Silent Hill Revelation 3D

Odio il 3D! Da sempre sostenitore dello slogan “il 3d ha rotto il caTSo” dopo aver comunque provato la visione stereoscopica con capolavori del calibro di “Viaggio al centro della terra” e “S. Valentino di sangue” ho ben pensato che fosse il caso di archiviare quello che, a mio parere, è solo uno modo fastidioso per vedere un film.

E allora cosa mi ha spinto ieri sera ad andare al cinema convinto di voler vedere un film in 3D? Beh sicuramente la forte affezione che sin dal primo capitolo nutro nei confronti di una delle saghe videoludiche horror che più mi ha turbato.

Adoro Silent Hill dal primo, unico e inimitabile, capitolo apparso su playstation. Ricordo di aver giocato la demo presente all’interno del CD di Metal Gear Solid e di aver colto immediatamente il senso di angoscia che i programmatori, con texture a bassa definizione e fondali scarni immersi nella nebbia, erano comunque riusciti a trasmettere. Ho acquistato gioco e guida subito dopo ed ho avuto conferma di tutto, SH è un’esperienza di completa inquietudine.

Personalmente ritengo che l’assoluta perfezione della serie si sia raggiunta col secondo struggente episodio, slegato totalmente dal predecessora ma in grado di infondere ancora più angoscia, sensi di colpa e odio.
Del terzo invece ho apprezzato il notevole impegno a livello grafico e anche il fatto che andasse a riprendere la trama proprio dove si era interrotta al termine del primo.
Dal quarto in poi invece è stata una continua delusione escludendo solo il capitolo per PSP e qello per Nintendo WII. Ma non son qui per parlare di videogiochi bensì di un film che, dopo 6 anni dal suo prequel, esce fuori sventagliando il fatto di essere in 3D e ponendosi come diretto seguito della pellicola di Cristophe Gans.

Non ho resistito alla tentazione di vedere le assurde scenografie della cittadina popolata da mostri allucinanti e mi son buttato dentro la sala che già inforcavo quei terrificanti occhialini.
L’impatto iniziale è stato stupefacente, vedevo la cenere cadere dentro al cinema come se mi trovassi immerso nelle desolate atmosfere di Silent Hill, peccato che terminata la buona sequenza iniziale il film abbia mostrato immediatamente tutti i suoi problemi.
Già perchè Silen Hill Revelation è davvero una pellicola mal riuscita. Sebbene esteticamente il tutto risulti più che adeguato nel ricreare le atmosfere del videogame quel che si avverte sin dal principio e la totale assenza di sceneggiatura.

Scritto e diretto da Michael J. Basset, il secondo capitolo si avvale di attori del calibro di Sean Bean, Michael Mc. Dowell e una rediviva Carrie-Anne Moss, per inscenare il dramma della povera Heather, che alla soglia del suo 18mo compleanno si trova costretta a scendere nell’incubo della cittadina di Silent Hill.
Stupenda la location, stupende (si fa per dire) le orribili creature ottimamente realizzate da Nick Tatopulos e interessante anche l’uso del 3D, ma troppe incoerenze.
Per la maggior parte delle scene ci si domanda cosa diavolo stiano facendo i personaggi perchè, anche conoscendo bene la trama grazie al raffronto con la saga videoludica, il dipanarsi della pellicola è costruito attorno a veri e propri non sense frutto per lo più di approssimazione o noncuranza della sceneggiatura.

Assurdo poi il ruolo di Michael Mc. Dowell, consistente in una sorta di cameo di poco meno di due minuti, che genera ilarità per la costruzione narrativa all’interno della trama.
Sacrificata molto anche l’atmosfera d’inquietudine che da sempre fa da padrone nella serie, che seppur presente nell’atmosfera iniziale, viene ben presto sostituita da un impianto prevalentemente orientato sull’azione e su un discreto e repentino susseguirsi di mazzate.

Infine, sebbene il costume della protagonista ricalchi alla perfezione quello della controparte videoludica, lo stesso non può dirsi del suo volto. Non basta vestire e pettinare in maniera identica due soggetti per renderli affini! Seppur discreta nel ruolo, Adelaide Clemens non riesce a ricalcare le movenze e l’innocenza della sua nemesi poligonale e questo potrebbe essere ulteriore motivo di disprezzo da parte dei fan del gioco.

Tirando le somme in questa nuova incarnazione cinematografica della saga horror firmata Konami Basset pecca di presunzione non riuscendo ad andare al di la dell’apparenza.
Siamo ben lontani dall’inquietudine respirata davanti alle console e anche dal tentativo, a mio parere riuscito solo in parte, di Gans.

Pubblicato in contemporanea su schermosplendente

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