Contagion

Contagion è un film del 2011 diretto da Steven Soderbergh (Traffic, Ocean’s Eleven, Erin Brockovich) con protagonisti Marion Cotillard, Matt Damon, Laurence Fishburne, Jude Law, Gwyneth Paltrow e Kate Winslet.

Trama

Beth Emhoff torna da Hong Kong accusando sintomi di una leggera influenza. Poche ore dopo, muore. I suoi sintomi sono accusati da sempre più persone in sempre meno tempo, dando via ad una serie di morti improvvise ed incurabili con sintomi analoghi. Il Centro per la prevenzione e controllo delle malattie lavora senza sosta, lo scenario che rapidamente si mostra agli studiosi è terrificante. Come reagirebbe il mondo di fronte ad uno dei più vasti e rapidi contagi virali della storia?

Recensione

Ed è appunto quello che Soderbergh tenta di mostrarci nel suo ventisettesimo lungometraggio. Nei primissimi minuti assistiamo all’inizio dell’infezione, già dal secondo giorno (il quadro viene ricomposto poi verso al fine in una chiusura di Saw-iana memoria) con il contagio di Beth (la Paltrow), la sua morte, il marito paralizzato di fronte alla mancanza di spiegazioni (un credibile Matt Damon baffo-ciccione).

Soderbergh sembra mostrarci la paralisi dell’umanità di fronte ad eventi drammatici e improvvisi (qualcuno ha detto 11 settembre?) mostrando da una parte Morpheus Laurence Fishburne e Kate Winslet del CDC, che rappresentano la fermezza e la decisione anche nelle situazioni più dure, dall’altra la gente comune, in cerca di cure, disposta a tutto per sopravvivere (echi della Guerra dei Mondi di Spielberg e un’altra decina di film apocalittici in cui il “siamo tutti fratéli” va a puttane).

Fanno da contorno Jude Law, stereotipo del blogger hipsteriano contemporaneo,
e Marillon Cotillard, ricercatrice in cerca del paziente zero (in sala ridevamo al suo accento, non è possibile che ogni studiosa francese nei film venga stereotipata con quella R del catso)

Lo stile è asciutto, prediligendo l’uso di camera fissa con occhio spesso reporter, spesso voyeur. Soderbergh non si schiera, è oggettivo, quasi documentaristico, ed è questa a mio parere la peggiore pecca del film, che nonostante la sua freddezza, emoziona, e gela il sangue più di una volta. Contribuisce la color correction fredda che ricorda molto Traffic e lo score di Cliff Martinez, che colleziona un lavoro che potrebbe essere considerato un b-side del Social Network di Reznor.

Da vedere, assolutamente.

MaW – Movie A-Words è una rubrica che recensisce i film che ogni buon Nerd dovrebbe conoscere e non solo.

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