The Technician – Cortometraggio Steampunk Italiano

”In un futuro in cui gli androidi, creature meccaniche dalle fattezze umane, sono una costante nella vita delle persone, un Tecnico, operaio specializzato nella loro riparazione,farà l’incontro che gli cambierà la vita. Fra le fumose vie della metropoli il suo destino incrocierà quello dell’ultimo esemplare di una serie di androidi leggendari, con le sembianze di una splendida ragazza, tanto affascinante quanto pericolosa…”

”The Technician” (2011) è il titolo di uno dei cortometraggi fantastico-fantascientifico attualmente più interessanti sfornati dall’ottima Scuola del Cinema di Milano. In bilico fra il cyberpunk e lo steampunk lo sceneggiatore Nick Zurlo e il regista Luca Cerlini ci propongono un’ambientazione derivante dal classico “Blade Runner”, utilizzato più come un canovaccio per l’articolazione di nuove idee che come una mera riproposizione di una pellicola che marchiò gli eighties per la capacità di caratterizzare in via definitiva l’immaginario del rapporto uomo macchina. Il pianeta Terra, a causa dell’inquinamento e del sovraffollamento, è diventato invivibile.
Chi può si trasferisce nelle colonie extra orbitali, mentre sulla Terra rimangono coloro che sono stati scartati alla visita perché malati o coloro che non possono permettersi il viaggio. La vita animale e vegetale è pressoché scomparsa, per cui è proibito uccidere veri animali.
La città è perennemente avvolta dalla nebbia prodotta dall’inquinamento, che offusca il sole e produce una pioggia continua. Le strade, rese luride dalla pioggia, sono piene di veicoli e di persone di ogni razza, anche se è nettamente predominante la componente asiatica. In città si parla il Cityspeak, uno slang multilinguistico e multietnico.
I moderni grattacieli e le industrie sorgono accanto ai palazzi più antichi, per lo più fatiscenti e adattati alle nuove benchè anacronistiche tecnologie (proprie dello steampunk) facendo passare le tubazioni a vapore sulle facciate esterne. L’assenza totale del “bello” e le condizioni atmosferiche contribuiscono a trasmettere allo spettatore la sensazione di claustrofobia.

In un futuro in cui gli androidi, creature meccaniche uguali agli esseri umani, sono una costante nella vita di tutti i giorni, un Tecnico, operaio specializzato nella loro riparazione, farà l’incontro che gli cambierà la vita.Fra le fumose vie della metropoli il suo destino incrocierà quello dell’ultimo esemplare sopravvissuto di una serie di replicanti leggendari con le sembianze di una splendida ragazza, tanto affascinante quanto pericolosa.

Inizialmente pensato come film muto, complici la giusta ispirazione di Zurlo al capolavoro del cinema espressionista tedesco “Metropolis” (1927), come anche l’ottima mimica di Stefano Scherini protagonista, ha avuto successivamente delle radicali e meno fortunate modifiche in fase di lavorazione come ad esempio l’inserimento di dialoghi che risultano troppo didascalici, che trasformano la trama onirica e visionaria in carente e che diminuiscono non poco la struggente e necessaria drammaturgia strutturale.

(“Ho viste cose che voi umani non potreste immaginarvi. Navi da combattimento in fiamme al largo dei bastioni di Orione. E ho visto i raggi B balenare nel buio vicino alle porte di Tannhauser. E tutti quei momenti andranno perduti nel tempo come lacrime nella pioggia. È tempo di morire…”- “Blade Runner” 1982).

Assolutamente acontestuale peraltro l’immagine finale che riporta alla mente più una sfilata di moda che la rappresentazione di un mondo di replicanti impossibilitati al controllo delle proprie emozioni, se non attraverso l’anelito a possedere il bagaglio di esperienze tipico di un essere umano. Ottima l’idea della tecnologia virtuale nell’etere, con le finestre che si aprono senza schermi come anche la “citazione” da “Terminator” per l’effetto speciale dell’avambraccio bionico. Concludendo il prodotto finale è buono dal punto di vista tecnico ma risulta deficitario per quanto riguarda dialoghi e drammaturgia nel suo complesso. Di base, senz’altro da vedere assolutamente per avere uno scorcio esatto delle potenzialità di una Scuola di Cinema gloriosa come quella di Milano e confidare nelle capacità dello sceneggiatore Nick Zurlo nell’arduo compito di esprimere variazioni in un contesto mai sufficientemente ricalcato come il mondo degli androidi.

Scheda Tecnica

[more]Titolo originale: The Technician
Anno di produzione: 2011
Produttore: Fondazione Milano Cinema e Nuovi Media
Paese di produzione: Italia
Formato: 16mm
Rapporto: 16:9
Durata: 19 min
Colore: Colore
Audio: Stereo
Genere: Fantascienza, Thriller, Drammatico
Regia: Luca Cerlini
Soggetto e sceneggiatura: Nicola Zurlo
Produzione: Miguel Andrade, Valentino Brioschi, Antonino Valvo, Anna Sola
Direttore della fotografia: Paolo Zaninelli, Fabio Possanzini
Montaggio: Davide Smerieri, Gionata Medeot, Tymnah Pyka
Effetti Speciali: Medeot Gionata
Musiche originali: Paolo Boroni, Lucia Puricelli
Scenografia: Ines Ben Chouikha, Davide Merlo, Ana Sanna, Isidora Spasic, Boris Stajevski, Federico Morzenti, Silvia Dusci
Accademia di Belle Arti di Brera
Costumi: Marialisa Cosello
Interpreti principali: Stefano Scherini, Eleonora Meneghini, Angelo De Maco, Dragos Toma, Nicola De Paola
Interpreti seccondari: Alberto Guerra, Mattia Maffezzoli, Romano Roncoroni, Batjarl Tumur, Ludovica Cenacchi, Angela Sammito[/more]

Links & Info

Pagina FB Ufficiale
Canale Youtube del regista Luca Cerlini
Recensione tratta da qui.

Conclusione

Sono molto lieto di postarvi un prodotto tutto italiano a tema steampunk che si rifà a Blade Runner ihmo di alta qualità!
Non vedo l’ora di poterlo visionare per intero, visto che le proiezioni attualmente si sono tenute in alcune sale in zona Milano e magari se riesco a contattare direttamente Cerlini ci potrebbe scappare anche una breve intervista, che ne dite?
Menzione speciale per l’attrice con i capelli rossi che interpreta uno dei cyborg. Si chiama Eleonora Meneghini ed è una mia vecchia amica.
;)

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