Sabato mattina

Sabato mattina
Sveglio. Sono anidro.

Allungo il braccio e prendo il bicchiere con l’acqua.

Sputo tutto.

Allungo il braccio, appoggio il bicchiere con le paglie e prendo quello con l’acqua. Suona il campanello.

Mi sporgo e dalla finestra vedo un personaggio che nei sei secondi in cui lo focalizzo si guarda attorno 13 o 14 volte, tanto da farmi pensare che l’accelerazione subita dal suo cervello va di ben oltre i G che un essere umano può tollerare. Ti apro da mat.

I nuovi inquilini del piano di sopra nel frattempo stanno giocando a bowling o a curling. O forse stanno verificando le dichiarazioni di Newton sulla gravità facendo cadere oggetti sul pavimento. La sperimentazione è importante. Bravi. L’odore della merda che ho sputato mi costringe ad alzarmi per pulire.

Di scatto. Bravissimo.

In un attimo mi aggrego alla commissione scientifica e provo anche io le teorie newtoniane.

Cercando di stare in piedi.
Passa Darwin e mi da una pacca sulla spalla e mi dice “graaaaande!”.
Evoluzionista del cazzo,vorrei vedere lui a fare le serate che faccio io e poi vediamo che cazzo ci scrivi sui quei quadernini del cazzo.
In corridoio sembra di essere a Baghdad dopo un raid aereo, infatti in sala c’è anche un cadavere sul divano.

Darwin saluta pure lui.
Mentre pulisco guardo l’orologio.
Sono le 10.30 di sabato mattina.
Allora non è una leggenda.

Esiste.
Il sabato mattino esiste.

Chissà come funziona e che odore ha?!
Per ora quello che ha l’acqua di un bong.
Mi vesto ed esco.

Pochi metri e incontro i primi indigeni. Sono degli anziani.

Dal passo quasi statico e dallo sguardo volto all’infinito credo che stiano cercando di contare le gocce d’acqua che cadono.
Chiedo permesso.

Lo scatto con cui si girano suggerisce che sono parenti di quello che mi ha suonato prima.
Il loro sguardo è terrorizzato. Vacco zio sono solo in squasso (hangover)state sereni.
Poi capisco.

Specchiandomi nel finestrino di una Palio, di proprietà di un cieco (un normo dotato non l’avrebbe mai comprata. Va bhe.) l’immagine riflessa è quella di una figura umana completamente vestita di nero, con occhiali da sole e cappuccio in testa. La barba suggerisce che sicuramente sotto alla giacca di pelle nasconde un fucile a pompa. O 4 kili di c-4.
Li sorpasso rapidamente.
Entro nel bar.

Mi guardo attorno cercando il nome della casa di riposo in cui sono entrato.
Solo anziani. Tutti anziani.

Tutti con un bicchiere di vino bianco e tutti che stanno grattando un gratta e vinci.

Nelle loro movenze sono sincronizzati meglio di un countdown di capodanno utilizzando un orologio atomico.
Un cappuccino e quella pasta li.

Cosa c’è dentro?
“acero e mela”
Chi?
“acerooo eee meeelaa”
Ma l’acero è un albero!
La prendo. Deve essere una di quelle cose che esistono solo al sabato mattina.

Sa di noci e matita HB. Mi fa venire in mente quante matite ho masticato durante le ore di scuola. Bei tempi.
Pago e il Sambu, il barista, mi chiede se voglio un Aulin. Il mio malditesta pulsa così forte da essere evidente anche per chi mi vede.
Esco.

Passa un reperto archeologico evidentemente fuggito dal museo egizio della Pilotta, che però stringe con avida sicurezza un sacchettino.
Sembra un po’ Gollum.
Film del cazzo.

Ma io só cos’è quel tessssooro che custodisce gelosamente.
È cavallo pesto.
Ora un obbiettivo nella vita.
Farmi la milf che mi sta passando davanti e acquistare 3 etti di cavallo.
Magari nello stesso momento. Scena da oscar. Lo dedico a tutta via Trento. Vi voglio bene.
Mi incammino verso nord.

Nel camminare penso ai vecchi nel bar che stanno bevendo gia alle 10.
E penso al mio dottore che nel spiegarmi come evitare il reflusso gastrico di cui soffro mi fa: è devi evitare di bere alcolici alla sera.
Grazie.

Scommetto che hai un piano tariffario per il roaming all’estero.
Con tutti i viaggi a Stoccolma che ti tocca fare per ritirare dei nobel, è indispensabile.
Genio.

Quegli anziani avranno tutti il reflusso.
Ok ci siamo. Varco la soglia e mi tolgo gli occhiali.
Neanche al SERT credo che ci sia così tanta gente che aspetta la propia dose si Subotex.

Dopo il video poker, il cavallo pesto.
Dipendenze.
Prendo il numero. 84.
Aspetto.

Come ho fatto a non vedere il pullman che ha portato tutti sti genii!
Discorsi che ti fan sentire di non appartenere alla stessa specie.
Quella prima di me chiede 4 costate.
“Da 2 centimetri e mezzo.”

No perché se son da 2 o da 3 cm di spessore ti viene un tumore.
Testa di cazzo
Che richieste sono?
Non stai ordinando del cartongesso inutile testa di cazzo.
2,5

Fai un favore al pianeta e abbassa le emissioni di CO2.
Muori.
Esco con i miei 3 etti di tartara e un master in antropologia.
Saluto l’autista del pullman e gli chiedo di mandarmi una cartolina dalla Svezia.

Il pesto senza la micca è come leccare un figa con le mutande.
Quindi panetteria.
Ma li lo squasso mi ha detto ” ehi graaaande! Ci sono anche io stronzetto!”

E ho spesso di acquisire stimoli dall’esterno.

So solo che la tipa che mi ha servito aveva un ciondolo blu tra tette.
Lapislazzuli credo.

Il principe del mondo
Il principe del mondo
Orfeo
Orfeo
La Pipa di Re Salomone (Parte 1)
La Pipa di Re Salomone (Parte 1)
PcMan
PcMan
Conciencia Inoculada
Conciencia Inoculada
Una Nebbia Estiva - Parte 7
Una Nebbia Estiva - Parte 7
Paura e Delirio alla conferenza del Movimento Raeliano
Paura e Delirio alla conferenza del Movimento Raeliano