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Neon Genesis Evangelion: il capolavoro di Hideaki Anno

Evangelion

Giappone 1993. Hideaki Anno presenta alla Gainax la bozza di un anime Mecha, da quest’ultima nascerà una delle opere più famose dell’animazione mondiale.

Neon Genesis Evangelion è considerata all’unanimità dalla critica una delle migliori opere dell’animazione mondiale.

Neon Genesis Evangelion è considerata all’unanimità dalla critica una delle migliori opere dell’animazione mondiale.

La serie è composta da 26 episodi, è ambientata nel 2015 e narra la storia di Shinji Ikari, introverso quattordicenne che viene chiamato a Neo-Tokyo 3 dal padre con cui non ha mai avuto un vero rapporto genitoriale.

NERVUna volta arrivato scoprirà che è stato chiamato per pilotare l’Evangelion 01, enorme androide creato dall’organizzazione paramilitare internazionale Nerv della quale il padre è comandante; l’Evangelion è stato creato per difendersi dagli Angeli,  esseri che vogliono causare la distruzione dell’umanità.

Riluttante Shinji accetta ed incomincia, insieme alle altre due pilotesse, Rei Ayanami e Asuka Sōryū Langley, la lotta per la sopravvivenza del genere umano.

Neon Genesis Evangelion

Quello che può sembrare il plot di un tipico show alla “Monster of the week” prenderà episodio dopo episodio tinte sempre più drammatiche e oscure, analizzando in profondo la psicologia dei personaggi e i loro drammi interni.

Tutto questo viene accompagnato da un animazione sperimentale unita  ad una colonna sonora che punta ad un perfezionismo audiovisivo “kubrickiano”.

La storia dietro questo capolavoro, cosa significò la nascita di esso per il suo creatore e l’impatto conseguente nel media di appartenenza meritano un approfondimento.

 

 

 

Hideaki Anno, la Gainax e Nadia

Hideaki_Anno

Hideaki Anno nasce a Ube a sud del Giappone nel 1960, bambino introverso e poco incline a socializzare si appassiona subito al disegno, durante le scuole superiori si fa notare per la creazione di cortometraggi che vengono proiettati durante i festival scolastici annuali.

A quattordici anni vede la serie anime: “Corazzata Spaziale Yamato” che lo convince a voler lavorare nell’animazione.

Mentre frequenta l’università della Arti di Osaka viene a sapere tramite la rivista Animage che lo studio TopCraft è in disperato bisogno di animatori per il film “Nausicaä della Valle del vento”.

Anno si precipita allo studio con i suoi disegni e riesce a mostrarli direttamente ad Hayao Miyazaki, quest’ultimo impressionato dalla qualità di essi decide di assumerlo e di fargli animare alcune delle scene più complicate nel film.

Hideaki fonda insieme ai suoi compagni di università la Gainax

L’esperienza lavorativa con Miyazaki avrà una grande influenza su Anno oltre a creare un ottimo rapporto d’amicizia tra i due.

Nello stesso anno Hideaki fonda insieme ai compagni di università: Yoshisyuki Sadamoto, Takami Akey, e Shinji Higuci lo studio Gainax ed incomincia la produzione di serie anime per la TV pubblica e cortometraggi vari guadagnando un discreto consenso tra il pubblico.

 

Gainax

 

Per Anno e la Gainax il successo in patria arriva indirettamente grazie a Hayao Miyazaki, il celebre maestro infatti stava lavorando a diverse serie per la Toho (una simil Warner Bros giapponese) e tra queste appariva anche lo script di un anime largamente influenzato da Verne e dai suoi racconti.

Il progetto datato 1975 venne accantonato fino a quando nel 1990 la TV di stato giapponese affida alla Gainax la realizzazione; Anno si dedica anima e corpo al progetto ideato inizialmente dal suo mentore, Miyazaki.

Nonostante i molti paletti che sacrificano la sua inventiva imposti dalla produzione ad Anno, la serie che verrà chiamata da noi “Nadia – Il mistero della pietra azzurra” incontra un grandissimo apprezzamento da parte del pubblico giapponese e catapulta la Gainax ed il regista tra i grandi dell’animazione nipponica.

 

 

 

La depressione di Anno e l’essere otaku

Dopo aver concluso “Nadia – Il mistero della pietra azzurra”, Hideaki va incontro a quattro anni di depressione allontanandosi dalla vita pubblica.

Incomincia ad interessarsi di psicologia e agli studi di Freud. La fine della depressione di Anno avviene con il rifiuto dello stile di vita otaku che stava vivendo: Otaku è un termine dispregiativo della lingua giapponese che indica una subcultura di appassionati in modo ossessivo di manga, anime e prodotti ad essi correlati.

Hideaki considera l’essere otaku una forma di autismo forzato

La persona si chiude in un mondo fantasioso proprio fuggendo da quello reale, in una società cosi competitiva e frenetica come quella Giapponese la fuga dalla realtà è molte volte la soluzione di tantissimi adulti.

Nella psicoanalisi di Freud questo comportamento rientra tra i meccanismi di difesa con cui la persona si “difende” da quello che può danneggiarlo (situazioni, pulsioni, ecc…)

Le difese che in questo caso sono riportate come “Difese immature” sono un arma a doppio taglio che allontanano sempre di più la persona dalla vita reale.

In un intervista Anno dirà:

Se desiderate entrare nell’animazione, il mio consiglio per voi come autore è quello di avere diversi interessi oltre ad essa. Guardate verso l’esterno, prima di tutto. La maggior parte dei produttori di anime sono fondamentalmente autistici. Devono ancora cercare di comunicare veramente con gli altri. Direi che il risultato più grande che l’animazione abbia mai raggiunto è il fatto che stiamo tenendo un dialogo proprio qui e ora.

Questi quattro anni di vita passati in depressione e la conseguente reazione e disprezzo per lo stile di vita otaku diverranno la base di Evangelion ed il motivo della sua creazione.

 

 

 

Il lavoro di Background e il debutto

Incominciano i lavori per la serie. L’animazione viene appaltata a diversi studi tra cui lo Studio Ghibli di Miyazaki, in Gainax intanto si apprestano ad iniziare il lavoro di Character Design.

La progettazione dei personaggi viene affidata a Sadamoto che aveva già curato il character design di altre opere dello studio, a quest’ultimo si devono molti cambiamenti rispetto a quella che era l’idea di Anno; il sesso del protagonista diventa maschile e il titolo cambia in Shin Seiki Evangelion letteralmente “Il vangelo del nuovo secolo”.

evangelion_logo
Di tutto il lavoro di background solo la realizzazione grafica dei personaggi fila liscio senza intoppi.

Di tutto il lavoro di background solo la realizzazione grafica dei personaggi fila liscio senza intoppi, il design dei mech di Ikuto Yamashita viene infatti criticato dai produttori di merchandising che sostengono la difficoltà di produrre i modellini dei robot con il design pensato dall’artista e l’apparente invendibilità ai collezionisti che sono abituati a design molto differenti.

Completato il Character Design Yoshisyuki Sadamoto comincia la  serializzazione del manga: esso precederà l’anime di qualche mese.

Neon Genesis Evangelion
il debutto in TV con la prima puntata avviene il 4 ottobre 1995.

La fascia oraria scelta per la messa in onda, 18:30-19:00 non è indicata per un prodotto maturo come Evangelion, Hideaki però sostiene il bisogno di mettere subito le persone davanti alla vita; anche l’emittente televisiva presenta problemi infatti TV Tokyo raggiunge solo 13 delle 47 prefetture giapponesi, ma ancora il peggio deve arrivare.

 

 

 

Il cambio di idea, la bancarotta ed il successo

Evangelion_Unit_01_(Rebuild)La realizzazione dello show continua durante la messa in onda dello stesso, Hideaki Anno segue lo script deciso fino a quando dalle lettere che riceve dai fan nota come lo show sia apprezzato ma non nel modo che lui voleva.

Lo zoccolo duro dei fan dell’animazione, gli otaku, stanno vivendo la storia in modo “autistico” come fosse un mondo dove rifugiarsi evitando il messaggio interno; il regista decide quindi dall’episodio 16 di cambiare totalmente strada focalizzandosi sull’approfondimento psicologico e portando lo show su toni molto più drammatici.

Questa scelta porterà l’emittente televisiva a censurare alcune scene non adatte alla fascia oraria e originalmente non previste.

Sorge un altro problema, ogni episodio costa sei milioni e duecentocinquantamila yen (45 mila euro al cambio attuale) e le casse dello studio sono vuote, la qualità tecnica incomincia a peggiorare; si cercano di limitare le animazioni al minimo.

Hideaki è sempre più sotto tensione, senza un finale e senza soldi, sempre in bilico tra il mollare tutto o il continuare.

Decide di mettere da parte la trama finita in parte con l’episodio 24 e di concentrare il finale nei rimanenti ultimi due episodi, in un unico grande viaggio nell’inconscio del protagonista principale e nella sua accettazione del mondo.

L’ultima puntata di Evangelion va in onda il 26 Marzo del ’96 e registra il 5% di share.

All’indomani del finale incomincia un passaparola che attraversa tutta la nazione arrivando a toccare diversi critici cinematografici nipponici che portano il dibattito perfino alla carta stampata.

Senza volerlo Hideaki con il suo finale era riuscito ad attirare l’attenzione su Evangelion e su tutto ciò  ad esso collegato (merchandising, manga, ecc) facendo rientrare in fretta le spese sostenute dalla Gainax.

Anno incomincia a ricevere lettere dei fan in cui viene ringraziato per il messaggio che ha voluto inviare ed altre invece dove viene criticato (e in alcuni casi insultato) per come ha voluto far finire la serie.

Il regista continuerà a sostenere che il finale dell’opera è quello che avrebbe scelto anche se lo studio non fosse stato a corto di fondi.

 

Unit 02

 

The End of Evangelion

Durante le successive convention del fumetto a cui lo staff partecipa il fattore finale continua ad essere l’argomento principe.

Nel 1996 in USA dove viene chiesto ad Anno se gli due ultimi episodi lo soddisfacevano risponde:

 Non ho nessun problema con essi. Se c’è un problema è solo vostro. Too bad.

Nonostante quello che sostiene a sorpresa spunta la notizia che un altro finale di Evangelion è in arrivo al cinema, questa scelta forse viene maturata per fermare le continue lettere di minaccia e gli atti vandalici alla sede Gainax (anche se la maggior parte di queste provenivano da sette religiose).

Gainax_sede

In ritardo con la realizzazione la Gainax farà uscire nei cinema a Marzo del 1997 “Neon Genesis Evangelion: Death & Rebirth” che riassume l’intera serie con l’aggiunta di alcune sequenze totalmente nuove, e termina il film con quello che sarà l’inizio di: “The End of Evangelion”.

The_end_Evangelion

Ques’ultimo “segue” il finale originale degli ultimi due episodi inquadrandoli in un’altra ottica, più che di finale alternativo infatti si deve parlare di integrativo; i due film guadagnano in totale diciannove milioni di euro chiudendo l’epopea di Evangelion in un finale con un impatto visivo da “2001: odissea nello spazio”.

La serie viene acquistata e mandata in onda in diversi paesi tra cui l’Italia registrando lo stesso successo ottenuto in patria; ormai Neon Genesis Evangelion è diventato parte della cultura pop giapponese e ha guadagnato un successo planetario.

 

Evangelion_Unit_03

 

Dopo “Evangelion”

Evangelion ha rappresentato per l’intero media una rivoluzione: dopo la sua creazione le serie anime incominciano a concentrarsi su contenuti e tematiche più adulte, dai 30-40 episodi si passa a serie da 26 o meno ma con un alta qualità tecnica e artistica.

La generale crisi che il settore dell’animazione seriale stava vivendo fu superata proprio grazie ad Evangelion che ridiede linfa vitale al mercato portando nuove idee ed una nuova concezione di animazione a puntate, attraendo anche un pubblico non appassionato.

La Gainax divenne una “Big” del settore incominciando sempre di più a sperimentare e a creare nuove serie forte del fiume di denaro (ancora) costante garantito dal brand Evangelion.

Yoshisuki Sadamoto si confermò invece come uno dei migliori Character Designer di sempre, ha portato a termine il manga di Evangelion ultimamente seguendo una sua personale trama dopo 18 anni di serializzazione.

Hideaki Anno diviene uno dei registi più famosi di animazione al mondo

04Contrariamente a quello che si ci aspetta, dirigerà solo un altro anime dopo la sua opera principale e sarà costretto per volere dell’autrice a ritirarsi dalla produzione non essendo soddisfatta dello stile adottato.

Si allontana sempre più da uno studio che non sente più  suo finchè nel 2007 abbandona definitivamente la Gainax e fonda lo studio Khara (gioia in greco) che si occuperà dei “Rebuild of Evangelion”, una nuova versione cinematografica della serie annunciata l’anno prima.

Il progetto prevede il coinvolgimento dello staff storico per realizzare quattro film che si slegheranno dalla trama classica ed andranno a creare un universo a se con un nuovo finale, i primi tre verranno proiettati nei cinema italiani tra qualche giorno.

I rebuild si allontanano dall’idea originale di Evangelion puntando più ad un intrattenimento che Anno ha sempre voluto evitare nella serie originale, poco prima di iniziarne lo sviluppo dichiarò:

Non bisogna cercare di cambiare gli altri, è una cosa che ho capito bene…

I rebuild quindi sono solo un’operazione commerciale che serve a racimolare soldi per il nuovo studio con un operazione nostalgia, avvicinando al contempo il pubblico più giovane, o Hideaki ha in mente un colpo di scena con il finale?

“Evangelion 4.0 : Final” con le sue risposte è atteso in Giappone per il 2014.

Conoscendo Hideaki Anno anche questo finale farà parlare per i prossimi anni come lo fece e come lo sta ancora facendo “The End Of Evangelion” e Neon Genesis Evangelion in generale.

This show really is interesting, isn’t it? I never realized how interesting it was.

Primo commento di Hideaki Anno dopo il rewatch dell’intera serie nel 2006.

 

 

Per chi è interessato, la web TV “Popcorn.it”  in collaborazione con l’editore Italiano Dynit ha reso disponibile sul proprio sito l’intera serie in streaming legale e gratuito.
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