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Breve storia del consenso informato

Breve storia del consenso informato

La storia del consenso informato parte dal concetto chiaro riguardo l’autonomia e l’autodeterminazione decisionale della persona che necessita e richiede una prestazione medico-chirurgica.

Se qualcuno desidera recuperare la salute bisogna innanzitutto chiedergli se è pronto ad eliminare le cause della sua malattia. Solo allora è possibile aiutarlo.  (Ippocrate)

Si parlava, allora, più di informazione precauzionale e preventiva verso il paziente, soprattutto nei casi in cui il paziente fosse di estrazione sociale piuttosto elevata.

Questo principio di consenso ha una storia millenaria ed è possibile riscontrarne documentazioni fondanti sin dai tempi degli egizi, dei greci e dei romani, che contribuiscono a dimostrare come a monte di un qualsiasi intervento medico-chirurgico ci dovesse essere una sorta di approvazione da parte del malato.

In quella che era la figura classica del medico “ippocratico” il concetto di “consenso informato” non era ben delineato ma era, fondamentalmente, ricondotto alla necessità di preoccuparsi di non far soffrire il paziente e di evitare di risultare coinvolto nella sua possibile morte.

Si parlava, allora, più di informazione precauzionale e preventiva verso il paziente, soprattutto nei casi in cui il paziente fosse di estrazione sociale piuttosto elevata.

 

 

 

Consenso ed estrazione sociale, un caso celebre

Ne “Le vite degli uomini illustriPlutarco racconta un aneddoto che vede coinvolto Alessandro Magno e un noto medico militare dell’epoca, Filippo di Acarnania.

L’esempio torna utile a capire quanto fosse già ben evidente la necessità di una “regolamentazione” del rapporto tra medico e paziente.

Bloccato in Cilicia, Alessandro, in pessime condizioni di salute, forse dovute agli innumerevoli sforzi fisici o forse in conseguenza all’immersione nelle fredde acque del fiume Cidno (Oggi noto come Tarsus Cay), stentò a trovare un medico abbastanza coraggioso da assisterlo in quanto i medici interpellati, poco fiduciosi in una sua possibile guarigione, volevano evitare di vedersi incolpati dall’esercito macedone di una sua malaugurata morte.

Con coraggio Filippo di Acarnania si apprestò a preparare una medicina inconsapevole della lettera che Parmenione aveva fatto recapitare, nel frattempo, dall’accampamento ad Alessandro, lettera nella quale egli avanzava più di qualche dubbio sulla fedeltà di tale medico, indicandolo come un traditore fatto infiltrare tra le fila del suo esercito da Dario III.

Alessandro ripose la lettera e la consegnò a Filippo solo nel momento preciso in cui si trovò a bere la medicina da questi preparata, per mostrargli quanta fiducia il macedone riponesse nell’unico medico che aveva trovato il coraggio di visitarlo e provvedere alla sua guarigione.

L’opera prosegue chiarendo come la cura, dopo difficoltà iniziali, guarì completamente il macedone. Non ci è dovuto sapere cosa sarebbe realmente accaduto a Filippo di Acarnania nel caso di morte di Alessandro Magno, ma l’esempio torna utile a capire quanto fosse già ben evidente la necessità di una “regolamentazione” del rapporto tra medico e paziente.

 

 

 

L’evento spartiacque: il Processo di Norimberga II

Josef Mengele
L’assoluta libertà di manovra fornita a Mengele dal regime gli consentì di procedere lui stesso alla selezione del materiale (umano)

Parallelamente al Processo di Norimberga si svolse un processo (diviso in più procedimenti e riguardante diverse situazioni) per giudicare anche le attività che dal 1943 al 1945 erano state condotte presso il campo di Auschwitz-Birkenau dal dottor Josef Mengele.

Per classificare le attività del Dottor Mengele bisogna entrare nell’ambito delle sperimentazioni umane e bisogna dividere i suoi studi fondamentalmente in due ambiti: i caratteri fondamentali della difformità e dell’anormalità e la trasmissione dei caratteri e dei tipi razziali.

L’assoluta libertà di manovra fornita a Mengele dal regime gli consentì di procedere lui stesso alla selezione del materiale (umano).

Mengele sostenne ogni genere di esperimento possibile sulle cavie umane, da esperimenti riguardo le cause della dissenteria attraverso la vivisezione, fino a infiniti clisteri da due litri, dall’estrazione “a caldo” dei capelli dalla radice, all’iniezione di metilene blu nell’iride, per favorirne la decolorazione.

La mancanza totale di qualsiasi deontologia medica nel produrre gli esperimenti portò la commissione, oltre alla sentenza di condanna per genocidio di molti dei responsabili, a redarre il “Codice di Norimberga” da molti riconosciuto come la “prima formulazione internazionale sul consenso informato”.

Il Codice prevedeva 4 punti essenziali del rapporto medico-paziente:

  • Il fine per il quale viene effettuato l’esperimento.
  • La durata dell’esperimento.
  • I limiti che potrebbe avere o che ha la terapia.
  • Le possibili conseguenze a cui potrebbe andare incontro effettuando questo esperimento.

 

 

 

Il consenso informato dopo Norimberga

La comunità scientifica adottò in pieno le premesse fatte dal Codice, ciò non escluse, tuttavia, la nascita di progetti o simili che consentissero agli scienziati il maggiore spazio di manovra possibile al di fuori di esso.

 

Al di là del Codice: il progetto MK-Ultra

Mk - Ultra
Il progetto Mk-Ultra è figlio delle ambizioni e delle paure della CIA. Nasce nei primi anni ’50 ed è anche conosciuto come “Project Bluebird” e “Project Artichoke”.

Il progetto Mk-Ultra è figlio delle ambizioni e delle paure della CIA. Nasce nei primi anni ’50 ed è anche conosciuto come “Project Bluebird” e “Project Artichoke” (carciofo).

A volerlo fu l’allora direttore della CIA, Allen Dulles, per permettere agli USA di contrastare gli studi che Russia e Cina stavano effettuando sul controllo della mente.

Secondo le premesse iniziali il progetto doveva portare a differenti risultati come la possibilità di controllare la mente di alcuni potenti leader stranieri o addirittura la creazione di una serie di “assassini inconsapevoli”.

Il progetto prevedeva la pratica dell’elettroshock sui pazienti, la somministrazione di LSD e della potentissima Fenciclidina, una sostanza allucinogena inizialmente utilizzata come anestetico e successivamente classificata come droga per la potenza e la pericolosità dei suoi effetti.

A subire gli effetti dell’esperimento furono soprattutto dipendenti della CIA che avevano fornito la loro disponibilità assoluta a sottoporsi all’esperimento, ma successivamente, come chiariranno i documenti segreti declassificati nel 1977 con il Freedom of information act, si verrà a sapere che a sottoporsi alla pratica furono anche prostitute, pazienti con disturbi mentali e gente comune senza nessuna preliminare consultazione.

 

 

Il Consenso Informato in Italia

E nel Belpaese? Come si regola il rapporto tra medico e paziente? È direttamente la Costituzione a regolare tale rapporto, attraverso l’Art. 32 che così recita:

La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti. Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana.

Imparatelo a memoria perché potrebbe tornarvi molto utile per evitare un’iniezione se, come me, siete terrorizzati dagli aghi.

 

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