L’alienazione di Kyle McDonald

Kyle McDonald, 25 anni.

Lui si definisce un artista, ma non tutti la pensano allo stesso modo dal momento che dovrà affrontare una causa penale.

Facendo alcuni passi indietro troviamo Kyle che si presenta in due Apple Store di Manhattan: all’ingresso chiede agli addetti alla sicurezza se può scattare alcune foto all’interno del negozio e ottiene la loro autorizzazione.
Aggirandosi tra gli scaffali ha quindi chiesto ad alcuni clienti se poteva riprenderli mentre curiosavano tra i prodotti e facevano i loro acquisti e anche in questo caso ha ricevuto risposte affermative.

Il secondo passo è stato quello di installare un programmino di sua creazione in un Mac in esposizione: questo programma non faceva altro che scattare fotografie degli utenti che provavano il prodotto, ovviamente a loro insaputa.

Poichè i Mac venivano svuotati completamente ogni sera lui ha dovuto installare il programma in giorni differenti; l'esperimento artistico è successivamente culminato in un evento (ovviamente non autorizzato) negli Stores di West 14th Street e Soho, dove Kyle ha installato un altro programmino che mostrava a chi stava provando il Mac per prima cosa la fotografia appena scattata e in un secondo tempo una presentazione glitterata di tutte le immagini riprese nei giorni precedenti per un bottino di quasi 1000 primi piani.

L’episodio, seppur lui la definisce una rappresentazione artistica non ha divertito molto Apple che ha buttato in campo addirittura i servizi segreti: di prima mattina alcuni agenti si sono presentati alla sua porta con un mandato di perquisizione e sequestrando due computer, un iPod e due flash drive. In quell’occasione è stato anche informato che Apple l’avrebbe contattato per un causa penale (situazione che si è irrimediabilmente verificata da li a pochi giorni).

A sua discolpa Kyle McDonald ha tirato in ballo il fine artistico della sua iniziativa, dichiarando che non era altro che un esperimento sull'alienazione che le macchine portano nel mondo:

Abbiamo questa espressione sul nostro viso [quando usiamo i computer] che in pratica dice che non stiamo interagendo con nessuno, stiamo interagendo con la macchina. Anche se ci sono un sacco di persone nella stanza presso il negozio di Apple, non stai interagendo con loro. Se succede qualcosa di strano, non si dice: ‘Ehi, hai visto?’

Oltre al fine artistico nel piatto della difesa ci sono anche le richieste di autorizzazioni ottenute di cui si è parlato poco più in alto; a questo si aggiunge che, nel caso di richiesta, l’immagine dell’interessato viene immediatamente rimossa in modo da garantire il rispetto di chi è stato ripreso.

Sicuramente un esperimento curioso che gli costerà molto molto caro…

Sul suo sito peoplestaringatcomputers.tumblr.com è possibile vedere le fotografie scattate durante il progetto mentre sul suo canale di Vimeo (vimeo.com/kylemcdonald) è possibile trovare il filmato che vedete in apertura.

Via www.ispazio.net e www.cultofmac.com
Fonte kylemcdonald.net

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