Gli esperimenti Asch e Milgram e il condizionamento sociale

L’esperimento Asch

Nel 1956 Solomon Asch (Varsavia, 14 settembre 1907 – 20 febbraio 1996), psicologo polacco naturalizzato statunitense, entra di diritto nella sfera della comunità scientifica internazionale con l’esperimento che oggi porta il suo nome, dimostrando che l’appartenenza ad un gruppo ammorbidisce il nostro senso critico, conformando il nostro pensiero e le nostre percezioni a quelle diffuse.

In spoiler l’ esperimento, se non vi va di guardare il video:

[spoiler] Il soggetto viene invitato a partecipare ad alcuni test sulla percezione visiva: su un foglio vengono rappresentate delle linee numerate di lunghezza decrescente, e a sinistra una linea che deve essere abbinata alla propria gemella a destra; oltre al soggetto sottoposte al test ci sono altre sette persone, che complici dell’ esperimento in alcune situazioni mentiranno tutte per condizionare il parere del nostro. Essendo l’ ultimo a rispondere, il nostro rifiuterà la propria percezione visiva per adattarla a quella dei propri compagni.[/spoiler]

Nel video è dimostrato come di fronte ad una situazione di scontro, quello cioè tra le proprie percezioni dirette e quelle del resto del gruppo, il soggetto sia visibilmente influenzato dalle opinioni altrui, dando una risposta sbagliata ma concordante con l’ opinione del gruppo.

Nell’esperimento originale di Asch, il 25% dei partecipanti non si conformò alla maggioranza, ma il 75% si conformò almeno una volta alla pressione del gruppo (ed il 5% dei soggetti si adeguò ad ogni singola ripetizione della prova).

Risulta quindi come l’appartenenza ad un gruppo condizioni una nostra percezione diretta, il tutto in maniera inconsapevole.

L’esperimento Milgram

Stanley Milgram (New York, 15 agosto 1933 – New York, 20 dicembre 1984), psicologo statunitense ed allievo di Asch, nel 1961 va oltre: dimostra come un autorità possa condizionare i valori etici e morali del soggetto sottoposto.

Sempre in spoiler, l’ esperimento:

[spoiler]L’esperimento ha tre protagonisti: Lo scienziato, che diventerà la nostra autorità, e una coppia di individui qualsiasi. Come nel caso precedente, solo uno è ignaro del tutto mentre l’altro è complice.

Un sorteggio truccato designerà i ruoli “allievo” per il gancio e “insegnante” al soggetto, l’allievo dovrà essere collegato ad un generatore di corrente elettrica, e l’insegnante alla centralina di questa: per togliere ogni dubbio, all’insegnante viene fatta provare di persona una scossa da 45 v, e gli viene spiegato che dovrà leggere all’allievo una coppia di parole, e delle opzioni alternative per la seconda ; in caso di scelta sbagliata, l’insegnante dovrà punire l’allievo con delle scosse sempre crescenti ad ogni errore, spesso incalzato dallo scienziato.[/spoiler]

Il condizionamento qui è ancora più forte e, cosa più sbalorditiva, si scontra con le nostre radici etiche e morali, sradicandole almeno nella maggior parte dei casi.

Se i soggetti continuavano a desiderare di interrompere l’esperimento dopo la quarta indicazione l’esperimento veniva interrotto.
Oppure, veniva sospeso dopo che il soggetto aveva dato il massimo alla centralina, provocando uno shock a 450 volt, tre volte in successione.

Al termine dell’esperimento è stato rivelato che fortunatamente l’allievo stava solo simulando dolore e non ha mai sentito nulla, ma i dati non sono molto rassicuranti:

Il 65% dei partecipanti somministrò il livello finale di shock di 450 volt, sebbene si sentissero molto a disagio nel farlo. Qualcuno si fermò e mise in discussione l’esperimento, qualcun altro si informò sul denaro che avrebbe ricevuto in cambio. Nessuno dei partecipanti rifiutò di dare uno shock prima che questo raggiungesse il livello di 300 volt.

Conclusioni

Insomma, il condizionamento di questi famosi test che ancora oggi colpiscono per la semplicità e le raggelanti conclusioni ha una cruda bellezza: da un lato possiamo osservare un po’ più da vicino certi meccanismi mentali ancora troppo sconosciuti e remoti e forse destinati a rimanere tali, dall’altro però non possiamo che dare atto all’incredibile influenzabilità delle nostre persone.

Basti pensare a quanti non si informeranno di più su questi esperimenti, e prenderanno per vera ogni singola parola scritta dal profeta di turno… mi viene da pensare anche ai dilaganti fenomeni virali dei Meme che credo, nonostante io provi un odio profondo per quei disegnini insulsi, stiano scrivendo una pagina nella storia dell’Arte. Con la A maiuscola!

L’esperimento Milgram veniva effettuato in occasione del famoso processo contro il criminale nazista Adolf Eichmann, descritto da Annah Harendt ne “La banalità del male” più come un grigio burocrate che come un diavolo mostruoso, sottolineando appunto l’appartenenza di Eichmann e di tutti gli ingranaggi della macchina di sterminio nazista ad una forma anomala del “male”, quella del stavo solo eseguendo gli ordini. Insomma, me lo dice un capo e lo fanno tutti, che c’è di male?

[spoiler]
Vi lascio con un link che ha motivato questo articolo ( o demotivato…) e che ci fa arrivare all’ unica vera conclusione: siamo tutti influenzabili e condizionabili, ma il mondo è in mano agli idioti. [/spoiler]

Fonti:
Qui Solomon Asch e l’esperimento omonimo.
Qui l’esperimento di Milgram.

Su Lega Nerd:
Esperimento Milgram

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