The Last of Us

The Last of Us

Un mondo devastato. Un uomo che vaga per la carcassa purulenta che un tempo era il Nord America. Una ragazzina che sa ancora sognare il futuro. Questo e molto altro in The Last of Us.

NaughtyDog, software house americana già famosa per altri titoli come Crash Bandicoot e naturalmente la serie Uncharted per PS3, si presenta al pubblico con questo nuovo titolo che strizza l’occhio a decine di produzioni letterarie e cinematografiche degli ultimi 20 anni. Il tema è quello, mai troppo abusato, dell’apocalisse zombie.

La vicenda si svolge in Nord America in un futuro prossimo.
Una specie di fungo che infetta il cervello trasformando gli umani in bestie sanguinarie

Una pandemia si è scatenata nelle principali città del paese e successivamente, attraverso i numerosi pendolari che quotidianamente vi si recano, anche nei paesi più piccoli. Non si tratta però del classico virus (qualcuno ha detto Virus-T?) ma piuttosto di una specie di fungo che, una volta penetrato nell’organismo dell’ospite, ne infetta il cervello.

Il periodo di incubazione è di due giorni, durante i quali il soggetto manifesta una crescente aggressività che sfocia in una violenza incontrollabile che lo priva di qualsiasi istinto di autoconservazione.

Se il soggetto rimane in vita per un tempo sufficiente, il fungo divora letteralmente il suo ospite, emerge dal suo corpo e distrugge gran parte del cranio.

 

 

La Storia

La storia verte attorno alla figura di Joel: un padre single che vive in una città del Texas con la figlia dodicenne, Sarah. Nella notte del suo compleanno si trova a fronteggiare, assieme al fratello Tommy e alla figlia, i primi effetti dell’epidemia. Gli infetti sono stati infatti trasformati in creature rabbiose e violente.

boston

Mentre il panico si diffonde nelle strade, lui e la sua famiglia cercheranno di mettersi in salvo fuggendo dagli infetti.

Regime stratocratico ai limiti della dittatura militare

Vent’anni più tardi Joel è cittadino di una comune, nella città di Boston, gestita con regime stratocratico ai limiti della dittatura militare. Qui si sono rifugiati alcuni dei pochi sopravvissuti all’epidemia. Il cibo e tutti i beni di consumo sono razionati e distribuiti attraverso delle tessere sociali e gli abitanti sono distribuiti come forza lavoro in base alla necessità. Un gruppo di resistenza, chiamato le Luci, combatte questo regime ma il loro scopo finale non è ben chiaro.

Le Luci sono così tradotte nell’edizione italiana, mentre in inglese corrispondono alle Fireflies, ovvero le lucciole. Termine che immagino sia stato bandito qui da noi a causa della sua connotazione ambigua.

Joel, che sembra essere un personaggio conosciuto e rispettato nel suo quartiere, collabora con una donna di nome Tess effettuando lavoretti di contrabbando fra i settori cittadini.

Joel-looks-at-corpse

All’inizio del gioco gli viene affidato un compito che lo porterà a conoscere la co-protagonista di questo titolo: Ellie, una ragazzina di 15 anni dal carattere vivace e fumantino.

 

 

 

Il gioco

Già dalle prime ore di gioco, il titolo è immersivo, intenso e splendidamente recitato/doppiato anche nella nostra lingua.

Immersivo, intenso e splendidamente recitato/doppiato anche nella nostra lingua

Gli ambienti sono a dir poco stupefacenti e sfruttano al massimo la potenza della Playstation. L’inquadratura è alla “Fallout”, in terza persona e si avvale dell’utilizzo dei side-view per la gestione della mira dinamica e dello stealth.

I combattimenti sono variabili e lasciati all’indole del giocatore. Si può agire in modo più o meno furtivo, evitando i nemici con la tattica e la furbizia, aggirandoli ed ammazzandoli silenziosamente o lasciandosi prendere la mano e sfoderando un pacchetto armi di tutto rispetto. Ma attenzione alle scorte di proiettili.

ambush

NaughtyDog ha inserito un sistema di crafting basilare ma ben strutturato, che consente di migliorare l’equipaggiamento e di personalizzarlo tramite (ad esempio) l’installazione di coltelli su armi corpo a corpo tradizionali, la costruzione di fondine, bombe artigianali, kit medici, bombe molotov e altro ancora.

Si evince che l’esplorazione è, se non necessaria, almeno caldamente consigliata.

Per procurarsi le munizioni (mai abbastanza) e gli elementi base del crafting sarà necessario infatti perlustrare con attenzione gli ambienti che ci circondano, aumentando drammaticamente la possibilità di spiacevoli incontri.

crafting clicker (2)

I principali nemici che ci troveremo ad affrontare sono gli infetti, che si dividono in 3 categorie: i primi sono quelli che sono stati contagiati da pochi giorni. Spesso giacciono inerti, bofonchiando parole incomprensibili e scattano solo se disturbati. Poi ci sono i runners, i più aggressivi. Dotati di tutte le capacità umane, spesso si muovono in gruppi e attaccano qualsiasi cosa a testa bassa. Infine i clickers, chiamati così per il verso ritmato che emettono.

Sono gli umani contagiati da lungo tempo, a cui il fungo ha divorato l’organismo e che vagano ciechi come grottesche marionette. Sono i più pericolosi, si servono dell’udito per scovare le loro prede e sono molto difficili da uccidere. Oltre agli infetti ci si troverà presto ad affrontare anche altri sopravvissuti: banditi, militari, o a volte semplicemente soggetti che vogliono difendere il loro territorio dagli intrusi.

Ci troveremo ad agire in modalità furtiva mentre vicino a noi i nostri compagni correranno fuori dai ripari davanti ai nemici

E qui c’è forse il più grande bug del gioco. Spesso saremo in compagnia di altre persone durante le nostre esplorazioni, persone che sono invisibili per i nemici durante le sequenze furtive.

Perciò ci troveremo ad agire in modalità furtiva mentre vicino a noi i nostri compagni correranno fuori dai ripari davanti a clickers, runners, dementi armati di fucili a pompa o altro, senza che questi possano in nessun modo aggredirli.

Dire che questa cosa è una ca*ata spezza l’atmosfera è usare un eufemismo.

panorama città

L’AI dei partners però è ben strutturata e spesso capita di essere salvati proprio da un loro inaspettato quanto provvidenziale intervento.

Al momento non ho notato altre imperfezioni tecniche, tranne questo grossolano orrore.

 

 

 

Conclusioni

La musica, l’atmosfera, i personaggi che incontriamo durante il nostro viaggio, i nemici.

The Last of Us
Comunica un tale senso di ineluttabilità che spesso sfocia nella tristezza

Tutto è reso meravigliosamente. Osservare il declino delle città, in cui la natura ha preso il sopravvento sui palazzi, comunica un tale senso di ineluttabilità che spesso sfocia nella tristezza.

Il viaggio attraverso gli USA acquista un sapore particolare, non è più una semplice missione, ma una vera storia d’amore in un rapporto che suona molto come quello fra padre e figlia. Intenso e condito dalla paura di ciò che i protagonisti troveranno dietro la porta successiva.

Nel mio caso ha ricordato molto il romanzo La Strada di McCarthy (che per la cronaca consiglio). Ci troveremo a leggere lettere e diari di persone che ci hanno preceduto.

Rivivremo storie parallele attraverso i loro scritti. Vivendo i loro drammi. Vivendo le loro vite. Tutto in poche righe, in una scritta sul muro di una stanza, nello scoprire due corpi putrefatti all’interno di una vasca o stesi sopra un letto matrimoniale mentre si tengono per mano, con una pistola abbandonata sul pavimento.

finale
Non è un action alla Assassin’s Creed, uno stealth alla Rainbow Six o un horror-thriller alla Dead Space, nemmeno una zombie-war stile ultimi Resident Evil. Ma prende qualcosa da ognuno di questi titoli e il risultato è splendido, sia dal punto di vista narrativo che da quello della giocabilità.

Nota dolente il fatto che sia su binari e che la parte di esplorazione sia quindi limitata ai confini scelti dagli sviluppatori. Ma forse un titolo free-roaming di queste proporzioni sarebbe stato quasi irrealizzabile.

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