarra arricchita da gossip senza vergogna, da starlette musicale a… starlette musicale che duetta con Pitbull, ma vabbé. Di certo non possiamo dire che Jennifer Lopez, al secolo Jennifer Lynn Lopez, conosciuta al mondo come J. Lo, sia una donna che si è adagiata sugli allori e non abbia mai cambiato pelle.

Perché parlarne su Lega Nerd? Perché è una #turbofiga, ovvio, ma non solo.

Donna di successo e molto intelligente (tamarrate a parte), è una che ha fatto pure cose che interessano a quelli come noi. Non ultimo, passare finalmente sul versante MILF con un filmazzo che sta per uscire al cine, ovvero The Boy Next Door.

E poi vi siete dimenticati quel folle film massacrato all’epoca dell’uscita che fu The Cell? Se pensate che sia il biopic del cattivone di Dragonball, forse dovreste fare un ripassino di cinefantascienza. Anzi, di cyberpunk. Ma dopo ne riparliamo.

La nostra J.Lo vive la favola di Cenerentola.

La nostra J.Lo vive la favola di Cenerentola: portoricana nata nel Bronx, sembra non avere alcuna speranza nella vita, a parte diventare una madre di 36 figli con il culone e il marito in canotta e coltello a serramanico facile. O almeno è quello che le fanno credere i suoi genitori, non proprio convinti di poterla far uscire dallo stereotipo dei latini in USA.
Invece Jennifer bambina vede la fatina nei suoi sogni e diventa una testardissima ballerina – la passione estemporanea su cui la instradano mami e papi diventa per lei una ragione di vita e di riscatto sociale.

Nel 1990, a vent’anni, fa la ballerina vestita trooooppo anni ’90 nella serie della FOX In Living Color. Vedere per credere/rabbrividire/andarsi a recuperare anche la videografia di Vanilla Ice.

 

 

Ma già pochi anni prima aveva avuto una particina in un dramma strappalacrime dove uno dei grossi nomi del cast era James Earl Jones. Capito? J. Lo ha esordito nel cinema in un film dove c’era Darth Vader. E poi vi state ancora chiedendo cosa ci faccia qui.

Certo, perfino i suoi fan ancora stentano a capire dove diavolo sia Jennifer – probabilmente la sua scena è stata tagliata in diverse versioni, in altre sarà di pochi secondi. FYI, ecco l’aberrante trailer del rich-white-girl-discovers-poverty-movie:

 

 

La sua carriera continua con serie tv ben poco apprezzate dal pubblico e dalla critica.

La sua carriera continua con serie tv ben poco apprezzate dal pubblico e dalla critica, che chiudono presto i battenti: Second Chances e il suo spin-off Hotel Malibu. Epperò la bellezza e la verve della J non passano inosservati a Hollywood (i maligni sostengono che sia invece il famoso fondoschiena a spalancare le porte fin da subito) tanto che viene reclutata come terzo nome del cast in uno dei peggiori flop del cinema action degli anni ’90: Money Train, con due pezzi da novanta come Wesley Snipes – vestito malissimo – e Woody Harrelson – con mullet terrificante.

Peccato, appunto, che l’insuccesso di questo maldestro buddy-crime-movie scritto maluccio e diretto senza nerbo abbia spedito nel dimenticatoio della memoria tutta l’operazione. Qui sotto una testimonianza di quanto di peggio abbiano prodotto gli anni Novanta nel genere “strana coppia infilata per forza in un film volutamente simpa” e di come nel 1995 andasse ancora bene dire “negro” a Wesley Snipes.

 

 

Nonostante il flop, Jennifer Lopez rimane un nome intrigante per l’industria hollywoodiana.

Nonostante il flop, Jennifer Lopez rimane un nome intrigante per l’industria hollywoodiana, non soltanto per la sua carica erotico-esotica ma anche perché quando appare sullo schermo lascia il segno: l’interesse dei tabloid che spesso la piazzano in copertina si fa sentire. In questo modo riesce addirittura a lavorare con Francis Ford Coppola nel film di Francis Ford Coppola che tutti vorremmo dimenticare, Jack. Sì, quello dove Robin Williams fa il bimbo affetto dalla sindrome di Werner e invecchia più veloce del normale. Sì, il film che non è stato praticamente MAI menzionato per ricordare il talento di Robin Williams quando è scomparso. Fatti ‘na domanda…

Ma non solo, poi J si è ritrovata in mezzo al mega-cast di Blood and Wine, modesto noir di Bob Rafelson che però vede schierati Jack Nicholson e Michael Caine. C’è anche Stephen Dorff, poverino. La nostra si prodiga in look tra l’innocente e il provocante, balla in camicia da notte con Nicholson e si conferma gran bella presenza su schermo: tutto quello che devi vedere sta qua sotto

 

 

La conferma del talento e il decollo della carriera cinematografica arrivano da uno dei film più dimenticati della Lopez.

La conferma del talento e il decollo della carriera cinematografica arrivano da uno dei film più dimenticati della Lopez, il biografico Selena (1997), dove veste i panni della leggendaria cantante Selena Quintanilla-Pérez, icona della comunità latinoamericana paragonabile solo a Madonna per il resto del mondo, uccisa in circostanze tragiche appena due anni prima all’età di 23 anni, dopo una folgorante carriera.

Un’artista i cui passi sono poi stati percorsi perfettamente dalla stessa J. Lo sotto ogni profilo: musica, danza, moda, recitazione. Indovina un po’ chi recita con Jennifer, nella parte di “suo padre”? Nientemeno che Edward James Olmos… tra Miami Vice e Battlestar Galactica, un altro padrino nerd d’eccezione per la nostra ragazza.

 

 

Dopo questo ruolo, le offerte si moltiplicano e J. Lo ne azzecca una su due.

Dopo questo ruolo, le offerte si moltiplicano e J. Lo ne azzecca una su due. Prima (più trash, come si confà ai nostri gusti) si ritrova nella foresta amazzonica, vittima di Anaconda, più che un animale letale, un tremebondo C-movie che oggi, a voler essere buoni, potremmo etichettare come proto-Asylum o produzione Sy-Fy senza guizzi.

Incomprensibilmente il film va bene al botteghino: erano tempi più semplici, e poi una Jennifer Lopez tosta e bagnata (dalle melmose acque amazzoniche, non fare il birichino) aveva il suo gran perché. Di seguito, il best of della monnezza in tutto il suo splendore gommos-cgi con pittoresco doppiaggio latino:

 

 

Poi arriva il film che la consacra a tutti i pubblici, Out of Sight.

Poi arriva il film che la consacra a tutti i pubblici, complice il talento di Steven Soderbergh in formissima e il fascino malandrino di un rampante George Clooney: Out of Sight è ancora oggi un film godibilissimo e la coppia fa scintille. A un certo punto, una castigatissima Jennifer ci offre uno striptease tenero quando sensuale (occhio che si intravede anche George in mutande)

 

 

J. Lo si butta a capofitto in un film tra i più bistrattati dalla critica internazionale: The Cell.

Dopo una pausa dovuta alla promozione del secondo album musicale, carriera che riesce con grandissimo successo a portare avanti parallelamente ai suoi appuntamenti sul grande schermo, J. Lo si butta a capofitto – anche un po’ coraggiosamente, diciamo – in un film tra i più bistrattati dalla critica internazionale: The Cell, fanta-horror del visionario regista indiano Tarsem (autore, tra le tante cose, del celebre video di Losing My Religion dei R.E.M.). Non è certo un capolavoro, ma visivamente è impressionante ed è pieno di idee originali e interessanti, anche audaci, dato che si trattava di un film ad alto budget.

Spesso e volentieri massacrato per la sua trama non certo ben scritta, è stato però un discreto successo al botteghino e rimane affascinante… poi è sempre un piacere vedere Vincent D’Onofrio che fa il pazzo sadomasochista conciato nelle peggiori modalità. Tra citazioni dell’arte contemporanea, vedi le opere di Damien Hirst, ed estetica dei video dei Nine Inch Nails e del primo Marilyn Manson, The Cell è un film da rivedere e riscoprire, anche in ottica cyberpunk (una psicologa che entra nella mente di un serial killer in coma!), un guilty pleasure con impennate di visionarietà e violenza inusuali. Tipo questa:

 

 

Dopo questo film, la carriera di J. Lo rientra in territori più convenzionali con commediole e drammi di scarsa levatura, per poi finire nel cesso grazie allo sciagurato rapporto amoroso con Ben Affleck, che porta la coppia al momento più buio delle rispettive carriere grazie a quella vera merda di film, questo sì, giustamente inserito tra i peggiori della storia: Gigli (da noi Amore Estremo, titolo schifoso quanto il materiale che rappresenta).
Il meglio del peggio:

 

 

Anche Jersey Girl del nostro beniamino Kevin Smith, in vena di far vedere che un pochino era maturato, non giova a nessuno degli interpreti.

J. Lo torna quindi a concentrarsi sulla carriera musicale che, tra alti e bassi, le regala comunque soddisfazioni non indifferenti a livello di vendite e stardom. Si dedica, sullo schermo, a progetti indipendenti e rivolti alla “nicchia” latinoamericana. Da segnalare l’imperfetto ma militante Bordertown, basato su fatti realmente accaduti di omicidi di donne in Messico.

 

 

Nel 2013 fa coppia con Jason Statham in Parker e adesso la cara J. Lo, a 45 anni, ha deciso di calare l’asso: MILF-appeal a palla e via in The Boy Next Door.

Sia quel che sia, Jennifer Lopez è sempre un gran bel vedere, non credete?

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