I-War: Independence War Series

Era il lontano 1999, ero un ragazzino di 12 anni, e cominciavo ad interessarmi al mondo dei computer, specie quello dei videogiochi per pc. Non ho mai sofferto la Playstation, da buon “trashwarone” (mai smesso di esserlo) passavo ancora i miei pomeriggi sulla gloriosa “Sega Master System 2”.

Euphoria I, mio storico mmx 200 (e primo della sua stirpe) era equipaggiato con una scheda della Cirrus Logic da 2 mega, e faceva abbastanza pena già all’epoca. Vale la pena di dire che il primo capitolo di Thief e Age Of Empires me li ricordo ancora scattosi. Ma un giorno… l’amore.

Quel giorno, per curiosità, andai in uno dei vari Queen Computer che appestavano Torino all’epoca, e ci trovai questo…

Mia madre mi ha trasmesso un’amore verso la fantascienza invidiabile: cresciuto a botte di Battlestar Galactica, Star Wars, UFO e Asimov, ho quindi pensato “beh, sarà simile… spazio, astronavi… figata! mi ci prendo anche un joystick già che ci sono!” (ah, i tempi dei primi lavoretti e della lira).

Ma parliamo del gioco.

il gioco si presentava su ben 3 Compact Disk argentatissimi, manuale da un centinaio di pagine*, e un’altra cosa che non ricordo assolutamente.

installato il tutto dal primo disco, e avviato il programma, si veniva accolti da una super intro in CGI… circa 15 minuti di filmato tutto (tutto) fatto in grafica, che spiegano il “prima” e la storia della CNV-301 Dreadnaught

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La Nave

La Cnv-301 Dreadnught è la nave principale (e unica) del gioco. è una di quelle astronavi che ritengo “plausibili”, niente tecnologie strane o troppo fantascientifiche.

Il ricco manuale spiega in modo pratico ed efficiente tutti i sistemi della nave, come funziona e perchè, molto utile dal momento che questa rispetta tutte le “leggi della dinamica” riproducendole alla perfezione. Si traduce con manovre spettacolari e tattiche quasi imprevedibili.

Per esempio… i motori si spengono automaticamente una volta data la spinta a quei 170 metri di nave, si riattivano da soli una volta modificata direzione e rotta. È altresì possibile spegnere questo automatismo permettendo di ruotare la nave sulle 3 assi disponibili, senza modificare direzione e rotta. Molto utile in combattimento, vi lascio pensare a manovre simili viste in BabilonCinque o BattelloStellareGalattico, che sono anche stupende da vedere in esterna. La nave, oltre ai classici thrusters, è fornita di LDS (Linear Displacement System, un motore quasi velocità luce) e Capsule Drive, che sfrutta i portali generati dai famosi “punti Lagrange” (nel caso non esistesse un articolo sugli L-Point, ne farò uno) che ci permettono di viaggiare in diversi sistemi solari. ‘Na figata.

La nave, come per i motori, ha diversi altri automatismi come quello per l’attracco a navi e stazioni, “segui la rotta”, “segui il bersaglio” e tante altre belle cose che poi sono state copiate da altri simulatori.

Tutto il gioco si ambienta naturalmente nella plancia di comando, divisa in quattro stazioni:

1) Comandante: da questa postazione puoi dare ordini, visualizzare la mappa stellare, controllo remoto, ecc. sei il capitano.
2) Pilota: …indovinate un po’?
3) Artigliere: l’artigliere è molto divertente. si vede la nave in vettoriale esterna, telecamera 360°, radar e computer di tiro.
4) Stazione Danni: tramite una mappa dettagliata della nave il giocatore può mandare le squadre di riparazione in giro per la nave per rattoppare i sistemi danneggiati in combattimento o addirittura per malfunzionamenti e surriscaldamenti (cosa rara, ma ogni tanto…). molto utile la gestione energetica, possiamo dare più o meno energia a un sistema piuttosto che a un’altro… anche lì, tutta tattica.

La cosa bella è che per andare alla postazione desiderata, una sequenza cgi mostrava lo spostamento in prima persona dal punto A al punto B. Fantastico.

La stessa plancia di comando era una nave a sé: poteva staccarsi dal resto della nave per salvarsi dall’abbattimento o per quando un certo tipo di missione l’avesse richiesto. Una volta staccata dal resto della nave l’esperienza di gioco cambiava… in peggio. il cannoncino in dotazione faceva pena, la manovrabilità idem… ed era voluto! La punizione per aver fatto saltare in aria la nave, comandante incapace!

Ma adesso parliamo della storia…

Trama

L’Umanità, guidata da un governo mondiale (il Commonwealth), si è espansa grazie ai portali L-Point oltre i confini del sistema solare, colonizzando mondi e spargendo stazioni qua e là. Naturalmente dopo qualche decennio la situazione degenera per via degli sfruttamenti. Le colonie più lontane, per lo più minerarie, formano il movimento Indie (che è per la secessione, non per gli hipsters) dichiarando guerra al Commonwealth, rubandogli diverse navi e dipingendole con ogni tipo di graffito immaginabile sullo scafo per essere più riconoscibili e sfidare apertamente i militari.

Naturalmente saremo dalla parte dei bellissimi e liberi ribelli che… no, siamo dalla parte dei militari, e siamo fra quegli sfigati che devono pattugliare. Ma ben presto guerra chiama, e finiamo in prima linea, partecipando a missioni pericolosissime e affascinanti.

Cosa da tener da conto è che la storia poteva essere modificata rifacendo missioni non ritenute soddisfacenti. Rifarle influiva non tanto sulla trama quanto sulla difficoltà e il numero dei combattimenti futuri.

Era comunque il 1997, quindi grasso che cola! Andando avanti si palesavano cospirazioni, giochi politici e altri contorni molto saporiti fino al finale spettacolare che chiude il tutto.

Sequel

la Infogrames, che aveva prodotto il primo capitolo si decise quasi 5 anni dopo (2002 se non sbaglio), a far uscire un seguito mantenendo lo stile di gioco e possibilità tattiche. Ambientato circa un secolo dopo lo scioglimento del Commonwealth, vestivamo i panni di un sedicente pirata spaziale di una delle colonie minerarie più esterne.

C’era quindi la possibilità di seguire la storia principale, oppure pirateggiare in giro per i sistemi solari disponibili, acquisendo risorse e blueprints per produrre armi e navi. Si, ci hanno messo anche la gestione del mercato e della base operativa… davvero davvero davvero bello.

Purtroppo giochi così non ne hanno più prodotti, e c’è un perchè. Nello stesso periodo uscivano i vari Freelancer (bellino però) e la serie X, che davano una gestione delle risorse commerciali potente come mai prima d’ora, andando però a sacrificare lo stile di gioco. Si, perchè la serie di I-War era molto distante dal pilotaggio arcade al quale molti sono abituati. Tattica, strategia, intelligenza.

Mettevano alla prova il pilota più bravo, e non scherzo. Proprio per questi fattori la serie non ha avuto successo, ed è finita nel dimenticatoio… un vero peccato. Sul forum ATARI (che comprò Infogrames mi pare) c’è una sezione tutta dedicata a questa serie, dove i fan ancora scrivono qualcosa.

Alcuni chiedono a gran voce un’altro capitolo, ma a mio parere sarebbe “fuori tempo”. Come potete notare, simulatori di volo spaziale non ne escono molti ultimamente, e comunque non avrebbe successo per i già citati motivi… in ogni caso, i cofanetti del primo e del secondo capitolo rimangono sulla mia libreria, in bella mostra, come trofei… vicino al joystick comprato per l’occasione (Logitech Wingman Attack II)

* = per la storia del manuale, che ho asteriscato a inizio articolo, e vorrei darvi un mio pensiero personale.
Il mondo dei videogiochi mi da molta tristezza da qualche anno a questa parte. Certo, abbiamo Mass Effect, abbiamo Halo, abbiamo Skyrim e compagnia bella… ma le confezioni dove sono finite? Si, quei bei macigni cartonati, con manuale da troppe pagine e proprio per culo qualche gadget allegato… mi mancano. C’era come una poesia in tutto quel cartone, anche solo pensare al lavoro che è stato fatto per lavorarlo e STUPIRE l’utente finale. Non erano soltanto manuali, in mezzo c’erano anche racconti, storielle, dati tecnici… tutto sparito. Oggi compri un gioco a 60 euro (che per cambio, è più delle 99.000 lire di allora), e hai una custodia da dvd, dischi annessi, un foglietto di ringraziamento e i numeri dell’assistenza… Manca di poesia… Quasi ti dicessero “gioca e non scassarcele!”.

Per approfondire:
I-War (Independence War) (Wikipedia.com)
Forum di discussione ufficiale (Ataricommunity.com)

Potete comprarvi I-War su GOG:
Independence War Deluxe Edition su GOG.com

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