La corazzata Knjaz’ Potëmkin Tavričeskij

La corazzata Knjaz’ Potëmkin Tavričeskij (Князь Потёмкин-Таврический), così chiamata in onore dello statista russo Grigorij Aleksandrovič Potëmkin, principe di Tavros che, sotto il regno della zarina Caterina II la grande, volle creare una potente flotta del Mar Nero, sarebbe dovuta essere il prototipo di un nuovo tipo di nave da battaglia, ma rimase l’unica della classe.

L’equipaggio di questa corazzata, consacrata per sempre dall’omonimo film di Sergej Michajlovič Ejzenštejn (e in Italia ancora di più da Il secondo tragico Fantozzi), si ammutinava il 27 giugno 1905.

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La rabbia dei marinai

La corazzata Potëmkin, diventata operativa nella primavera del 1905 e assegnata alla Flotta del Mar Nero, non prese parte alla guerra russo-giapponese (per il controllo dell’area coreana), creando parecchio malcontento nella Marina Imperiale Russia. Il malcontento venne inoltre fortemente alimentato dal disastroso esito del conflitto, che piegò ogni velleità di espansione territoriale russa verso est portando alla distruzione di due terzi delle forze navali dispiegate.

La scintilla che trasformò il malcontento in rabbia, e la rabbia in violenza, fu però il tentativo del primo ufficiale Ippolit Giliarovskij di far mangiare carne avariata infestata da vermi all’equipaggio. L’equipaggio non gradì la specialità culinaria e si ammutinò, passando per ler armi sette dei diciotto ufficiali a bordo e mettendo agli arresti gli altri.

La corazzata fece dunque rotta verso il porto di Odessa issando bandiera rossa, dove l’ammigliarato la fece circondare da due squadroni di navi da battaglia, con lo specifico ordine di riconquistare la nave o di affondarla.

La fuga verso la Romania

La Potëmkin levò la fonda e si diresse verso i due squadroni di nave, che a sorpresa si rifiutarono di sparare sugli ammutinati, lasciandoli abbandonare indenni la base di Odessa.

Dopo aver vagato nel Mar Nero, la nave si diresse verso il porto di Costanza (Romania), che però negò l’attracco (essendo comunque sotto l’influenza del blocco imperiale russo) e mise sotto arresto tutti i marinai sbarcati clandestinamente. Tutti i rivoltosi arrestati vennero condannati al carcere, mentre i capi rivolta vennero fucilati o impiccati.

La restituzione

Nell’agosto del 1905 la corazzata venne riconsegnata alla Russia, e venne ribattezzata Panteleimon, in onore del santo del giorno (secondo il calendario russo) San Pantaleone.

La corazzata Panteleimon venne impiegato contro la flotta turca nel Mar Nero durante la Prima Guerra Mondiale, e dopo la Rivoluzione di Febbraio del 1917 venne ribattezzata Borec za Svobodu (Combattente per la libertà), dopo aver riguadagnato per pochi mesi il nome di Potëmkin.

La nave venne in seguito catturata nel 1918 dai tedeschi occupanti mentre era alla fonda nel porto di Sebastopoli, e in seguito cadde in mano alle truppe anglo-francesi dopo la caduta degli Imperi Centrali del novembre 1918. L’Armata Rossa marciava però incessantemente in direzione Sebastopoli, e gli inglesi decisero di sabotare irreparabilmente le due motrici da 10600HP della corazzata, rendendola inutilizzabile.

I bolscevichi dell’Armata Bianca ripresero Sebastopoli nel 1920, ma la nave era ormai troppo danneggiata e ne ordinarono la demolizione.

Dettagli tecnico-bellici

(A cura di @vehemens )

La nave in questione è un’unità del tipo pre-dreadnought (si definiscono così quelle antecedenti alla Dreadnought, che furono indicate come chiave di volta nella costruzione delle navi da Battaglia… per i dettagli GOOGLATE STOLTI!)
L’Unità era una signora Unità,(per l’epoca e per la marina zarista) lunga circa come un campo da calcio, con un equipaggio di circa 750 uomini e 18 ufficiali (una ratio alquanto bassa e pericolosa per i tempi), dislocava 13mila tonnellate e le turbine gemelle a vapore la portavano alla velocità massima di circa 16 nodi (30 km/h). Badate che la velocità era calcolata utilizzando le migliori condizioni possibili specialmente se si parla di combustibile, in questo caso il Carbone: piccolo inciso la qualità del carbone sarà una delle cause del disastro Russo nella guerra contro il Giappone.
La Corazzata era stata costruita utilizzando (fra le prime in Russia) il tipo di corazzatura Krupp che utilizzava il processo di indurimento dell’acciaio attraverso la carbocementazione per rendere le corazze più dure ma allo stesso tempo elastiche alle sollecitazioni procurate dalle munizioni esplodenti dell’epoca. Lo spessore andava dai 60 mm dei ponti ai 250 mm delle torrette

L’armamento era adeguato:
– 4 cannoni × 305 mm in due torrette
– 16 cannoni × 152 mm in fiancata
– 14 cannoni × 75 mm in fiancata
– 5 tubi lanciasiluri × 380 mm

EDIT by Defkon1/ Aggiunti dettagli tecnici bellici

Fonte: Wikipedia

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