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Il Font, struttura ed espressione

Il Font, struttura ed espressione

Il font è uno strumento di comunicazione ed espressione da non sottovalutare, soprattutto in un’ epoca in cui si scrive essenzialmente al computer. Per questo motivo è bene conoscerne la struttura, la classificazione e sapere quale usare in qualsiasi situazione.

 

Altezze e occhi

Per prima cosa, concentriamoci sulle linee di costruzione dei font (quelle orizzontali, che nel testo non si vedono): esse determinano le proporzioni tra le varie parti di un glifo.

 

La più importante, denominata linea di base, si estende sotto le lettere come un appoggio; nella vita quotidiana corrisponde alle righe dei quaderni.

Lo spazio centrale, ossia l’altezza mediana, è generalmente il più grande e ogni lettera lo occupa. Le altre due altezze sono quella discendente e quella ascendente, rispettivamente in basso e in alto rispetto alla prima.

Esse posso rimanere vuote, nel caso la lettera (ad esempio una “a”) non presenti aste. I tre spazi, sommati, formano l’ occhio, corrispondente alla dimensione massima del carattere.

Generalmente, l’altezza mediana misura il doppio della discendente e dell’ascendente.

 

 

Anatomia delle lettere

Passiamo ora alle parti componenti di ogni lettera:

  • Le aste verticali sono tutti i segmenti appunto verticali che formano la lettera, ad esempio il “trattino” della “i”, ma anche della “E”;
  • Il tratto ascendente è la parte del glifo che si sviluppa al di sopra dell’ altezza mediana;
  • Il tratto discendente, viceversa, occupa lo spazio sottostante la linea di base;
  • La pancia, presente ad esempio nella “b” e nella “p”, è la gibbosità che si forma in certe lettere;
  • La grazia è un elemento aggiuntivo presente, come vedremo, solo in alcuni caratteri. Essa si trova al termine delle aste, degli ascendenti e dei discendenti e ne determina un allungamento ortogonale.

 

 

Gli stili

In molti caratteri si può scegliere uno stile, che dà particolari effetti al font. Tra i più comuni troviamo:

  • Il Regular, ossia quello che si utilizza normalmente;
  • Il Bold, detto anche Grassetto, caratterizzato dall’inspessimento delle lettere, utile per mettere in evidenza delle informazioni importanti come titoli o parole-chiave;
  • L’Italic, o corsivo, riconoscibile per l’ inclinazione verso destra del testo, utilizzato per le citazioni, per sottolineare un concetto (anche con ironia, ad esempio riprendendo delle parole già usate in precedenza e ripeterle testualmente), oltre che quando si inseriscono parole in lingue straniere o termini specifici.

 

 

Tipologia di font

I caratteri si suddividono in due categorie:

I Serif, o Aggraziati, che terminano con delle grazie, come il Times New Roman, il Bodoni e il Garamond;

Il Bodoni

Il Bodoni

 

I Sans Serif, o Bastone, che  invece non presentano grazie. I più conosciuti sono l’Helvetica, il Gill Sans e l’Arial.

L' Helvetica

L’ Helvetica

 

I Calligrafici, interessanti, ma da utilizzare con parsimonia, in quanto molto elaborati; i più gettonati sono il Lamar Pen e il Burgues Script.

Il Burgues Script

Il Burgues Script

 

I Gotici , da usare come i calligrafici; uno dei più popolari è il Fraktur, ma sono molto conosciuti anche il Cursiva e il Textura.

Il Fraktur

Il Fraktur

 

Si consiglia sempre di utilizzare dei Sans Serif nei testi digitali e nei siti web, in quanto le loro linee sono più pulite, quindi a schermo si leggono meglio.

I caratteri aggraziati, al contrario, sono definiti da alcuni ideali per i documenti stampati, in quanto ne rendono la lettura più scorrevole, proprio perché le grazie congiungono visivamente le lettere.

 

 

 

Cosa non fare in un testo

Prima di concludere, ecco una lista di consigli per presentare un testo leggibile e presentabile:

  • MAI SCRIVERE UNICAMENTE IN MAIUSCOLO, altrimenti apparirete minacciosi ed irriverenti; NdItomi: l’all caps è anche largamento meno leggibile, cosa più importante da considerare.
  • Non utilizzare troppi caratteri, meglio giocare sugli stili, anche se un titolo digitato con un font differente può attirare maggiormente l’ attenzione;
  • Mai scrivere intere pagine in gotico o altri caratteri calligrafici, se si vuole che qualcuno le legga e ne comprenda il contenuto.
  • Scegliere il font giusto per l’ occasione (il Comic Sans non è MAI adatto): un Helvetica è molto versatile e meno pomposo di un Times, quindi può essere utilizzato in varie situazioni; lo Zapfino è adatto per una breve lettera romantica, mente il Courier New vi farà apparire dei veri Nerd;
  • I libri sono scritti in undici o dodici pt., mai superare i tredici per un testo normale.

 

 

Concludendo, vi lascio degli spunti per approfondire:

 

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