Piermaria Romani: Il primo libro di scherzi no global

LEGANERD 043252

Cazzeggiavo allegramente con un amico su Skype. Mi inizia a raccontare vagamente di una cosa che aveva letto, di un giornalista che faceva scherzi alle multinazionali per vedere la loro reazione.

Googliamo qualche secondo ed eccolo: Piermaria Romani, scrittore e giornalista che negli anni novanta aveva avuto un’idea geniale.
Mandava lettere di protesta ai limiti dell’assurdo ad alcune multinazionali (alcuni esempi: hashish all’interno di MS, escrementi all’interno di un libro di Vespa, bigliettini che invitano a passare alla Polaroid trovati in rullini di Kodak…) per vedere quanto erano disposti a spingersi oltre pur di difendere il buon nome dell’azienda.

Il “libro” si trova direttamente caricato sul suo sito, “In cerca di editore”, quindi potete leggervelo con calma e farvi quattro risate.

Link col pdf

Sito di Piermaria Romani

Nell’approfondimento, uno degli scherzi, giusto per rendere l’idea.

[more]
SCHERZO A KODAK

Direzione Generale
Kodak Italia

Cari voi, sono un pittore che usa foto come base dei suoi ritratti e volevo segnalarvi una roba strana
che mi è successa. Venerdi’ 30 settembre ’94 ho comprato due rullini Kodak presso un autogrill
dalle parti di Bologna-Modena. Non avendo più lo scontrino non ricordo esattamente quale fosse,
ma giuro che da oggi terrò sempre a mente tutti gli autogrill in cui comprerò della roba, specie
quelli in cui mi danno dell’idiota.
Quando infatti arrivo a destinazione e sto per caricare la macchina fotografica, apro lo scatolino e
insieme al rullino esce un foglietto sporco con la scritta ” The customers from Kodak are either
crazy or dopes! Buy Polaroid you jerk! Signed: we the manufacturers.” (Della Kodak i clienti o son
grulli o son dementi! Compra Polaroid cazzone! Firmato: noi che le facciamo.)
Apro l’altro ” Uguale! “. Ma dai! Impossibile!
E non capisco proprio come i vostri dipendenti siano cosi’ sfiduciati dal prodotto Kodak da
consigliare cosi’ calorosamente il passaggio a quelli della Polaroid. Tagli aziendali? Investimenti
sbagliati? O è l’infida Polaroid che, per usare una metafora di settore, opera uno ” scatto in avanti ”
e ordisce simili campagne pubblicitarie, tramite infiltrati, all’avanguardia della scorrettezza?
O addirittura è una rivoluzionaria strategia di marketing, per la quale, alla maniera del ristorante
LA PAROLACCIA di Trastevere, trattate a pesci in faccia i clienti, pensando di procuragli piacere
stimolando la parte di masochismo che c’è in loro?
Io sono più per il feticismo dei piedi, e quindi preferivo un cinturino o magari un tacco a spillo, però
apprezzo la svolta creativa e quindi vi amo lo stesso, ma fatemi capire, spiegatemi, ogni tanto
lavoro per dei giornali, potremo cavarne un servizio.
P.S. Vi spedisco anche i due bigliettini ritrovati che magari possono esservi utili. Li ho annusati
perché il colore delle macchie rimanda a qualcosa di non buono e credo proprio sia popò popò
poropopopo pò
Baci
Piermaria Romani Occhiobello (Rovigo)

POSTUMI

A me, che ho minacciato velatamente di raccontare la cosa ai giornali, hanno mandato subito, senza
chiedermi alcuna informazione supplementare una lettera di scuse-ringraziamento, 4 rullini da
trentasei pose Kodak e 2 da dodici pose Kodak Gold.
A Marina Morgagni, l’altra complice a cui avevo fatto spedire una lettera più soft che lamentava lo
stesso inconveniente, ha fatto una lunga telefonata il direttore generale della Kodak Italia, con esiti
surreali notevoli. Ovviamente la Morgagni era stata istruita da me sulla linea da tenere. In seguito
anche lei ha ricevuto gli stessi doni compensativi.

CONVERSAZIONE FRA MARINA MORGAGNI E IL DOTT. BETTI, DIRET. GEN. KODAK
ITALIA.

VEDE SIGNORA MORGAGNI ALL’INIZIO LA SUA LETTERA CI HA LASCIATI PIUTTOSTO
INCREDULI, MA POI ABBIAMO AVUTO ALTRE SEGNALAZIONI E QUINDI.

E quindi Dottor Betti? Cosa è successo?

LA COSA E’ STATA FATTA DA QUALCHE IMBECILLE IN INGHILTERRA IN FASE DI
CONFEZIONAMENTO. UN TIZIO CHE DOVEVA ESSERE PARTICOLARMENTE
ARRABBIATO CON IL PROPRIO CAPO O CON LA MOGLIE. PROBABILMENTE NE HA
FATTI VENTI TRENTA DI QUESTI SCHERZI. QUALCUNO TROVANDO I BIGLIETTINI
NON AVRA’ CAPITO COSA C’ERA SCRITTO, ALTRI LI AVRANNO CONSIDERATE NUOVE
ISTRUZIONI E NON SAPENDO L’INGLESE LI AVRANNO BUTTATI.

Però sa, adesso che è saltato fuori il colera trovarsi queste cose a contatto con le mani (all’epoca
erano stati riscontrati un paio di casi di colera proprio in Inghilterra e cosi’ avevo suggerito a Marina
di battere quella pista per vedere che uscissero delle ulteriori boiate da parte della Kodak)

NOOO, VENENDO DALL’INGHILTERRA QUEI RULLINI NON DOVREBBERO AVERE
QUESTI PROBLEMI. LI’ IL COLERA NON E’ STATO IDENTIFICATO, OPPURE DICIAMO
CHE LO TENGONO NASCOSTO BENE (Betti sta ovviamente improvvisando o non ha letto i
giornali del periodo che appunto parlavano di due casi di colera verificatisi in Inghilterra).

E mi scusi dottor Betti, ci sono stati altri casi oltre al mio?

PERLOMENO TRE QUATTRO PERSONE CI HANNO SCRITTO (e qui si entra nella
fantascienza, perché lo scherzo messo in piedi da me, con la complicità di Marina e tenuto segreto a
tutti, non poteva che produrre due lettere di protesta). LI ABBIAMO SENTITI E HAN DETTO
(qui o si sta inventando tutto per chissà quale motivo o siamo veramente entrati in contatto con
un’universo parallelo.) ” NOO, NOO, IOO NOON SOOO PIU’ ORMAIII (con la voce da gnanone
per imitare gli ipotetici reclamanti) DOVE LI HO BUTTATI”. E UN ALTRO HA DETTO ” IO
CONSERVO SOLOO I POSITIIVI, I NEGATIVI CHE ME NE FACCIOOO?!” E UN ALTRO FA ”
MAH, ERANO SETTE OTTO RULLINII, ADESSOOO NON SOO PIU’ DIRE SE ERA QUELLO
O ERA QUESTOOO. COMUNQUE SIGNORA MORGAGNI MI SCUSO DELLO SPIACEVOLE
INCIDENTE, LE MANDEREMO SUBITO QUALCHE PELLICOLA PER IL DISTURBO.
Ma li ha controllati questi? Non vorrei che ci fosse la sorpresa anche stavolta.
NO, HEH HE’, DI QUESTI C’E’ DA FIDARSI.

DETTAGLI TECNICI DELL’OPERAZIONE

Il materiale con cui avevo insozzato i foglietti ritrovati nei rullini era il prodotto finale del
bastardino del mio vicino di casa. Tal Pucci, che si liberava ogni mattina nel mio orto. La scritta in
inglese ritrovata sul foglietto, l’avevo fatta tradurre dall’italiano ad una insegnante di madre lingua,
molto stupita, pagando 15 sacchi. [/more]

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