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L’arte del videoclip – Parte 1

È dai tempi di Thriller di Michael Jackson che i videoclip vengono accostati ad opere di valore ben maggiore della semplice commercializzazione di una canzone.
Da semplici spot di poco valore artistico, essi si sono evoluti nel tempo, raggiungendo vette qualitativamente inaspettate rispetto al loro ruolo originale. Con questa sotto-rubrica momentanea di P&T Sounds voglio proprio dare lustro a quei videoclip che si sono mostrati particolari, innovativi, a volte persino difficili da distinguere da un ben più blasonato cortometraggio.
Una serie di video che posseggono una carica comunicativa unica, accompagnati da una breve descrizione delle loro caratteristiche, per meglio comprendere le intenzioni, i messaggi e le emozioni che i registi, assieme agli artisti, hanno voluto mettere in scena in quei pochi minuti disponibili.
In più, essa vuole essere uno spiraglio, un palcoscenico per mettere in luce il “vero” video artistico musicale, ormai da troppo tempo preda dell’esagerazione, della pomposità scenografica eccessiva, spesso fine a sé stessa, che posseggono i moderni videoclip di Lady Gaga e compagnia bella. Basta parlare, lasciamoci immergere nei video.

Sigur Ros – Untitled 1

Tanta tristezza di fronte a questo capolavoro dei Sigur Ròs. Un testo che rimanda alla solitudine, alla sofferenza, ma anche alla liberazione. Per scelta loro, le canzoni dell’album ( ) non avevano titolo, quasi a voler spogliare ogni traccia di qualsiasi indicazione, lasciando all’ascoltatore i compito di interpretare come meglio credeva ciò che stava ascoltando. Il video mostra con ineluttabile chiarezza tutte le emozioni della canzone, mostrando la forte contrapposizione tra l’innocenza dei bambini e l’ambiente cupo in cui sono costretti a vivere, in una situazione in cui anche un momento di socialità diviene un attimo di solitudine, a causa dell’isolamento dato dalle tute. Il finale “libera” la protagonista che, nonostante il suo destino sia segnato, sorride con gli occhi rivolti al cielo. Emotivamente meraviglioso.

U.N.K.L.E. Featuring Thom Yorke – Rabbit In Your Headlights

@Follia ne aveva già parlato qua, anche se indirettamente. Un video sopraffino, che eleva una canzone già splendida al rango di capolavoro. Gli U.N.K.L.E. hanno, da sempre, dimostrato una grande abilità nel riconosce la capacità comunicativa del videoclip, creando canzoni che spesso risultavano letteralmente completate da quest’ultimi, divenendo un tutt’uno con le immagini proposte. Tale loro abilità ha permesso di godere dei loro clip in modo naturale, senza forzature: una vera e propria estensione visiva a quella musicale. In tal caso, alla splendida canzone intonata da Thom Yorke vi si aggiunge un messaggio che appare quasi collegato ad una concezione filosofica di vita e cristianesimo. Vi è un uomo che cammina verso un obbiettivo che non ci è subito chiaro, anche se comprendiamo che il suo percorso è guidato dal tunnel. Egli può solo avanzare, affrontando in linea retta gli ostacoli che gli si pongono. Grazie alla sua forza di volontà, sostenuta dalle sue preghiere, riesce a resistere a tutto ciò che gli si pone di fronte, anche agli sforzi peggiori, fino alla sua illuminazione finale, che finalmente lo rende invincibile, vivo, vero. Una splendida parabola della vita.

Riporto il commento di @Follia , dato che contiene una spiegazione a mio parere perfetta della clip:

Nessuna delle auto che lo investe è reale. Sono tutte auto totalmente diverse da quelle del flusso di traffico della realtà. Alcune sono totalmente coperte e tutte sono in senso opposto a quello del traffico normale.
Il traffico normale continua a scorrere ignorando lui, tranne l’auto gialle che lui non vede e che al suo interno ha 3 persone con tre tipi diversi di reazione, quella dietro ignora totalmente, il guidatore ha un “legame” ma non viene visto e il passeggero lo osserva imbambolato a sua volta. Come anche nessuna auto si ferma ad aiutarlo.

In pratica, concettualmente sono due livelli diversi che scorrono assieme, uno spirituale e uno reale, l’ultima auto che lo investe è l’unica nel senso corretto.

E’ un viaggio introspettivo che scinde dalla realtà pur scorrendo assieme ad essa.

Radiohead – Street Spirit

Ancora Yorke, ma tutta un’altra storia. Street Spirit è come andrebbe fatto un video musicale, sia per tecniche che per qualità. Girato solo in bianco e nero, che aggiunge “spiritualità”, il video è una vera e propria perla preziosa, da gustare fino in fondo. Immagini iconiche e volutamente stranianti si pongono di fronte allo spettatore, in un luogo che non è precisato e, soprattutto, in un tempo che non scorre uguale per tutti i personaggi coinvolti sullo schermo. Lo spirito appare così davanti ai nostri occhi, indistinguibile dalla realtà, immerso tra la vita e la non-vita per l’eternità. Ma forse non è lui a non esistere più ma siamo noi i fantasmi di questo mondo, senza una meta, senza un obbiettivo. Capolavoro.

Con i Radiohead si conclude la prima parte del nostro viaggio artistico nel mondo dei videoclip, una strada irta di ostacoli ma anche di soddisfazioni, fatta di piccoli spiragli per grandi capolavori.

[P&T Sounds] è la rubrica musicale a cura di @taldeital, @pazqo, @chopinhauer e @Xenakis che racconta la musica fuori dal coro che valga la pena ascoltare.

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