Un Nerd in Cina

LEGANERD 042781

Mi scuso per il titolo fuorviante, nonostante la buona volontà che ci ho messo (in valigia ho messo la felpa di leganerd, volevo fare una foto di quelle classiche da turista triste, “leganerd in piazza tien an men”, ma visto il caldo asfissiante e l’imperdonabile fatto di non possedere una t-shirt di :ln: ho desistito), siamo stati rapiti dalla atmosfera di Pechino che di nerd ha ben poco nonostante i quintali di tecnologia che immette nei mercati mondiali.

Partiamo con qualche dato: la municipalità di Pechino ha una dimensione pari a quella della metà del Belgio (“esticazzi” cit.), 14000000 di abitanti (1/3 in più del Belgio) ed è la capitale della RPC: Repubblica Popolare Cinese. La popolazione è composta perlopiù da cinesi Han (95%) e si parla il Cinese Mandarino, originariamente un dialetto, diventato lingua ufficiale (un po’ come il castigliano per la Spagna).

A Pechino, in Cina in generale, rapportato a uno stile di vita occidentale tutto costa pochissimo: il costo di un pasto varia dai 50 centesimi per una porzione di 10 ravioli al vapore in uno dei baracchini per strada ai 10-15€ euro dei ristoranti più lussuosi. In Cina mangiano tutto, rane, scorpioni, bachi da seta, scolopendre, cani (che non abbiamo voluto mangiare), lucertole, tartarughe, stelle e cavallucci marini, insomma qualsiasi cosa si muova :D

Un albergo, molto centrale, per 8 notti in due ci è costato 170 euro (bagno, doccia, tv, internet via cavo. e aria condizionata), un pacchetto di sigarette costa 50-60 cent e una birra poco di più

Al di la dei classici siti storici (piazza tien an men, la città proibita, la grande muraglia, diversi templi), la nostra vacanza si è divisa tra gli Hutong, i parchi e i mercati: di quest’ultimi ce n’è sono per tutti i gusti, organizzati tutti in stile fiera (piccoli stand all’interno di edifici anche a più piani), ci sono mercati del (palesemente) falso, dell’antiquariato, tecnologici (dove si va dalle penne usb ai fari da stadio), del nuovo e usato fotografico e via dicendo.

Ciò che accomuna tutti questi posti è il contrattare, in Cina il prezzo esposto o di partenza è puramente un vezzo e non è inusuale (se avete una fidanzata di bell’aspetto e che parla ottimamente il cinese come la mia :D) arrivare a pagare 20 yuan (2 euro) qualcosa per cui inizialmente ve ne venivano chiesti 100-200 (10-20 euro). Le uniche cose per cui non si contratta sono il cibo, gli alberghi e le corse in taxi anche se sospetto che con un bel pelo sullo stomaco si potrebbe arrivare anche a questo :) )

Quello che mi è piaciuto di più di questo viaggio è l’atmosfera: pur trovandoci in un paese povero, popolato da persone abbastanza grezze che per i nostri standard definiremmo maleducate (lo sputo per strada con scracco annesso è la colonna sonora delle passeggiate per Pechino, i bambini piccoli non hanno il pannolino ma un buco nei pantaloni attraverso il quale si liberano, qualsiasi sia il momento e il luogo e via dicendo), ci siamo sentiti a nostro agio e ben accolti dagli “indigeni”, ma un’atmosfera, almeno per me, è difficile da rendere a parole, quindi vi lascio alla gallery ;)
Per chi volesse, qui c’è il set completo su flickr.

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