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Fotografia erotica tra 1800 e 1900

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Un piccolo documento all’amore, un giardino dei desideri.

(Spunti tratti da un saggio di Michael Koetzle, esperto di storia ed estetica della fotografia)

Un giardino dei desideri, un luogo isolato, separato dal resto del mondo. Una fantasia in cui rifugiarsi, come una cartolina nascosta dietro un quadro, sotto il letto, dentro un cassetto. Un viso, un seno, delle cosce, un sorriso di una donna sconosciuta, desiderabili per questo. Belli perché di nessuno. Una gioia indicibile perché indecente un atto su cui sospirare, incalzare l’immaginazione e fuggire dal mondo comune. Anche se per poco, magari il tempo di uno sguardo, approfondito. O qualcosa di più.

Chissà come doveva essere all’epoca possedere quelle immagini. Sicuramente per i piccoli borghesi della seconda metà del XIX secolo, la vista di una cartolina di una donna reale e svestita doveva essere proprio un paradiso. Fino ad allora c’erano state le rappresentazioni artistiche, le incisioni in rame. Ma la fotografia era cosa diversa. La prima a conoscerla fu la Parigi del 1839. Ma fu solo con i dagherrotipi del 1850 che nacque la fotografia erotica.

Fotografia erotica dal 1850 al 1900

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Davanti ad un dagherrotipo erotico, si poteva stare certi che un vero nudo aveva posato per la foto. La bellezza anonima ritratta svestita esisteva realmente da qualche parte: si prostituiva sui viali, ballava in un teatro di varietà più o meno noto, abitava in un modesto appartamento nei quartieri nuovi di Parigi. Lo spettatore contemporaneo scivolava nel ruolo di “voyeur” guardando, come attraverso un abbaino, un bellissimo corpo femminile nudo, reale e sconosciuto.

Per i fotografi era puro divertimento, sperimentazione. Di certo non c’era fama dal momento che non c’era firma. Si rischiava salate multe e la prigione.

[more]Nel 1851 fu intentato un processo contro il fotografo Felix Jacques Antoine Moulin che aveva lavorato a parigi tra il 1840 e 1850. Presso di lui e il suo commerciante era stata trovata una grandissima quantità di materiale osceno. Il commerciante fu condannato ad un anno di carcere. La vedova coinvolta a due mesi di prigione. Il fotografo ad un mese di carcere.[/more]

Le foto spaziavano da decorosi nudi di schiena in puro stile accademico, all’esibizione di genitali in maniera scherzosa fino ad arrivare alla vera e propria pornografia: masturbazione, penetrazione, sesso orale, sesso con ortaggi (sì, nell’800 andavano molto, soprattutto carote e zucchine), sesso omosessuale (ma solo femminile), coito. Ma non si fermavano qui! Sculacciate, frustate e anche pissing. Insomma, nel 1800 stavano più avanti di quanti molti di voi immaginerebbero.

Nel 1860 erano già in circolazione circa 5000 ritratti erotici realizzati prevalentemente a Parigi. Un singolo nudo richiedeva un investimento corrispondente al salario medio di una settimana. Di conseguenza, le prima fotografie erotiche rimasero appannaggio esclusivo di un abbiente pubblico borghese che in ambienti prettamente maschili intavolava discussioni intime sulla scorta di immagini piccanti.

Fotografia erotica ai primi del 900

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Dopo la comparsa della cartolina illustrata, molto più conveniente, tra il 1919 e il 1939 in Francia vennero prodotti oltre 20 milioni di cartoline di nudi. Il formato era ridotto (A6) e circolavano facilmente in clandestinità. Di certo però erano solo oggetti da collezionare e scambiare, di rado venivano spedite. La moda della cartolina fu eclissata, dopo la prima guerra mondiale, soprattutto dal giornale illustrato.

In quello stesso periodo si affermò una nuova tendenza: la fotografia naturista, forma particolare del nudo realizzato all’aperto. Per quanto il genere negasse il tenore erotico delle rappresentazioni, la loro commercializzazione sotto forma di cartoline postali o stereoscopica ce lo conferma.

La gallery contiene sia dagherrotipi che cartoline erotiche ed esempi di fotografia naturista.

Fonte: 1000 Nudes, History of Erotic Photography from 1839 to 1939 – Uwe Schield Collection

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