Le peggiori pubblicità videoludiche

Fare pubblicità non è semplice: richiede oculatezza, uno studio attento del mercato e del target, oltre che un’ottima capacità di sintesi che deve racchiudere, in poche parole, il meglio del prodotto che si vuole vendere. Molte pubblicità in passato hanno sbagliato almeno uno di questi punti, fallendo miseramente il proprio compito, ma altre hanno fatto decisamente di più, sono riuscite a fallirli tutti.
Il risultato? Il peggior esempio di pubblicità videoludica, così scarsa e imbarazzante da compiere un giro a 360° e divenire, per puro scherzo del destino, un vero e proprio capolavoro.

Pubblicità Midway games

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Apparentemente il classico esempio di “gay test failed”, in pratica il perfetto caso di pubblicità del cazzo. Una versione antecedente di “American Beauty” in cui, invece di piovere petali di rosa, sulla ragazza piovono schermate di gioco. Bella la ragazza, comunque. Una versione ancora più fake di Pamel Anderson, capace di assopire anche gli animi più sessualmente burrascosi. 7.

Palamedes

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L’ideale per colpire un eventuale acquirente, ovvero farlo passare per uno sfigato. Grazie a Palamedes non lo sarete più, allegati con il videogioco troverete: una confezione di gel extra-forte, un paio di occhiali da sole e una camicia hawaiana dai colori improponibili. Viene quasi da dire “si stava meglio quando si stava peggio”. Complimenti a loro! 6+.

Virtual Leauge Baseball

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Finalmente il baseball senza scoregge da chili, seriously? Se volete evitare di recarvi allo stadio e di assistere alla Nona di Beethoven in versione intestinale, l’acquisto di Virtual League Baseball vi eviterà questo inconveniente. Un paio di culi maschili completano l’opera, 9.5.

Daikatana

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Daikatana è stato uno dei flop più clamorosi della storia e, al di là della pochezza del gioco in sé, la pubblicità non ha di certo aiutato nella sua scalata al successo. John Romero mi farà diventare la sua puttana? Almeno pagami, John, anche una cena va bene. 5.5.

Rise of the Robots

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Sorvolando sulla frase di poco effetto, la grafica di questa pubblicità ci pone di fronte ad un essere ben definito, colto nell’intento di strappare un braccio al suo avversario che, giustamente, si lamenta. Ciò che la rende pregevole è il fatto che, ad una seconda occhiata, si notano un paio di tette sull’alieno, messe a caso giusto perché la loro presenza fa vendere più copie.
La prossima volta consiglio di scrivere direttamente un bel “TETTE” a caratteri cubitali: attira benissimo l’attenzione e va subito al sodo. 8.

Asciiware Joysticks

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Perché, perché e ancora perché? Qualcuno ha prestato il suo joystick ad un coccodrillo e, immancabilmente, cerca di recuperarlo. Una spirale di no-sense che viene arricchito dalla povertà grafica della pubblicità stessa. 9!

Kirby’s advertisment

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Tutti noi conosciamo Kirby come un essere carino e coccoloso, allora perché trasformarlo in qualcosa di orribile, facendo una grafica simil-arresto e avendo, come unico risultato, un paio di testicoli al centro della propria pagina? Non so se l’effetto è voluto, ma il risultato è proprio questo: 10.

Shogo

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“Is not the size of your weapon that counts… whatever”, basta questo a definire questa pubblicità. Mistero sul fatto che la ragazza sulla destra si sia trasformata nel calcio della pistola. Meh, 7.

Warhawk

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Scoregge e videogiochi, parte 2: “a sonic boom in your shorts”, il modo migliore per presentarsi è garantire che la grafica realistica vi farà smitragliare rumorosamente nelle mutande. Bella, bellissima anzi. 8,5.

Atari Jaguar

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Poteva mancare la regina del fail comunicativo? Ovviamente no. Del resto non vi è modo migliore per descrivere la propria console con frasi tipo: “Colori brucia-cervello”, “grafica 3D così realistica che vi farà vomitare”. Wow, più o meno gli stessi effetti dell’eroina. 10 per il fail.

Cb-std Control

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“Streetfighter and Mortal Kombat are coming” e, poco sotto, un joystick coperto con un fazzoletto bianco. Devo proprio aggiungere altro? 10+++ per aver anticipato il binomio fazzoletti e pornografia online.

Se non ci compri, sei scemo

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Incredibile ma vero, c’è stato qualcuno che ha pensato che dare dell’idiota ad un eventuale cliente fosse una tattica efficace. Alla pari delle pubblicità che si possono trovare girovagando qua e là online, sia Sega che Atari sfidarono gli acquirenti, dandogli dei dementi se non avessero acquistato la loro console. Ovviamente fallirono miseramente entrambe. 9 e Darwin Award.

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Tutte le immagini sono tratte dal sito di 1up.

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