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William Tebb e l’alba dei movimenti anti-vaccinazione

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L’impatto delle vaccinazioni sulla salute delle popolazioni del mondo può difficilmente essere sopravvalutato. Con l’eccezione dell’acqua potabile, nessun’altra modalità, neppure gli antibiotici, hanno avuto un maggior effetto sulla riduzione della mortalità e sulla crescita della popolazione.

(Plotkin S.L. e Plotkin S.A., 1988)

 

 

I primi anni di vita e l’istruzione

Fu incuriosito soprattutto da Owen e dalle sue teorizzazioni sul cosiddetto “socialismo utopico”

William Tebb è nato il 22 ottobre 1830 nella città inglese di Manchester, cresciuto in una realtà disagiata, avendo vissuto nella città in un periodo di profonda depressione economica, ha avuto un’infanzia piuttosto difficile dal punto di vista della salute fisica, malato di scarlattina fu sottoposto a difficili e dolorosi salassi che lo segneranno per il resto della sua vita.

A quindici anni iniziò a lavorare in una ditta di affari a Manchester ed iniziò a frequentare corsi serali presso l’Istituto di Meccanica locale, dove venne a contatto con le idee innovative di John Bright, Richard Cobden, e Robert Owen.

Fu incuriosito soprattutto da Owen e dalle sue teorizzazioni sul cosiddetto “socialismo utopico”, che si esprimeva in pieno nella vita della piccola comunità di New Lanark, nel Lanarkshire, un piccolo villaggio scozzese che oggi è riconosciuto come patrimonio dell’umanità dall’Unesco.

L’interesse di Tebb per il pensiero di Owen lo ha portato a contatto con le idee di un altro riformista socialista molto attivo non nel Regno Unito ma negli Stati Uniti, Adin Ballou.

Dalle idee di Owen e Ballou, Tebb, mutuò tutto il suo pensiero e da quel pensiero nacque il Tebb che pochi conoscono oggi: socialista, abolizionista, pacifista, vegetariano, anti-alcolista, spiritualista, riformatore dei modi di vestire, sostenitore dei diritti delle donne, dei non-fumatori e di tutto coloro che odiano tagliarsi la barba, anti-schiavista, animalista, anti-vivisezionista ed infine, ultimo ma non meno importante: anti-vaccinazionista.

 

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Dall’anti-vaccinazionismo
alla nascita del LSACV

I movimenti anti-vaccinazioni sono nati insieme alla pratica stessa della vaccinazione.

I movimenti anti-vaccinazione sono nati insieme alla pratica stessa della vaccinazione e, se vogliamo, il pensiero sulla cosiddetta inefficacia e pericolosità della vaccinazione, è nato ancora prima come conseguenza diretta della poco sicura esperienza della “variolizzazione” (pratica conosciuta anche come innesto, inoculazione o variolazione).

Una pratica utilizzata per la cura del vaiolo (orthopoxviridae) in Inghilterra già a partire dalla fine del diciassettesimo secolo. La variolizzazione, a quanto pare, fu praticata per la prima volta in Cina, intorno all’anno mille (ai tempi non esistevano cure preventive ma semplici accorgimenti su come limitare le orribili cicatrici che la malattia lasciava in eredità ai pochi che sopravvivevano), quando per curare le persone infettate dal virus del vaiolo si usava cospargere le vie respiratorie dei malati con la polvere ottenuta dal pus essiccato degli infettati in via di guarigione.

A partire dagli ultimi anni del diciassettesimo secolo, nella città di Costantinopoli, si iniziò a praticare l’innesto di pustole di virus attraverso l’inoculazione (iniezione), un metodo che garantì una certa percentuale di successo, ma che in molti casi si rivelò letale.

La mancanza di conoscenze e di pratiche efficaci per la cura del vaiolo illusero la medicina occidentale sulla variolizzazione e già a partire dagli ultimi anni del 1600 in Inghilterra veniva praticata l’inoculazione di pustole di virus da individui malati in via di guarigione.

Ovviamente, l’elevato numero di persone, soprattutto bambini, morti a seguito di tale pratica poco efficace mossero più di qualche coscienza, ma nulla in confronto a quanto accadde dopo il 1796.

Ovviamente, l’elevato numero di persone, soprattutto bambini, morti a seguito di tale pratica poco efficace mossero più di qualche coscienza, ma nulla in confronto a quanto accadde dopo il 1796, cioè dopo la prima inoculazione di vaccino antivaioloso, il cosiddetto Cowpox virus, da parte del dottor Edward Jenner, che dopo aver notato l’immunità totale delle impiegate alla mungitura nelle fattorie decise di inoculare pustole di virus animale nel corpo di suo figlio di otto anni e di infettarlo, successivamente, con il vaiolo umano, in modo da verificarne l’effettiva immunizzazione.

Il figlio di Jenner risultò totalmente immunizzato anche se successivamente messo a contatto diretto con gli infettati dal virus. Il risentimento e l’indignazione, tuttavia, attendevano appena dietro l’angolo e grazie alla spinta promotrice della comunità cattolica, scandalizzata per la folle idea di iniettare “componenti” animali in un corpo umano, la comunità inglese si sollevò contro questa specie di “bestemmia” contro la legge di Dio.

La vaccinazione, così era stata ribattezzata la pratica ideata da Jenner, perché, appunto, di derivazione vaccina, impiegò più di qualche anno a diffondersi,

ma l’assoluta efficacia del prodotto venne, infine, riconosciuta dal governo inglese che ne promosse l’obbligo a partire dal 1853, punendo con multe piuttosto salate i trasgressori che evitavano di sottoporre sé stessi ed i membri della loro famiglia all’iniezione.

È, più o meno, a questo punto che entra in gioco il nostro caro William Tebb, che dopo aver preso multe a ripetizione, in quanto assolutamente contrario all’idea di farsi vaccinare e di far vaccinare i suoi figli, decide di “scendere in campo”, come si dice romanticamente oggi, e di fondare nel 1880 il LSACV, acronimo di London Society for the Abolition of Compulsory Vaccination, la prima vera associazione a battersi per l’abolizione dell’obbligo alla vaccinazione (in realtà fu la seconda dopo la Anti-Compulsory Vaccination League fondata da Richard Gibbs nel 1866 che, tuttavia, a confronto sembrava un’associazione di maglieriste della domenica mattina).

 

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Un’associazione che di anno in anno cresceva per numero di iscritti e sostenitori (cambiò nome in National Anti-Vaccination League nel 1896)

Un’associazione che di anno in anno cresceva per numero di iscritti e sostenitori (cambiò nome in National Anti-Vaccination League nel 1896) e che poteva contare sull’appoggio di eminenti personalità del mondo della medicina e membri del parlamento inglese, un sostegno che non risultò vano in quanto, dopo anni di dure lotte ed imponenti manifestazioni (la più importante nella città di Leicester nel marzo del 1885, con la partecipazione di circa 100.000 persone), ottenne l’approvazione, da parte del governo, dell’istituzione di una commissione di esperti per verificare la reale efficacia o l’eventuale pericolosità della pratica della vaccinazione.

Ovviamente, la commissione non si sognò neanche lontanamente di mettere in discussione il programma di vaccinazioni obbligatorie.

Ovviamente, la commissione non si sognò neanche lontanamente di mettere in discussione il programma di vaccinazioni obbligatorie (nonostante una clausola di “obiezione” che consentiva di ottenere un certificato di esenzione dalle vaccinazioni), ma abrogò dalla legge in voga all’epoca l’obbligo, per i trasgressori, di pagare salate multe per essersi sottratti alla pratica medica.

Un risultato che è assai più di quanto, probabilmente, lo stesso Tebb sperava di ottenere. Nonostante quello che si potrebbe pensare, Tebb, per portare avanti le sue battaglie per dimostrare l’effettiva pericolosità della vaccinazione, non ebbe mai il sostegno della chiesa, a dispetto del fato che questa fosse assolutamente contraria alla pratica, e nemmeno lo pretese.

La scelta di Tebb fu quella di escludere volontariamente qualsiasi coinvolgimento di tipo religioso, perché secondo lui, il fatto di utilizzare l’arma del mancato riconoscimento della vaccinazione da parte delle autorità religiose, e quindi di Dio, poteva rivelarsi come un’arma a doppio taglio in sede di giudizio della commissione, così pensò bene di argomentare come motivazione uno strampalato collegamento tra l’iniezione di virus vaccino e l’infezione dei pazienti da sifilide, lebbra e adenite tubercolare (meglio conosciuta come scrofola).

I membri della commissione verificarono il presunto collegamento, conclusero che non vi fossero evidenze a riguardo e chiusero il caso. Quasi bisogna essere riconoscenti al simpatico William Tebb per questa scelta. Immaginate la confusione che si sarebbe creata nelle coscienze dei membri della commissione se si fosse iniziato a vaneggiare di peccati e anime che soffocano tra lo zolfo dell’inferno per aver acconsentito a sottoporsi alla vaccinazione.

C’erano elevate probabilità di terrorizzare la commissione riuscendo nell’intento di convincerla dell’immoralità della vaccinazione e della necessità di rendere illegale tale scempio. In un certo senso succede ancora oggi, perché non sarebbe potuto accadere allora?!

Tebb rimase un convinto sostenitore dell’anti-vaccinazionismo fino alla morte, ma già a partire dal 1896 aveva fissato nuovi obiettivi per la sua carriera di condottiero delle “giuste cause”.

 

 

 

La nascita del LAPPB

L’acronimo LAPPB sta per London Association for the Prevention of Premature Burial ed è un’associazione nata grazie all’impegno di William Tebb con Walter Hadwen, farmacista inglese coinvolto, così come Tebb, nella lotta contro la pratica della vaccinazione.

L’obiettivo dell’associazione era quello di promuovere una profonda riforma delle sepolture per evitare che le persone colte da “morte apparente” venissero praticamente sepolte vive.

L’obiettivo dell’associazione era quello di promuovere una profonda riforma delle sepolture per evitare che le persone colte da “morte apparente” venissero praticamente sepolte vive.

Ai tempi non era certo inusuale arrivare a seppellire una persona viva. Durante le epidemie di colera, ad esempio, capitava molto spesso di raccogliere moribondi e seppellirli quando ancora non avevano esalato l’ultimo respiro.

Di questo tipo di incidenti, ma anche di altri di differente tipologia, il buon Tebb ne raccolse buona parte nel volume Premature Burial and How It May Be Prevented, in italiano “Sepoltura prematura e come può essere prevenuta”. Un prontuario meta-scientifico sulla morte apparente ed un vero e proprio catalogo di storie dell’orrore raccontate con dovizia di particolari estrapolati da trattati scientifici, periodici locali, monografie e dicerie di ogni sorta, che servivano a sensibilizzare l’opinione pubblica verso un problema che, a pensarci bene, un po’ di paura la fa anche adesso. Di seguito, eccovi un piccolo brano estratto dal volume:

4- tebbUna storia orribile viene da Majola (?, ndr), Mantova.

Il corpo di una donna di nome Lavrinia Merli (più credibile che il nome fosse Lavinia, ndr), una contadina, che sarebbe morta in seguito ad una lunga serie di attacchi isterici, è stata sepolta in un loculo il Giovedì 3 luglio.

Sabato sera si è scoperto che la donna aveva ripreso conoscenza e strappato completamente con le unghie i rivestimenti in tessuto della cassa tentando di chiedere aiuto.

La donna, ritrovata accasciata di fianco all’interno della bara, aveva dato alla luce un bambino di sette mesi. Sia la madre che il bambino erano morti quando la bara è stata aperta, per motivi non meglio precisati, appena due giorni dopo la sepoltura.

si prefiggeva l’obiettivo di denunciare una sorta di “mala sanità” nell’approccio dei medici nel constatare la morte di un paziente

Questo è, più o meno, il livello dei racconti presenti nel libro del quale potrete leggere una riproposizione in lingua originale a questo indirizzo.

L’opera di Tebb ebbe un successo abbastanza inaspettato e terrorizzò un elevato numero di acquirenti, anche i meno creduloni (e noi che continuiamo a spendere soldi per andare a vedere clown assassini al cinema. Che fessi!), che si concentrarono solo ed esclusivamente sulla natura piuttosto controversa del volume senza quasi mai fare attenzione alla sua, presunta, importanza riformista, anche in ragione della “pochezza” delle proposte di Tebb: aumento dei giorni di attesa prima della sepoltura e costruzione di veri e propri mortuari, sull’esempio delle tedesche Leichenhäus.

Questa ennesima crociata di Tebb, nelle intenzioni, non voleva essere quello che è realmente stato, cioè un modo estremo per attirare attenzione su un tema che, come vedremo, spaventava l’autore stesso, ma si prefiggeva l’obiettivo di denunciare una sorta di “mala sanità” nell’approccio dei medici nel constatare la morte di un paziente.

L’idea era quella di provvedere ad una migliore formazione del personale medico dotandolo di mezzi all’avanguardia in grado di riconoscere quando effettivamente qualcuno muore. Come arrivare a questa sorta di riforma l’autore non lo ha mai chiarito.

 

 

La “prova inconfondibile della decomposizione”

Poco dopo aver dato vita a questa particolare crociata attraverso la fondazione del LAPPB, Tebb si dimise dal ruolo di presidente della National Anti-Vaccination League, pur continuando a seguirne le vicende e ad interessarsi delle iniziative che questa prendeva, e si concentrò sulle attività del LAPPB che, tuttavia, mostrava tutta la sua vacuità e i suoi punti deboli.

L’associazione sparì nel nulla all’indomani dell’esplosione del primo conflitto mondiale, Tebb si ritirò nel villaggio di Burstow, nel Surrey, dove morì il 23 gennaio del 1917.

Tra le sue ultime volontà il desiderio di lasciare il suo corpo disteso sul letto di morte per un non meglio precisato numero di giorni, fino a che non si fosse palesata la “prova inconfondibile della decomposizione”. Immaginate la felicità dei familiari di William Tebb.

La vita di Tebb è stata l’esistenza difficile di un bambino e di un adulto ostinato, che non si dava mai per perduto e che aveva sempre un motivo per farsi avanti.

Scritto così, questo “necrologio” potrebbe sembrare fatto ad arte per celebrare la personalità di questo individuo controverso, che in realtà portò avanti alcune tra le più inutili cause della storia dell’umanità.

La sua vita resta indissolubilmente legata a quei fantastici giorni dell’anti-vaccinazionismo, che tantissimi anti-vaccionazionisti hanno ispirato negli anni, nei decenni, nei secoli fino ai giorni nostri.

Non so voi, ma questa cosa mi deprime in maniera assurda.

 

 

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