La Tavola Ouija

Ouija

La tavola Ouija, conosciuta anche come wee-gee in inglese, è una tavoletta sulla quale sono riportate le lettere dell’alfabeto, i numeri e altri simboli, tra i quali spesso un “si” e un “no”.

È utilizzata in abbinamento ad un indicatore mobile, la “planchette“, come strumento di appoggio per le sedute spiritiche e fa la sua prima comparsa tra il 1700 e il 1800, sotto forma di tavoletta con le sole lettere dell’alfabeto, ma un metodo simile di “scrittura automatica” si fa risalire alla Cina del 1100, sotto il nome di tecnica “fuji“.

Gli inventori, o meglio i primi uomini d’affari a brevettare qualcosa di simile, furono Elijah J. Bond e Charles Kennard che misero poi in commercio il 28 maggio 1890 una versione molto simile a quella “moderna” che tutti conosciamo. Veniva chiamata semplicemente “talking board”: “tavoletta parlante”.

 

Il brevetto della tavola Ouija, descritta come "Toy or Game".

Il brevetto della tavola Ouija, descritta come “Toy or Game”.

 

Inizialmente non ebbe un particolare successo tanto che finì presto nel dimenticatoio, fino a quando nel 1901 un impiegato di Kennard, tale William Fuld, rilevò i diritti di sfruttamento della “tavoletta parlante”, rimettendola in produzione e dandole il nome “Ouija”.

La svolta commerciale arriva durante al Prima Guerra Mondiale, quando il famoso medium americano Pearl Curran la utilizza durante le sue sedute spiritiche.

Nelle tavole “moderne” è presente anche il tipico “Good Bye”.

Dal 1991 il trademark per la tavola Ouija è passato dalla Parker Brothers (che ne aveva comprato i diritti nel 1966) alla Hasbro.

 

 

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Ma a che serve questa tavoletta?

Lo scopo della tavoletta Ouija è quello di “interagire con gli spiriti”: gli utilizzatori pongono delle domande a imprecisate entità (anime dei defunti, demoni ecc..), che, attraverso un medium, farebbero sì che la planchette si muova e componga, utilizzando le lettere e le cifre disegnate sul supporto, la risposta.

La tavola wikka opera in modo simile: semplicemente usa un bicchiere all’interno di una tavola contenente solo lettere e numeri.

La parola “ouija” deriva dall’unione dei due termini, “oui“, (“sì” in francese) e “ja” (stesso significato in tedesco). Ne esiste anche una versione completamente elettronica e con comando a distanza chiamata Yesda (unione dell’inglese“yes” e del russo “da”).

 

Il movimento della planchette sulla tavola (quando è presente e non riconducibile ad un semplice truffatore presente al tavolo) viene spiegato come un effetto ideomotorio, ovvero un movimento umano inconscio suggerito dalla psiche.

L’effetto ideomotorio è una reazione inconscia generata dalla mente che produce un effetto meccanico sul corpo, e serve a dimostrare scientificamente fenomeni medianici apparentemente inspiegabili.

Il termine ideomotorio infatti si compone di due significati: il primo è “idea” o di “relativo all’idea”, il secondo “motorio”, riguarda la trasmissione del moto.

Ideomotorio si riferisce quindi a un’idea che genera movimento, movimento generato da un’idea. In ipnosi è il processo con cui un pensiero o un’immagine mentale generano movimenti involontari, al di fuori della coscienza del soggetto.

Interessante notare come se i partecipanti ad una seduta Ouija vengono bendati non realizzano poi nessuna parola di senso compiuto, come comprovato da James Randi nel libro An Encyclopedia of Claims, Frauds, and Hoaxes of the Occult and Supernatural.

Altre prove in tal senso sono state realizzate con l’utilizzo di tavole in cui è possibile invertire l’ordine o il verso di lettere e numeri: non appena si sconvolge la normale posizione dei simboli ecco che i partecipanti non riescono più a far “generare” parole di senso compiuto.

 

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Non credo che sia necessario aggiungere altro per quanto riguarda l’utilizzo “soprannaturale” di queste tavole che sono entrate nella cultura popolare più per la loro presenza in film, fumetti e libri che per la loro reale efficacia “sul campo”.

Tutti (?) abbiamo provato da piccoli almeno una volta a fare una seduta spiritica e alcuni sicuramente avranno avuto in casa una di queste tavolette.

In Italia non ha mai avuto un grande successo.

In Italia non ha mai avuto un grande successo: non almeno quanto negli Stati Uniti dove è nata e dove, come dicevo, ha ispirato decine di opere ed è entrata nella cultura popolare.

Personalmente la apprezzo proprio come oggetto popolare: la si può trovare in tantissime versioni, dalle originali con base e planchette in legno (molto belle e molto costose) fino alle più recenti in cartone e plastica.

 

E voi? Avete mai fatto da piccoli una seduta spiritica, magari proprio con una Ouija?

 

 

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