Troy Davis

LEGANERD 043986

A nulla sono valsi gli appelli di Benedetto XVI, di Jimmy Carter, di Desmond Tutu. Il boia non si e’ fermato: Troy Davis, afroamericano di 42, e’ stato messo a morte per l’omicidio dell’agente di polizia MarkMacPhail, ‘bianco’, avvenuto nel 1989 a Savannah, in Georgia. Davis si e’ sempre dichiarato innocente e il processo, conferma Amnesty International, si e’ basato solo su deposizioni fatte a seguito di pressioni della polizia, con notevoli incongruenze e in seguito ritrattate.

Muore oggi Troy Davis, afroamericano diventato suo malgrado un esempio di lotta contro la pena di morte ed il razzismo di tutto il mondo.

Accusato quasi 20 anni fa di aver sparato all’agente di polizia Mark MacPhail il caso di Davis è stato particolarmente preso a cuore per lo strano svolgimento delle cause in tribunale: le uniche prove della sua colpevolezza erano le dichiarazioni di soli 2 degli iniziali 9 testimoni oculari, i 7 che hanno ritirato le accuse sostennero di aver subito grosse pressioni da parte di agenti di polizia e uno dei due rimasti ha fatto un passo indietro sostenendo poi di essere certo solo del colore della maglietta indossata dall’accusato, l’ultimo rimasto è l’altro sospettato.

Nonostante sia difficile condannare con la pena di morte in una simile situazione Troy Davis dovette presentarsi in tribunale senza possibilità di portarsi testimoni per 3 volte a un passo dall’esecuzione; finalmente il 17 agosto 2009 gli venne concessa un’udienza probatoria (tenutasi solo il 23-24 giugno 2010) alla fine della quale il giudice pur rifiutando specificatamente la pena di morte per casi del genere giudicò insufficienti le testimonianze a favore di Davis.

Questo avvenimento è solo uno dei tanti che dimostra come in America le persone di colore siano più facilmente condannate a morte,


Più del 40% dei condannati a morte negli USA sono neri, sebbene essi costituiscano soltanto il 12% della popolazione totale. Circa l’80% dei condannati a morte sono riconosciuti colpevoli di omicidi di bianchi, nonostante neri e bianchi siano vittime di omicidi in misura simile. Solo nel 1986 la Corte Suprema stabilì che i procuratori non potevano escludere potenziali giurati solamente in base alla razza.

che tuttavia ha dato origine a manifestazioni in tutto il mondo e scosso la coscienza popolare.

Fonte principale: ANSA.it.

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