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Bill Hicks

Bill Hicks

Il mondo è come un giro in giostra in un parco giochi.
Quando scegli di salirci pensi che sia reale,
perché le nostre menti sono potenti.
La giostra va su e giù e gira intorno,
ti fa tremare e rabbrividire, ed è coloratissima e rumorosa
ed è divertente, per un po’.
Alcuni ci sono su da tanto tempo e cominciano a chiedersi:
“E’ la realtà o è solo un giro di giostra?”
Altri si sono ricordati e vengono da noi per dirci:
“Ehi, non vi preoccupate, non abbiate paura, mai, perché questo è solo un giro di giostra.”
E noi… uccidiamo quelle persone.

William Melvin “Bill” Hicks è stato un grande comico monologhista statunitense.

Il suo stile dissacrante, pungente e anticlericale lo elegge come comico fuorilegge facendo del politically incorrect il suo marchio di fabbrica, puntando a portare la gente a ragionare con la propria mente.

Sin da giovane acquisisce una totale sfiducia verso la religione che, nel corso della sua vita, si formò in una propria personale filosofia, mettendo in ridicolo le contraddizioni della moralità.

Hicks spesso oscillava fra speranza e amore per la razza umana e la totale disillusione e sconforto.

Hicks spesso oscillava fra speranza e amore per la razza umana e la totale disillusione e sconforto forse condizionato dal pesante abuso di alcol e dalle moltiplici sostanze illecite (LSD, psilocibina, cocaina, MDMA, diazepam, metanfetamina, e altre) di cui iniziò a fare uso nel 1983.
Il sua misantropia, saltuaria, dava vita a battute al vetriolo molto controverse che spesso venivano lette in maniera sbagliata…

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I suoi temi ricorrenti erano attacchi al sogno americano, alle ipocrisie e alle credenze tradizionali e religiose.

Il suo successo aumentò rapidamente, e nel 1984 comparve nel noto talk-show Late Night with David Letterman, dove fu invitato altre undici volte, in cui Hicks si esibiva nelle versioni epurate dei suoi show dal vivo.

La sua carriera si impennò nell’ 87 arrivando a fare circa 300 spettacoli all’anno… per 5 anni!

La sua reputazione comunque non era delle migliori a causa della sua tossicodipendenza, e nel 1988 affermò di aver cessato di assumere droghe e alcol, sebbene nei suoi spettacoli continuasse a elogiare le virtù di LSD, marijuana e funghetti allucinogeni.

Ripiegò sul fumo di sigaretta, un tema che da lì a quel momento sarebbe stato molto presente nei suoi spettacoli. Il binomio Hicks/sigaretta divenne inscindibile tanto che, attualmente, non è raro trovare un pacchetto di Malboro lasciato da qualche fan sulla sua tomba.

La strada di Bill e quella della censura si incrociarono spesso e volentieri.

La strada di Bill e quella della censura si incrociarono spesso e volentieri, tanto che i dvd dei suoi spettacoli furono commercializzati con grossi tagli arrivando a quasi dimezzarne la durata nelle edizioni estere.

Nel 1993 Hicks sarebbe dovuto comparire al Late Show with David Letterman per la dodicesima volta, ma la sua intera performance venne rimossa dalla registrazione.

Il 30 gennaio 2009, come gesto di tributo a 15 anni dalla scomparsa del comico, Letterman invitò la madre di Hicks e trasmise l’intero pezzo, in cui il comico tratta i temi dell’omosessualità, dei pro-life, del fumo e della Pasqua.

Dopo aver mandato in onda lo spezzone, il presentatore si scusò nuovamente per l’errore commesso con la madre, che perdonò Letterman.

Bill Hicks, è quasi venerato tutt’ora come eroe americano, le sue frasi sono spesso utilizzate in vario ambito e il suo “It’s Just a Ride” si trasforma spesso in tatuaggi commemorativi.

Dei gruppi musicali l’hanno elogiato con le loro canzoni, come i Tool che nel 1996 pubblicarono l’album Ænima, interamente dedicato a Bill, che contiene un tributo nel booklet e nelle tracce Ænema e Third Eye, i Faith No More che citano Bill Hicks nella canzone Ricochet, i Fila Brazillia nell’album Maim That Tune, gli SPA nell’omonimo album e i Radiohead che dedicano alla sua memoria l’intero The Bends.

Il film Human Traffic lo cita come “il grande Bill Hicks buonanima”, e in una scena il protagonista, Jip, prima di uscire una sera guarda uno spezzone di uno show di Hicks per ricordarsi di “non prendere la vita troppo seriamente”.

Nel 2010 è uscito il documentarioAmerican: The Bill Hicks Story” in cui si ripercorre la sua vita attraverso i racconti delle persone che lo hanno meglio conosciuto quando era in vita.

 

Fonti

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