Biennale d’arte 2011

Un po’ in ritardo rispetto a quello che mi ero prefissato, sono riuscito a finire di vedere la Biennale solo ieri (c’è stata una Cina di mezzo, le ferie e blabla vario ed eventuale).

Partendo dai Giardini (visti a Giugno scorso), ieri ho ultimato il percorso con l’Arsenale, che mi ha colpito decisamente di più.

Al di la delle ormai ben note poppe che l’hanno inaugurata, questa Biennale mi ha fatto grosso modo lo stesso effetto delle altre, ovvero un parte di “WOW!” e un’enorme parte di “BOH…”, probabilmente è un problema mio, alcune cose evidentemente non sono in grado di capirle (vedasi il padiglione svizzero, un trionfo di cartone, scotch da pacchi e cotton fioc), ma alcune installazioni ed opere fanno sicuramente riflettere, come fanno riflettere alcune scelte del curatore (al secolo Vittorio “CapraCapraCapra” Sgarbi), come quella di inserire Tintoretto in una mostra d’arte moderna o quella di scegliere gli artisti con una modalità “curiosa”: si è rivolto ad artisti ed intellettuali a lui in qualche modo “vicini”, facendosi consigliare da ognuno di essi un artista da far esporre. Personalmente non ho ancora deciso se mi sembra il trionfo del nepotismo, una provocazione al nepotismo dilagante o una “sgarbata” che non potrò mai capire.

Con grande piacere ho notato che la fotografia ha avuto decisamente più spazio rispetto alla scorsa mostra, specie l’archeologia industriale che mi riguarda da vicino, segno che questa forma d’arte è ancora viva e fertile.

Un’altra annotazione merita il ”Museo della Mafia di Salemi”, che Sgarbi ha voluto “trasferire” in Biennale (forse non il contesto più adatto): un’installazione molto forte e interessante che merita una visita, attraverso le prime pagine di alcuni quotidiani, documenti e video ripercorre la storia della mafia siciliana dalle sue origini.

Dopo un ultima nota, vi lascio alle foto (che potete vedere anche su Flickr): per tutta la Biennale c’erano forti riferimenti all’unità d’Italia, ironia vuole che abbia scelto proprio ieri per fare questa visita, giorno del raduno leghista di Venezia. Arrivando in zona Arsenale mi ha accolto la voce di Maroni che da un enorme palco inneggiava alla secessione e invitava a non leggere i giornali, ulteriore coincindenza, ero vestito di Verde :D

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