Canone 1242

Non si seppelliscano cadaveri nelle chiese, eccetto che si tratti di seppellire il Romano Pontefice oppure, nella propria chiesa, i Cardinali o i Vescovi diocesani anche emeriti.

-Codice di Diritto Canonico (Libro IV, Parte III, Titolo I, Cap. V)

Tutte le religioni hanno un proprio sistema di regole e codici di condotta, ma poche possono contare su un complesso sistema normativo come la Chiesa Cattolica di rito latino (il Vaticano, per capirci).

Il Codex Iuris Canonici, o Codice di Diritto Canonico, è stato formalizzato in circa un secolo di lavori, e consta di 1752 canoni, suddivisi in sette libri, che regolamentano tutti gli aspetti della vita del buon cristiano e della macchina gerarchica ecclesiastica (decreti generali, diritti e doveri di fedeli e clero, predicazione, sacramenti,…), senza tralasciare ovviamente procedure e sanzioni (qualora si vìolino i canoni).

E’ un codice estremamente dettagliato e le sanzioni possono essere anche particolarmente dure (per i fedeli), ma nonostante ciò il canone 1242 è soventemente “aggirato” proprio da quel clero che dovrebbe difenderlo strenuamente.

Nel tempo infatti chiese, chiesette e perfino cattedrali sparse per il mondo, hanno autorizzato delle “sepolture privilegiate”, permettendo a comuni cittadini di essere tumulati in chiesa in virtù di “meriti speciali”.

Ne è un caso esemplare il Pantheon di Parigi, che da semplice chiesa è stato trasformato in un vero e proprio mausoleo che ospita i resti mortali di molti personaggi chiave per la storia e la cultura francese.

Anche Carlo Magno ha goduto di sepoltura privilegiata in virtù del suo forte legame con il Papato, e riposa presso la Cattedrale di Aquisgrana (NdA: un recente studio archeologico sembra smentire questa sepoltura).

Se vogliamo rimanere sul suolo italico, non possiamo non citare Carmen Escrivá sepolta presso Santa Maria della Pace ai Parioli, il cui principale merito è stato di essere la sorella di quel Josemariá Escrivá fondatore dell'Opus Dei (un giorno magari ne parliamo).

Il caso più eclatante di violazione del canone 1242 è però probabilmente quello relativo alla sepoltura presso la Basilica di Sant’Apollinare] a Roma di Enrico De Pedis, ex-boss della Magliana il cui nome “è mediaticamente legato (ma solo per le “confessioni” di una donna che è stata sua amante e che finora non hanno trovato alcun riscontro) alla vicenda di Emanuela Orlandi, la ragazza di cittadinanza vaticana scomparsa nel 1983, il cui caso è stato spesso messo in relazione con il caso Calvi e i rapporti tra Vaticano e Banco Ambrosiano, ma più propriamente con l’attentato al Papa del 13 maggio 1981″ (fonte: Wikipedia). Non voglio aprire un capitolo su queste vicende, anche perché meriterebbe un post a parte in cui inserire casta democristiana, documenti che scompaiono, legami tra Stato e malavita, Andreotti che parla di De Pedis come benefattore per Sant’Apollinare, e così via, ma sono sicuro che i telegiornali dei prossimi giorni compenseranno questa mia pigrizia in merito.
Tra l’altro è notizia di oggi che il corpo di De Pedis verrà traslato altrove.

Da buoni illuministi quali i nerd sono (o dovrebbero essere, imho), questo post spero sia utile per ragionare sull’etica dei due pesi e due misure tenuta dalla Chiesa verso le proprie leggi: alcune da difendere fino allo strenuo, altre facilmente aggirabili, anche se si è semplici benefattori (anche senza B maiuscola).

Fonti e approfondimenti:
Codice di Diritto Canonico [Wiki]
Codice di Diritto Canonico [Vaticano]

Foto: Tomba di Giovanni Paolo II nella cappella di San Sebastiano (Wojciech Pawlik)

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