Telecom Italia punta sul Vectoring

Qualche giorno fa è arrivata l’ennesima doccia fredda (ma come vedremo fredda ma non proprio gelata) per chi si aspettava il grande salto nel mondo delle telecomunicazioni in Italia: la Next Generation Network, la nuova rete in fibra ottica che avrebbe portato l’Italia fuori del medioevo tecnologico realizzando un’infrastruttura strategica su cui il Paese avrebbe potuto crescere sviluppando servizi e applicazioni basati su Internet.

Abbiamo già visto come svariati studi attestano che lo sviluppo della banda larga influisce positivamente sul PIL di un Paese, quindi non stiamo a ripeterlo.

Che cosa è successo quindi?

È dunque ufficiale che l’ex monopolista italiano non ha in programma di portare la fibra ottica nelle case e neppure ai piedi dei fabbricati, ma di fermarsi agli armadi. Almeno per ora.

Come riportato dal Corriere delle Comunicazioni, Telecom Italia ha annunciato di voler puntare sul VDSL2 Vectoring anzichè sulla fibra ottica sino alla casa dell’utente, si passa cioè dal FTTH (Fiber To The Home) al FTTCab (Fiber To The Cabinet, cioè l'armadio ripartilinee, quegli scatoloni grigi con una porta, spesso aperta, con dentro un groviglio di fili bianchi e rossi).

Il Vectoring è una tecnologia che permette di abbattere drasticamente l’interefenza tra i vari doppini telefonici che dal DSLAM (l’apparato che sta in Centrale o, come vedremo adesso, in strada) arrivano al Modem in casa nostra e quindi permettere velocità molto più evelate.

Per le tecnologie xDSL (ADSL, ADSL2+, VDSL2 etc) lunghezza del doppino (dal DSLAM al Modem) e interferenza tra i diversi doppini che viaggiano affasciati nello stesso cavo di distribuzione sono le principali cause di degrado delle prestazioni.

Telecom Italia punta a installare dei piccoli DSLAM basati su VDSL2 (evoluzione dell’ADSL2+ utilizzato correntemente) nei pressi degli armadi ripartilinee presenti sul territorio (riducendo così la distanza a poche centinaia di metri) e sfruttare il Vectoring (che quasi annulla gli effetti dell’interferenza).

Questo dovrebbe garantire velocità in downstream fino a 100Mbps.

Un bel passo avanti certo rispetto ai 20Mbps dell’ADSL2, ma ci sono alcuni aspetti ancora controversi.

L’Unbundling

Per fare quanto dichiara Telecom Italia serve portare la fibra ottica sino ad un armadio ripartilinee e installarci un DSLAM VDSL2.

Questo permette di erogare il nuovo servizio agli utenti attestati su quell’armadio ma, non essendo praticamente possibile installare un DSLAM per ogni Operatore (come avviene oggi nelle centrali aperte al Local Loop Unbundling) ecco che di nuovo Telecom diventa dominante e gli altri Operatori si trovano costretti a “noleggiare” una porta del DSLAM di Telecom per i propri utenti.

Questo potrebbe non piacere all’AGCOM che potrebbe bloccare il progetto.

E la fibra?

L’altro tasto dolente è la fibra… d’accordo, con questa strategia si porta un servizio innovativo e assai più performante con una spesa sensibilmente inferiore (visto che paga solo Telecom ha tutto il diritto di scegliere una tecnologia che costi il meno possibile), ma per quanto performante il VDSL2 non potrà mai competere con le prestazioni di una connessione in fibra ottica, sopratutto in prospettiva futura.

E poi la fibra, se realizzata con architettura punto-punto consentirebbe l’unbundling, quindi la competizione alla pari tra gli Operatori (ma qui non si tratta più del rame, “ereditato” da Telecom e già ammortizzato, ma di nuova fibra ottica la cui installazione è assai onerosa).

Insomma, i soldi della Next Generation Network su scala nazionale ce li hanno promessi in tanti ma alla fine sono sempre stati dirottati altrove, Telecom Italia cerca di difendere i propri legittimi interessi e il proprio legittimo vantaggio competitivo con quanto la tecnologia rende disponibile, ma alla fine chi ci rimette siamo sempre noi che vediamo allontanarsi la rete del futuro.


Corriere delle Telecomunicazioni

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