Perché l’Ouya rischia di essere un buco nell’acqua
Abbiamo già parlato tanto qui su Lega Nerd dell'Ouya, la console che promette di “riportare il gaming sulla televisione” attraverso un Tegra 3 con Android al costo finale 99 dollari.
L’idea alla base di Ouya non è affatto male. Io stesso auspicavo una cosa simile più di un anno fa: un hardware economico, da comprare stand alone o da integrare direttamente dentro le televisioni, che creai una piattaforma comune che consenta di sviluppare videogiochi e altre applicazioni da utilizzare sul televisore.
E qui torniamo al punto: Apple, Samsung, Microsoft, Sony, Nintendo… sono tutte aziende da cui mi aspeterei questa mossa e che so sarebbero in grado di portare avanti questa piattaforma fino al successo. Altri produttori minori sarebbero forse in grado di farcela, penso a HTC per esempio.
Ma una startup venuta dal nulla? Impossibile.
Sascha Segan su PC Magazine ci riporta tutti con in piedi per terra:
Hardware concepts can be done, and Pebble and Ouya are both great concepts. But actually building a reliable, functional product requires expertise in supply chain management, mass hardware QA, and negotiations with component makers and assemblers that these companies by and large entirely lack.
Come dire: non esiste al mondo che ti improvvisi produttore di una console, che, per avere successo, dovrà vendere milioni di pezzi.
Le decine di migliaia di preorder (perché di questo si tratta, non certo di un funding) ricevuti su Kickstarter possono sembrare, all’occhio dell’uomo della strada un successo incredibile. Quasi cinque milioni di dollari raccolti ad oggi e più o meno 35 mila pezzi preordinati.
E’ niente.
Vista da fuori questa operazione è due cose: Un’utopia irrealizzabile a cui è bello credere oppure una truffa bella e buona in cui sono cascate molte persone.
Si, perché ricordatevi bene: Se su Kickstarter si raggiunge la quota prefissata nel famoso mese a disposizione (cosa che Ouya ha fatto in meno di un giorno…) allora si è a cavallo: non si sarà mai obbligati a ridare indietro i fondi ai donatori (continuo a chiamarli così volutamente visto che non hanno nulla del finanziatore come lo intendo io) si può semplicemente tentare di farcela per mesi o anni e poi gettare la spugna, tenendosi i soldi.
Dei 21 progetti più finanziati nella categoria “design” di Kickstarter solo quattro sono attualmente disponibili per l’acquisto. Tutti gli altri che fine hanno fatto? Sono in preorder o in un limbo da cui non usciranno mai. E nella categoria “Technology” dei 12 più finanziati solo quattro sono disponibili.
Preorder è la parola magica che nel campo dell’industria significa “non esiste, ma forse un giorno esisterà”.
Contaci amico.
A leggere i primi indizi usciti su Ouya però l’azienda non è finanziata unicamente attraverso Kickstarter come sta cercando di farci credere in questi giorni:
Il Financial Times rivela in un articolo oggi che il progetto sta partendo grazie a finanziatori privati di spicco, come Notch di Mojang, il creatore di Minecraft, e Ed Fries, uno dei primi a lavorare nel team Xbox.
Non ci sono Venture Capital coinvolti, ma altri privati come Hosain Rahman, il fondatore di Jawbone, Jay Adelson, il fondatore di Digg e Joe Greenstein, il fondatore di Flixster.
In un’intervista a Develop e a Polygon i rappresentanti di Ouya dicono:
We do not intend to engage in any conversations related to funding while we are on Kickstarter.
Cioè in pratica: Finché siamo su Kickstarter non intendiamo rivelare chi sono i nostri finanziatori e quanto hanno finanziato e quante quote della società abbiamo ceduto. Molto comodo.
Questo aspetto apre però almeno una speranza sulla riuscita del progetto: Se infatti appare ridicolo che Ouya possa pensare che i soldi che raccoglierà con Kickstarter possano bastare per quello che vuole realizzare, è vero anche che se invece si affiderà a dei grossi venture capital potrebbe forse raggiungere una liquidità tale da permettergli di entrare in punta di piedi nell’industria, cosa che, intendiamoci sarebbe comunque difficilissima, a prescindere dal denaro a disposizione.
Insomma, gli scenari sono due: O sono talmente matti da credere davvero di mettere in piedi quello che vogliono fare rimanendo indipendenti e finanziandosi unicamente con Kickstarter, oppure opteranno per la via dei venture capital, cedendo evidentemente la maggioranza della società… sempre che ne trovino di così disponibili finanziariamente da permettergli di almeno fare un primo passo significativo e mettere far partire l’enorme struttura che un’avventura di questo tipo richiede.
Io la vedo durissima.
La disponibilità della console è prevista per marzo 2013. Da qui a marzo prossimo succederà di ogni e se non si è capito, io scommetto che questa fantomatica console non vedrà mai la luce, o, ben che vada, creerà una micro nicchia insignificante per il mercato e gli sviluppatori seri.
Voi che ne pensate di tutta questa storia?
Per approfondire:
– Ouya, la console Android (leganerd.com)
– Più dettagli sulla console Ouya (leganerd.com)
– Kickstarting Ouya – Was it right? (develop-online.net)
– Ouya isn’t just Kickstarter funded (theverge.com)
– Why Kickstarter’s Ouya Looks Like a Scam (pcmag.com)
– The $99 Ouya game console: Exciting, innovative — and probably doomed (alessiomonizza.com)
– OUYA videogame console Kickstarter madness: What am I missing here? (armchairarcade.com)
– Ouya faces challenges on its way to transforming the console industry (theverge.com)