I Numeri dei Suicidi

La categoria dei suicidi è costituita, in termini concreti, da uno sterminato mucchio di cadaveri.

L’altro giorno mi è sovvenuto quell’articolo di quel ragazzo che cacciato da un sito di giochi on line (o era Lega Nerd? Non ricordo) ha minacciato di suicidarsi.
Mi sono detto, beh a parole siamo tutti campioni ma chi sono veramente quelli che si suicidano?
Visto che mi piacciono le statistiche eccovi una bella carrellata di sociologia: i numeri del suicidio.

I Numeri

Ogni anno nel mondo si suicidano circa 1.000.000 persone e molte altre ci provano senza riuscirci (“poser!” mi verrebbe da dire, ma qui parliamo di gente che ci prova sul serio non di emo cazzari): per ogni suicidio ci sono almeno 20 persone che ci provano e falliscono più o meno miseramente.
Il tasso medio di suicidi è di 16 ogni 100.000 persone: ossia un suicidio ogni 40 secondi, un tentativo ogni 3 secondi.
Il suicidio copre l’1,5% dei morti ogni anno.

Chi sono?

Un tempo gli anziani si suicidavano dalle 6 alle 8 volte in più dei giovani, oggi il suicidio è tra le prime 3 cause di morte tra i 15 e i 44 anni, e tra le prime due tra i 10 e i 24 anni, il 55% dei suicidi ha meno di 44 anni.
Gli uomini si suicidano di più (dalle 2 alle 4 volte più delle donne) tranne in Cina, dove le donne battono gli uomini.

I bianchi si suicidano più dei neri e dei latinos in America (anche se i neri stanno tentando il recupero con un tasso di suicidio giovanile molto elevato).

La popolazione con il più alto tasso di suicidi esistente non sono i giapponesi, bensì i nativi canadesi: i loro adolescenti si suicidano dalle 6 alle 10 volte in più dei propri coetanei.

Che lavoro fanno?

Le categorie più colpite sono: medici, chirurghi, anestesisti, infermieri ed agricoltori in quanto hanno facile accesso alle sostanze giuste.
Avere il mezzo incrementa verticalmente le probabilità: avere un’arma da fuoco in casa dà agli adolescenti un minimo di 4x fino a un 10x sul tasso di suicidio medio.

Perché?

Le cause principali (oltre che la disponibilità del mezzo) sono reclusione, disoccupazione, solitudine, presenza di malattie croniche o epilessia.
I divorziati guadagnano un 4x.
Il 90% dei suicidi sono affetti da problemi psichici.
Un dato curioso: farvi un’operazione estetica al seno vi garantisce un bel 5x.

La gravidanza fa diminuire i suicidi fino alla metà, un aborto procurato invece genera un 3x.

I gemelli si suicidano meno degli altri.

La presenza di un tentativo di suicidio genera moltiplicatori tra 50 e 100x, il 44% dei suicidi ci ha già provato prima almeno una volta.

I suicidi anniversario (ossia fatti nello stesso giorno del suicidio di un membro importante o amato della famiglia) possono spingersi fino alla terza generazione.

Come?

I metodi sono molteplici, gli uomini preferiscono impiccagione e armi da fuoco, le donne saltare da edifici o avvelenarsi, alcuni scostamenti sono le greche (che si impiccano) e le donne del sud est asiatico (che si sparano).

Le Nuove Tendenze

I suicidi sono in crescita +60% dal 1950.
Tra le nuove tendenze osserviamo i cosiddetti suicidi copy cat (effetto Werther) ossia persone che si suicidano tutte nello stesso modo dopo eventi particolari.
Il più recente è stata l’impennata di suicidi in Inghilterra tra le donne tra i 25 e i 40 nel mese successivo ai funerali di Lady Diana (+18%).
Il più famoso è invece quello inaugurato da Maiko Ukei e Masako Tomita nel vulcano Mishara.

[more]Nel 1933 le due amiche (24 e 22 anni) decidono di suicidarsi assieme nel vulcano del monte Mishara. Maiko si getta ma Masako cambia idea, torna a casa e racconta la storia.
Nello stesso anno 100 persone si buttano nel vulcano, quello successivo 160, quello dopo 600 generando un indotto di alberghi e ristoranti sull’isola e un servizio traghetti la cui compagnia dovette proibire la vendita di biglietti di sola andata.
[/more]

Discorso analogo è il Golden Gate di cui esiste una tabulazione dei luoghi più scelti (e quindi più controllati).
Consiglio: non cambia nulla il punto, lungo tutto il ponte le possibilità di scamparla sono dell’1%.

Abbiamo quindi la sindrome di Truman ossia il suicidio a seguito di esclusione da reality show (11 casi in 10 anni).

I suicidi aziendali (o suicidi da new economy) i cui casi più famosi sono il parco di divertimenti di Disneyland Paris e Telecom France che ha attraversato un ondata di 44 suicidi in un anno.

E infine i suicidi collettivi, organizzati su internet, dei quali il Giappone conserva il primato soprattutto tra gli adolescenti.
Il Giappone ha un tasso di suicidi di 24 ogni 100.000 persone.

Conclusioni

I suicidi hanno qualcosa in comune?
Sì, decidono di passare da una condizione ad un’altra attraverso un gesto estremo. I suicidi hanno in comune il fatto di essere morti.
I numeri ci parlano delle società, ma il suicidio appartiene alle persone, ai singoli, un campo che non può essere analizzato dalla statistica inferenziale.
Un campo di scelte e motivazioni simili ma. in ultima analisi, diverse tra loro.
I numeri ci raccontano delle cose, in primo luogo che la gente si toglie la vita, sempre di più, sempre più presto, ma sul perché lo facciano, se sia giusto o meno, se sia condannabile, deprecabile o accettabile, questo non ce lo possono dire, sono considerazioni che possono fare solo quelli che, paradossalmente, non compiono tale scelta.

Fonti

I dati sono quelli del WHO, redatti da Hawton e Van Heeringen e pubblicati su Lancet nel 2009.
In italiano li trovate sul libro: “Il Suicidio” di Monti e D’Agostino.

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