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L’affondamento del Titanic

L’affondamento del Titanic

Prima le donne e poi i bambini! e siate inglesi.

Il Capitano Edward John Smith

Ci siamo messi gli abiti migliori e affonderemo come gentiluomini.

Benjamin Guggenheim

 

Un secolo fa affondò il Titanic: mi sembra doveroso ricordare uno delle catastrofi più grandi del 20° secolo.

L’affondamento del Titanic
 

Frasi celebri per una catastrofe celebre

Le due frasi sopracitate, sono le più famose che quella maledetta notte vennero pronunciate da qualcuno sullo sfortunato transatlantico e, che negli anni a seguire, vennero più ricordate. Per non “sporcare” l’articolo con una quantità eccessiva di quote, riporto altri estratti da libri che raccontano alcuni episodi di quella notte. Leggeteli, credo che ne valga veramente la pena.

Anche il giovane Thayer fu colpito dalla bellezza del mare e del cielo, quella notte, giacché, indossato un caldo soprabito sull’abito da sera, passeggiò per qualche minuto su e giù per il ponte lance, deserto e solitario, dove il vento fischiava tra gli stralli e dai fumaioli uscivano torrenti di fumo nerastro. «Era una notte stellata», ricordò poi. «Non c’era luna e non avevo mai visto le stelle brillare più fulgide; sembrava che volessero staccarsi dal cielo. Era una di quelle notti in cui ci si sente felici di essere al mondo
– Geoffrey Jules Marcus, Il viaggio inaugurale del Titanic

 

« Tutto avveniva in termini così formali che era difficile rendersi conto della situazione. Uomini e donne, in piedi, a gruppetti, conversavano. Era uno spettacolo irreale, sembrava un dramma recitato per divertimento. Gli uomini, dopo aver fatto accomodare una signora sulla lancia, dicevano “dopo di lei” e facevano un passo indietro. Molti fumavano, altri passeggiavano.»
– Testimonianza di un passeggero del Titanic di Prima Classe

 

« Non c’è dubbio su quello che suonarono. Quando eravamo in acqua si misero a suonare una delle tre versioni di Nearer, My God, to Thee. Ne esistevano tre diverse versioni e quella che eseguirono la ascoltavo sempre in chiesa. In America quella versione non c’era ed è per questo che gli americani sostengono che non era quello il motivo suonato.»
– Eva Hart riguardo l’orchestra del Titanic. Tutti i suoi musicisti morirono nel naufragio

 

« Nella zona di cui parlo, fin dove riuscivo a vedere, salivano al cielo le grida più atroci mai udite da uomo mortale, se non da chi sopravvisse a quella terribile tragedia. I gemiti e i lamenti dei feriti, le urla di chi era in preda al terrore e lo spaventoso boccheggiare di chi annegava, nessuno di noi lo dimenticherà più fino al giorno della sua morte.»
– Il colonnello Grace, La verità sul Titanic

 

 

 

12 Aprile 1912 / 12 Aprile 2012

Questo articolo non vi vuole informare sulle attività/iniziative che si svolgono nel mondo in questo giorno per ricordare quello sfortunato giorno di un secolo fa. Per tutto il resto questo c’è Google.

Mentre scrivo queste righe sono le 18:54 di sabato 14 Aprile 2012. 100 anni fa, da qualche parte nella parte Nord dell’Oceano Atlantico, la nave inaffondabile procedeva alla sua velocità massima: 23 nodi. Il Capitano Smith, e l’amministratore delegato della White Star Line, Joseph Bruce Ismay, avevano deciso insieme di far cantare i motori del Titanic per arrivare alla Grande Mela con un giorno di anticipo, stupendo tutti quanti. Con ogni probabilità, credo che, esattamente 100 anni fa, i pensieri di questi due uomini erano albergati da grandi celebrazioni e gloria a volontà se fossero riusciti nell’impresa. Dovevano essere eccitati come due scolaretti.

Nel frattempo, Gentiluomini e Madame della Prima Classe si preparavano nelle proprie lussuose cabine per l’elegante serata ormai imminente.

Uomini, donne e bambini, della terza classe alloggiavano nelle proprie misere stanze dotate di 2 letti a castello, nelle viscere del mastodontico Mostro d’Acciaio.

Ancora più in profondità, nelle imponenti sali macchine del Titanic, decine di uomini buttavano tonnellate di carbone nelle fornaci del mostro, alimentando i suoi motori e muovendo le mastodondiche eliche del Titanic.

Certi macchinisti chiamarono, questa parte della nave, “l’Inferno del Paradiso”.

Altri passeggeri del Titanic, a prescindere dalla loro classe di appartenenza, passeggiavano sul maestoso ponte della nave; e, forse, usando un po’ d’immaginazione, è possibile che stessero guardando il tramonto su quel mare “liscio come uno specchio” (secondo le testimonianze).

Qualcuno di noi, in nome di tutti i Nerd che non escono il Sabato sera, leggerà questo articolo intorno alle 23:40. Se ciò accadrà, sappiate che in quegli istanti, 100 anni fa, il Titanic entrò in collisione con un iceberg (vedi foto) la cui parte emersa era alta 30m (270m quella immersa e non visibile).

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L’impatto, alla velocità di circa 20,5 nodi, squarciò il fianco destro della nave inaffondabile, permettendo all’acqua di entrare in 5 compartimenti stagni.

Troppi.

Il Titanic era stato progettato affinchè potesse sopportare l’allagamento di 4 comportamento stagni: la nave era perduta.

 

Non pensai, e nessuno lo pensò in quel momento, che il Titanic avrebbe potuto affondare.

Uno dei fuochisti della sala macchine.

 

La dinamica, bene o male, la sappiamo un pò tutti quanti: l’inarrestabile allagamento delle camere stagne di prua della nave provocò il suo lento inabissamento. Di conseguenza, la poppa inizio ad emergere dall’acqua.

Problema: stiamo parlando di una poppa da migliaia di tonnellate, creando un gigantesco effetto leva con il centro dello scafo della nave. Problema ancora più grosso: ovviamente, esso non era stato progettato per reggere un simile sforzo.

Conseguenze: lo scafo si spezza al suo centro, la prua inizia ad inabissarsi nelle profondità dell’oceano, trascinando con se la poppa. Essa inizia ad inclinarsi ad una velocità impressionante, raggiungendo un inclinazione molto vicina a quella di 90°. La prua, finalmente, si stacca e inizia la sua corsa verso le profondità. Infine, la poppa, anch’essa, rimanendo nella sua posizione verticale, si inabissa.

Sono le 2:20 del 15 aprile 1912. Il Titanic è definitivamente affondato. Sono già morte centinaia di persone. Per la maggior parte sono della terza classe, le quali, per molto tempo, sono state confinate dall’equipaggio ai piani bassi della nave, per permettere ai passeggeri di Prima Classe di salire sulle scialuppe.

Ma l’ultimo ordine del capitano (“prima le donne e poi i bambini”) ha condannato anche la sorte di molti uomini, essendo mal interpretato: infatti l’equipaggio non solo dava priorità al gentil sesso e agli infanti, ma impediva categoricamente di salire sulle scialuppe a qualunque uomo, a prescindere dalla sua classe. Colpi di arma da fuoco sono stati sparati in quel cielo buio per intimorire la folla nel panico. Il panico, con il passare del tempo, inarrestabile, cresce.

Le scialuppe, per la maggior parte semivuote, vengono calate e si allontano dal gigante morente. Se fossero state riempite del tutto avrebbero salvato 1500 anime. I passeggeri del Titanic erano circa 2200.

Infine, voi Nerds che leggete, in una remotissima possibilità, queste righe alle 8 di mattina del 15 Aprile del 2012, sappiate che solo a quest’ora di un secolo fa arrivò la prima nave in soccorso per i naufraghi nelle scialuppe, la Carpathia .

Quasi tutti i passeggeri che galleggiavano in quelle gelide acque, riuscirono a sopravvivere per soli 10 minuti dall’entrata in acqua. Quasi nessuno di loro si salvò. Secondo alcune testimonianze dei primi soccorritori, una distesa di corpi dalla pelle bianca si stendeva fin dove l’occhio poteva guardare.

 

 

I morti, i sopravissuti

Per quanto cinica possa essere questa mia affermazione, niente può riassumere meglio di questa tabella presenta sulla pagina di Wikipedia del Titanic la perdite tra i passeggeri.

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Ora, miei cari Nerdaioli, sono le 20:27. 100 anni fa, da qualche parte nel Nord Atlantico, nella nave più bella e grande che mano umana avesse mai creato, migliaia di persone cenavano, bevano, cantavano e persino (in terza classe) si ballava.

Nessuno di loro poteva immaginarsi che il sogno si sarebbe trasformato in storia da lì a poche ore.

Concludo l’articolo con una citazione di Massimo Polidoro in Grandi misteri della storia:

L’affondamento del Titanic rappresentò la fine di un’epoca, il sogno infranto della Belle époque. Come per la caduta dell’Impero babilonese, l’affondamento del Titanic ha rappresentato il simbolo dello sgretolamento di orgogliosi imperi, con una simile mescolanza di ricchi, borghesi e poveri tutti destinati insieme all’abisso. Era la fine di una leggenda che sposava la tecnologia alla ricchezza, il materialismo al romanticismo, l’illusione alla fantasia

Questo articolo è stato scritto in memoria delle 1.517 vittime del Titanic che morirono la notte tra il 14 e il 15 aprile 1912.
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